Sarebbe un peccato, un vero peccato. Se Expo 2015, la grande esibizione internazionale ospitata dalla capitale morale del Paese, Milano, bandisse dai suoi padiglioni l’intero settore delle biotecnologie agroalimentari, si perderebbe una grossa opportunità. Non soltanto perché il tema scelto per il 2015, “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, non può eludere la questione Ogm dal momento che proprio le modificazioni genetiche al riso (il cosiddetto “golden rice”), consentono già oggi di produrre più cibo impiegando meno acqua. Ma anche perché in nome di un pregiudizio ideologico e antiscientifico si precluderebbe all’agricoltura italiana la possibilità di guardare fuori dal proprio orticello. Va bene il made in Italy, va bene il bio (per chi può permetterselo), va bene anche la rassicurante agricoltura della tradizione, quella convenzionale. Ma perché tagliare fuori il biotech? Una kermesse di caratura mondiale, come sarà Expo 2015, non dovrebbe ampliare, anziché restringere, lo sguardo sul mondo?
Il biotech è una delle opzioni possibili. Evviva slow food e il chilometro zero, non ci sogneremmo mai di vietarle. Evviva il biologico al 100 percento. Ma perché vietare il biotech? Ci saranno nove aree distribuite su quarantamila metri quadrati, sei di queste saranno dedicate alle filiere alimentari. Riso, spezie, legumi, caffè, cacao, ce c’è per tutti. 138 Paesi si racconteranno ad oltre 20 milioni di visitatori, secondo le stime più accreditate. E noi? Piantiamo i pomodori e agitiamo una zucchina abbarbicati al mantra tutto emotivo per cui naturale è buono, artificiale è male. Se non fosse che la natura è madre matrigna, ed esistono per esempio alcuni elementi naturalissimi che sono in grado di uccidere un uomo. Dall’altra parte ci sono tecnologie sofisticate, che agiscono sui geni delle piante e le rendono per esempio più resistenti agli agenti patogeni o meno bisognose di acqua. Risultato? Si risparmia in acqua e chimici. Se ne dolgono, manco a dirlo, i produttori dei pestidici, che infatti finanziano laute campagne anti-OGM. Ma è l’innovazione, bellezza. Perché vietarla a Expo?
DI ANNALISA CHIRICO – TRATTO DA http://blog.panorama.it/politicamentescorretta/2013/10/29/expo-2015-accolga-gli-ogm/
@Citizen Kane PAROLE SANTE!
Questa expo si ridurrá a contenuti da fiera paesana, peró con infrastrutture di lusso. Tanto le pagano i cittadini con l’aumento dell’IVA.
“Se ne dolgono, manco a dirlo, i produttori dei pestidici, che infatti finanziano laute campagne anti-OGM”
Ah sì? E dove ti sei procurato questa notizia?
Anche Fidenato ha lo stesso sospetto ma dice lui stesso che si tratta solo di sospetto, quindi attenzione a quello che dici. Non fare come gli ambientalisti che raccontano castronate senza citare le fonti.
@lorenzo s. Tono minaccioso per un’ambientalista equo e solidale… Hanno ragione quelli che vi definiscono nazi-comunisti
Guarda Liberty Defined che ti sei dimenticato di leggere l’ultima riga del post in cui definisco gli ambientalisti degli sparacazzate.
Poi il tono non è minaccioso ma infastidito perché non va che si incolpino i produttori di pesticidi senza avere le prove. Puoi parlare di sospetto, ma non puoi attaccare senza uno straccio di prova: quello è il metodo dei nazi-comunisti. E anche attaccare a sproposito come hai fatto tu è da nazi-comunista.
Ha ragione Lorenzo S. Un proverbio dice. Due torti non fanno una ragione. Se gli ambientalisti sono stronzi e dicono stupidaggini, non per questo siamo moralmente autorizzati a dirle anche noi. Il mio pensiero su chi sia dietro le campagne anti Ogm è solo un ragionamento, un pensiero ad alta voce. Io non ho alcuna prova.