La sopravvalutazione artificiale della valuta è solo uno dei problemi che affliggono l’Argentina. E’ quanto scrive in un lungo articolo il Financial Times, ricordando che l’economia sudamericana è alle prese con una serie di problemi che continuano ad alimentare l’idea che il default del paese sia inevitabile: dall’inflazione fuori controllo ai sussidi statali, fino al crollo della fiducia degli investitori, la presidenta Cristina Fernández de Kirchner deve far fronte a una serie di sfide che appaiono giorno dopo giorno sempre più complesse.
“Abbiamo un’economia che è diventata disfunzionale”, ha detto Miguel Kiguel, economista ed ex funzionario del governo, che identifica nella sopravvalutazione del peso argentino uno dei problemi principali che mina la competitività dell’economia.
Durante il secondo mandato della Kirchner – si legge nell’articolo del quotidiano londinese – le eccedenze nei conti correnti e di capitale si sono esaurite, alimentando i deficit gemelli. Ciò è particolarmente pericoloso per un paese che ha lostatus di fuorilegge sui mercati internazionali dei capitali e che non può cercare finanziamenti all’estero.
Ciò ha finito per peggiorare ulteriormente lo stato di crisi di Buenos Aires, spianando la strada a un inevitabile default tecnico tanto più che, lo scorso mese, la corte d’appello degli Stati Unitiha stabilito il risarcimento di 1,3 miliardi di dollari per il default di quasi 100 miliardi di dollari di debiti dell 2001.
La possibilità che le finanze facciano crac non ha fatto che aumentare dopo che Kirchner ha fatto una proposta per uno scambio di titoli del debito, che il Congresso ha approvato la settimana scorsa. Se il piano viene implementato nella sua interezza, gli analisti hanno paura che Buenos Aires potrebbe essere chiamata in Tribunale.
Il governo sta facendo di tutto per negare la realta’ dei fatti, ma quando arrivera’ la sentenza definitiva della Corte Suprema americana – evento per il quale potrebbe volerci ancora un anno – un nuovo default complichera’ sicuremente quella che e’ una situazione gia’ abbastanza difficile. Secondo Kiguel l’Argentina per rifinanziarsi sta gia’ pagando interessi a livelli di default.
FONTE ORIGINALE: http://www.wallstreetitalia.com
mi sfugge l’autorità della “Corte Suprema Americana” sui cavoli argentini.
Cristina, mandali gentilmente a sparare sentenze sul loro suolo
(ricordo che dalla crisi del 2008 NESSUN banchiere è ancora stato condannato)
sarà dura, ma se l’Argentina, che ha risorse naturali, industrie e competenze riesce davvero a riorganizzare la sua economia (e la moneta) in maniera autarchica e sostenibile, sarà un bell’esempio per noialtri tutti caproni e schiavi.
tra parentesi, di quel che scrive il fainancial taims e uolstrit italia ci possiamo bellamente fare un impacco
Concordo con te…
Del resto il mio pensiero è semplicissimo…
Come disse un economista, “la cultura e internazionale, ma l’economia e NAZIONALE.”
Quindi chiudiamo i confini?
La politica è marcia? I capitali evadono? La gente non sopporta la vessazione? Invece di riformare strutturalmente i paesi e migliorarne la competitività, isolazioniamoci e spremiamo al massimo i suoi abitanti. CHE MERAVIGLIA!
Meglio andare via dall’ItaGlia. Gli itaGgliani stanno diventando sempre più retorici e si prospettano ritorni del ventennio. Corsi e ricorsi storici di Giovambattista Vico.
Mah, riporto: “Abbiamo un’economia che è diventata disfunzionale”, ha detto Miguel Kiguel, economista ed ex funzionario del governo, che identifica nella sopravvalutazione del peso argentino uno dei problemi principali che mina la competitività dell’economia.
A parte che uno dovrebbe andare a capire chi lo scrive e da dove vengono fuori tali notizie, che è sempre lampante.
Ovvero, abbiamo questo tizio, che lavora per il F.M.I., ed il giornale è il Financial Times, che ovviamente sostiene l’Argentina….
Poi fate voi.
