“Lo Xanax è il più prescritto ed efficace antidepressivo in circolazione. L’anno scorso negli Stati Uniti è stato prescritto in circa 50 milioni di casi. Ma se si leggono gli effetti collaterali di questo medicinale, la lista è lunga e sgradevole… Ma l’effetto benefico principale di ridurre l’ansia e la depressione è di gran lunga superiore ai numerosi effetti collaterali – così almeno pensa la comunità medica statunitense oltre 50 milioni di volte all’anno! E così come la comunità medica valuta costi e benefici dello Xanax, lo stesso fa il nostro capo economista/chimico con ogni dosaggio di QE. Così, due settimane fa ha deciso di stupire il paziente e mantenere inalterato il dosaggio di QE… La conclusione è questa: il QE è un antidepressivo estremamente potente con molti effetti collaterali. Senza di esso potremmo facilmente scivolare in una grande depressione”. (D. Zervos)
L’idea che la somministrazione di denaro da parte di una banca centrale (nel caso specifico, la Fed) sia assimilabile a una droga per il sistema economico è ormai abbastanza diffusa. Dato che in inglese lo stesso termine (drug) si presta a essere utilizzato sia con il significato di droga, sia con quello di medicina, i sostenitori delle politiche monetarie espansive tendono a diffondere il messaggio che il cosiddetto quantitative easing, o QE (in sostanza, la creazione di base monetaria a fronte di acquisti di titoli), sia una medicina necessaria a far riprendere l’economia o, quanto meno, a evitare che cada in depressione. Probabilmente in depressione cadrebbero coloro che dal QE traggono i principali benefici, e questo spiega perché costoro siano i più accesi sostenitori di Bernanke e colleghi.
Così come John Calhoun distingueva gli individui tra tax-payers e tax-consumers, per il QE (e per le politiche monetarie espansive in generale) si potrebbe parlare di inflation-payers e inflation-consumers. Questi ultimi sono coloro che per primi ottengono il flusso di base monetaria di nuova creazione; i primi sono coloro che dalla stessa subiranno solo gli effetti negativi di redistribuzione della ricchezza reale esistente. E’ quindi comprensibile, ancorché non condivisibile, l’invito degli inflation-consumers a non dare troppa importanza agli effetti collaterali che un uso intenso e prolungato della droga monetaria può provocare.
Ciò detto, il paragone tra lo Xanax e il QE non mi sembra convincente. Sarà pur vero che si tratta di un antidepressivo diffusamente prescritto, ma ogni prescrizione viene fatta da un medico a uno specifico individuo, il quale decide liberamente sia di rivolgersi a quel medico, sia di assumere il farmaco. Lo stesso non mi pare si possa dire con il QE, che rappresenta un esempio di pianificazione (monetaria) centralizzata. Last, but not least, il QE non aiuta il paziente a guarire, bensì impedisce gli aggiustamenti necessari affinché l’economia possa riprendersi, peggiorando il quadro clinico di fondo. Ma questo un tossico abituato a vivere alla giornata difficilmente è disposto a riconoscerlo.
Lasciate stare i medici brutta gente peggio dei banchieri e politici credetemi io ci lavoro insieme e piglialli e caarli su fukuscima sarebbe volenni bene
Se si ammette che il paziente segua le prescrizioni del medico alla lettera fidandosene del tutto, il parallelo è perfetto.
La domanda potrebbe essere, invece, il paziente sa di essere malato?
Oppure la droga interviene sul suo senso critico?
In realtà tutti sanno tutto, cittadini a parte.
Banche, politici, governi, amministratori, aziende, tutti vedono e sanno.
Fanno finta che tutto possa migliorare solo ed esclusivamente perché sanno anche che i sacrifici loro non li faranno mai.
@Albert, esatto e soprattutto loro sì che hanno il culo al caldo insieme ai loro patrimoni
Ma Mattia e Matteo sono parenti?
http://www.rischiocalcolato.it/2013/12/la-nostra-sovranita-e-la-nostra-democrazia-costituzionale-residue-sono-in-serio-pericolo-lesordio-di-mattia-corsini.html
Incredibile un tale caso di quasi omonimia su sponde diametralmente opposte, c’è stato un momento di forte confusione nella mia affollata testa.
Non siamo parenti né all’anagrafe, né, evidentemente, di idee.
Davvero una curiosa coincidenza.