Che c’entrano le “rivolte” delle periferie delle città inglesi con la crisi economica?
Leggendo le cronache una cosa appare evidente: a spaccar vetrine, a bruciare auto e a devastare supermercati e negozi non ci sono i rappresentanti della classe produttiva, ma un coacervo di elementi che appartengono a bande criminali, giovani indolenti, masse di assistiti con denari pubblici. Il che sta a significare che i rivoltosi di Londra, Manchester e dintorni, non sono altro che la generazione dei figli del welfare: fannulloni, irresponsabili, gente abituata a vivere di sussidi con la pretesa che tutto gli sia dovuto.
La dimostrazione ci arriva da due fatti di cronaca, riportati più o meno su tutta la stampa:
1- Questo insieme di personaggi di varia estrazione sono dediti al furto ed allo scasso nel nome di un “consumismo sfrenato” – parole di Repubblica – che poggia sulla necessità di avere telefonini di ultima generazione, scarpe alla moda e televisori al plasma 50 pollici;
2- Contro questa marmaglia, si sono schierati – bastoni in mano – piccoli commercianti, imprenditori e proprietari di abitazioni (anche qui di ogni estrazione e razza) poco disposti a vedersi selvaggiamente aggrediti nei loro beni.
C’è, dunque, ben poco da ammirare e da imparare dall’azione violenta dei giovinastri inglesi. Semmai, ancora una volta, c’è da studiare la lezione che ci ha impartito Alessandro Vitale nell’introduzione ad un bel libro di Max Nordau (pubblicato quasi cento anni addietro), allorquando scrivendo di Welfare State sostiene: “Problemi di limpida individuazione dei veri beneficiari del parassitismo politico permangono tuttavia ancor più nelle democrazie contemporanee e nelle labirintiche strutture del Welfare State, nel quale gli attori politico-burocratici si spersonalizzano in formule economico-finanziarie sibilline, denominate ‘conti pubblici’ o ‘reddito nazionale’ e godono di una legittimazione delle loro posizioni di potere e di rendita politica, basata sulle diffuse credenze nell’ideologia dei ‘beni’ e dei ‘servizi pubblici’, ultimo ridotto di autodifesa del parassitismo e dei suoi beneficiari, che si servono dello Stato ‘nazionale’ territoriale come dell’ambito più agevole per poterne godere. Infatti lo “Stato sociale” non è che un sottoprodotto dello Stato unitario nazionale centralizzato”.
Sissignori, il Welfare State non è altro che una struttura di sfruttamento ad uso e consumo dei ceti parassitari più scaltri, oppure – quando le risorse scarseggiano – dei più violenti. E che si ritorca contro la casta politica – che ne ha fatto uso per alimentare le clientele – è del tutto ovvio.
Ahinoi, la pletora di questuanti, di coloro che rivendicano un qualche diritto (trasformando spesso i propri bisogni in chissà quali diritti, e non di rado i bisogni sono appunto telefonino e tv a cristalli liquidi) è impressionante. Ed è un morbo quello slogan all’insegna del “Lo Stato ci deve aiutare, il governo ci deve garantire” che ha intaccato ogni ambito della cosiddetta società civile, dove non c’è categoria di lavoratori, e non, che non punti il dito contro i privilegi di un’altra, dimenticando però i suoi. E’ la materializzazione degli insegnamenti di Bastiat che ci ha spiegato che “lo Stato è quella grande finzione in virtù della quale tutti cercano di vivere alle spalle di tutti”!
Che certa stampa esalti le guerriglie urbane in terra di Albione è semplicemente criminale.
questa gente viene ampiamente rappresentata dal film ” Ali G”.. il problema che quello che è successo non è un film..
Quasi in contemporanea… http://spazialtri.noblogs.org/?p=132
Il contenuto di questo articolo dovrebbe entrare, parola per parola, nella zucca di tutti coloro che posseggono un minimo di dignità e di responsabilità individuale e che sbraitano (a parole ?) contro il parassitismo pubblico e clientelare !!!
GRAZIE CARMELO!
Il premier David Cameron vuole bloccare i social network, Obama idem. Lettura: sono tutti d’accordo. Questa è una finta situazione in cui si crea un finto buono e un finto cattivo.
Vale anche la pena di leggersi questo, che riporta i commenti dei blogger che su twitter raccontavano la rivolta in Tunisia ed Egitto.
http://thelede.blogs.nytimes.com/2011/08/08/egyptian-bloggers-parse-london-riots-in-real-time/
Questo scrivono riguardo ai disordini di Londra:
Egyptians and Tunisians took revenge for Khaled Said and Bouazizi by peacefully toppling their murdering regimes, not stealing DVD players.
To be honest I do not understand why protesters would set shops and houses on fire by all measures. I am sorry but you do not loot to object the murder of a young man , you are using his murder
“To be honest I do not understand why protesters would set shops and houses on fire by all measures. I am sorry but you do not loot to object the murder of a young man , you are using his murder”
Una cosa tanto palese e ci sono voluti giorni per leggerlo.
Impeccabile
Ricordati che ….non di solo pane vive l’ uomo.
Questi protestano per essere stati esclusi dalla società dei consumi ed anche gran parte di essi la pensa così.
In realtà sono incazzati perchè sono stati esclusi da QUALSIASI TIPO DI SOCIETA’ CHE NON SIA QUELLA DEI CONSUMI.
Anche se pochi di loro se ne rendono conto.
Anche questo articolo sarebbe da leggere: http://www.hayibo.com/africa-to-send-troops-food-parcels-to-uk-as-riots-spread/
Forse la lettura di questo articolo ci permette di andare al di là di semplificazioni e stereotipi: http://bigben.corriere.it/
parassita è il capitalismo di rapina (!!!), con tanto di privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite, che iniziò dagli spledidi governo della Tatcher e di Reagan…
Concordo con il contenuto dell”articolo , per quel che mi riguarda , si tratta dello scontro all’interno della “citta proibita ” tra gli eunuchi ( contestatori ) e la corte imperiale ( istituzioni statali ) ,forze ormai in via di decomposizione ….. Per i libertari consiglio l’acquisto di mascherine di protezione , il fetore si annuncia insopportabile e prolungato , mi auguro che basti !!!