@orazio
piuttosto gli si dovrebbe chiedere, a quel “candido sprovveduto”: e la sopravvalutazione chi l’ha decisa? A parte che una valuta puo’ essere sopravvalutata per legge solo all’interno dello Stato in cui essa si effettua, dato che la sua giurisdizione cessa ai suoi confini. La parita’ con gli altri paesi, semmai, la influenzano i paesi piu’ forti, non gli stracci, come ben sappiamo noi in italia, e come lo sanno ancora meglio in grecia, portogallo e via discorrendo. L’interesse dei concorrenti e’ a tenere alta la valutazione dei paesi concorrenti, e bassa la propria, e’ cio’ che fanno da sempre tutti i paesi del mondo dopo aver capito la lezione della crisi del 29, altrimenti viene distrutto l’apparato economico che, se non volete proprio andare in totale contraddizione con voi stessi, e’ esso che fa la ricchezza di un paese. L’hanno capito tutti, esclusa questa cazzo di europa “austriaca”, e solo perche’ per i tedeschi l’euro e’ gia’ abbastanza svalutato cosi’. Loro fanno i loro interessi, noi anche (facciamo i loro). “E percio’ avanti autocarri”, come diceva marinetti.
@ Firmato Ne sai veramente troppe… Ma perchè non ti candidi con grillo? Se questa è un europa austriaca, credo che tutto il tuo sapere sia tutto fumo, certo i vari Mises, Hayek, Rothbard etc. volevano + tasse -mercato + stato meno libertà individuali ed un pletora di burocrati a Bruxelless e Francoforte che decidessero per tutti. Mah
Orazio bisogna studiare per poter poi comprendere se un argomentazione è giusta o sbagliata.
Definire un discorso sbagliato in funzione dell’idiosincrasia che si prova per la bocca da cui esce un dato discorso non è mai la strada corretta per raggiungere la verità.
averla una come la Kirchner in italia e invece abbiamo Napolitano, Amato, Letta, Renzi, Bertinotti, D’Alema, ..
non se ne salva uno!
Bona è bona, certo. Meglio di Bindi. Ma il il virus comunista nel cervello l’ha anche lei.
Allo sconquasso argentino il mondo e’ abituato, anche perche’ avviene sempre per lo stesso identico e prevedibile motivo: vogliono la “quota 90” (vedi wikipedia). Pare che siano proprio di coccio.
Mio padre mi raccontava sempre della quota 90 voluta dal fascismo.
Mi diceva che fu un errore e che bloccò il benessere che lentamente stava facendosi strada in italia.
@albert
Sappi che e’ quella che si augurano gli “esperti di economia” che si agitano qua dentro, come vedi peraltro dai commenti (anche se non se ne rendono nemmeno conto, dato che si fermano solo al primo gradino del ragionamento).
En passant, ricordo a tutti che poco dopo, il filosofo Wittgenstein si salvo’ dal campo di sterminio solo perche’ la famiglia, ricchissima, pago’ qualche tonnellata d’oro di riscatto allo stato tedesco. Che c’entra? C’entra, ma dovete scoprirlo da soli, perche’ la spiegazione, pur semplice, spiega un sacco di cose.
Ah, stamattina ho fatto l’errore di ascoltare la radio: stanno votando in commissione la riforma del catasto, che passera’ a mq e a valore di mercato (valore deciso dall’agenzia del territorio ovviamente, fotografando i cartellini dei prezzi fuori delle agenzie, ma se fosse il mercato vero non cambierebbe la sostanza), e “devolvera’” ai comuni, anche quelli della padania cosi’ i federalisti antistato avranno la loro cilliegina, la facolta’ di decidere l’incasso “a seconda dei loro bisogni e delle loro necessita’”, come diceva marx. La prossima settimana passa anche in parlamento. Abbiamo voluto affamare lo Stato? Bene, adesso che ha fame, ci mangia tutti, col gendarme europa, quella si’ nazionalsocialista, che vigila alla buona riuscita del compito stando dietro. Siamo coglioni o no?
ci avrebbe messo le zanne addosso anche se non lo avessimo affamato, è che è proprio quella la sua natura, è fatto così e non ci si può fare nulla se non tenere gli occhi aperti e muoversi schivando, prevenendo, parando e all’estremo cercando di mettersi in salvo prima che sia troppo tardi.
Fabio, non e’ del tutto cosi’, ad esempio: un amico commercialista, da me appositamente interrogato, ricorda che la galera per mancato pagamento delle imposte arriva con i primi anni ’80 (30 milioni di lire il limite, 15.000 euro, con cui allora si comprava un appartamentino), contemporaneamente al divieto per la banca d’italia di finanziare lo stato italiano se non a tassi di mercato. Da quel momento, lo Stato non puo’ provvedere piu’ ad alimentare se stesso, per quanto con “carta straccia” che poi va in circolo e per quanto poco fornisce ragione di scambio: deve prelevare con la forza e la minaccia della galera dal cittadino, o indebitarsi con lo strozzino, e fa entrambe le cose con sempre maggiore efficienza.
Prima di questo momento, da cui peraltro cominciano a correre all’impazzata tasse e debito, lo Stato, per quanto fosse piu’ serio di adesso, un minimo di consapevolezza che il fatto che il cittadino avesse controfirmato un qualsiasi patto sociale era solo una finzione, la aveva.
Per cui sapeva anche che non era cosi’ pacifico definire chi fosse il ladro fra l’esattore e l’evasore.
Cio’ portava ad una certa flessibilita’ nell’esazione delle imposte, che peraltro erano , fino a poco prima di quel tempo, la meta’ o meno di quelle di oggi.
Lo Stato, allora, cercava di dare di piu’ di quanto prendeva, si’ da giustificare la sua esistenza, e non era protervo e totalitario come la parte di cittadini assimilabile ai giovani balilla che manifesta oggi nelle piazze pretende che sia.
C’era ancora memoria del fascismo e del fallimento totale a cui porto’ il paese, per cui l’oltrepassamento di certi limiti di oppressione non sarebbe stato tollerato, la gente avrebbe ripreso le armi che aveva poggiato da poco.
Col ’68, vedi ad esempio Albert, qualche differenza, in peggio, oggi c’e’.
“e non era protervo e totalitario come la parte di cittadini assimilabile ai giovani balilla che manifesta oggi nelle piazze pretende che sia.”
fra cui molti grillini, caro liberty, come e’ tipico della gioventu’ peraltro, che va pero’ perdonata in quanto tale
E’ tipico dei regimi dittatoriali, velleitari, e retti da una classe dirigente stupida, credere di arricchirsi aumentando d’ufficio il valore della propria moneta, cosa che peraltro puo’ aver luogo solo fin dove arriva la loro giurisdizione poliziesca e militare. E forse si arricchiscono anche, ma la classe dirigente, non il paese. A mettere in moto il primo casino, nel dopoguerra (prima guerra) e’ stato Churchill, al quale poi tutti (duce compreso) sono andati dietro. Alt a quelli dell’iperinflazione di weimar”, per pieta’: l’iperinflazione di weimar fu scientemente provocata dal governo tedesco dell’epoca per non pagare i crediti di guerra (peraltro fuoriditesta) che pretendevano i vincitori della pace di versailles (francia e italia in testa…), e li avevano fissati in marchi.
Adesso che non gli conviene piu’, l’inflazione e’ il primo nemico. Capito i paraculi? Per citare Balasso.
Albert, visto che sei anche tu di luoghi (basta essere del centro-nord) che hanno vissuto letteralmente sulla propria pelle questa parte di storia, leggi, se non l’hai gia’ fatto, “canale mussolini” del “fasciocomunista” Pennacchi. E’ la piu’ fedele e onesta storia del periodo che abbia trovato, descritta cosi’ come l’hanno vissuta i nostri prossimi antenati. E’ interessante perche’ fa capire moltissimo anche del (purtroppo) presente. Viste le estreme ristrettezze economiche che ci attanagliano tutti, lo trovi sul mulo, anche se merita il cartaceo.
Caro Diaz, quando la Banca d’Italia era sotto il cotrollo del ministero del tesoro, cioè prima dell’81, correva un inflazione a 2 cifre!
Io non so se sia meglio un inflazione a quei livelli che colpisce tutti, anche chi il furbacchione non lo fa, e specialmente le persone a reddito fisso e delle classi più povere: quelli che non investono per tutelarsi ma vivono di lavoro ed ignoranza sui temi economici e statali, come del resto ogni persona dovrebbe poter vivere, cioè fai il tuo mestiere ti metti in gioco e sei libero di farti una tua vita fregandotene che dall’altra parte c’è un burocrate che cerca di mettertelo in quel posto.
La verità è che questo stato potrebbe essere un po’ più sobrio già di suo, se lo fosse non avrebbe queste scadenze urgenti da rispettare, sarebbe anche più flessibile con i cittadini se non avesse un debito pubblico da onorare ma solo servizi (pochi) da mantenere a pareggio di bilancio. Meno male che l’origine della voracità dello Stato sta proprio nel fatto che non vi è un potere assoluto: governo+gestione monetaria sotto le stesse persone. A questo punto mi domando dove sia la voracità dei paesi più liberali, io dalla storia conosco solo quella dei paesi socialisti.
Uno sconquasso argentino potrebbe innescare qualche problema anche in europa, penso.