In Anti & Politica, Economia

KrugmanDI MATTEO CORSINI

“C’è comunque una domanda collaterale che mi sorge spontanea: perché ci sono così tante bolle? Tanti rispondono che la causa è l’eccesso di easy money, cioè i tassi di interesse troppo bassi. Ma allarghiamo un attimo lo sguardo ai decenni passati e diamo un’occhiata all’evoluzione dei tassi negli Usa dall’inizio degli anni 50. C’è stato un periodo di tassi molto alti negli inflazionistici anni 70 e all’inizio degli anni 80. Dopo la stabilizzazione di Volcker, negli anni 80, i tassi sono scesi, ma per tutto quel decennio, gli anni 90 e anche gran parte degli anni Zero sono rimasti su livelli relativamente alti rispetto ai parametri degli anni 50 e 60. Orbene, è un fatto che dal 1985 le bolle si susseguono senza tregua. Negli anni 80 ci fu un’enorme bolla immobiliare, strettamente legata alla crisi delle casse di risparmio; a metà degli anni 90 ci fu la bolla dei flussi di capitale verso l’Asia; poi la bolla di internet, la bolla immobiliare e ora, a quanto sembra, la bolla dei Bric. Negli anni 50 e 60 non ci fu nulla di comparabile. La politica monetaria durante tutto questo periodo è stata troppo easy? Se è così, dov’è l’inflazione? Qualcuno potrebbe sostenere che il denaro a buon mercato, per un certo periodo, si manifesta nei prezzi delle attività più che nei prezzi dei beni: ma per una generazione intera?

E allora che cosa c’è stato di diverso in quegli anni? La risposta è ovvia: la deregulation finanziaria. Hanno aperto le gabbie alle banche e le banche si sono scatenate: ancora, e ancora, e ancora”. (P. Krugman)

Krugman si pone alcune domande, per lo più in modo retorico, per giungere alla conclusione che la politica monetaria espansiva abbia avuto un ruolo (meno che) marginale nella formazione delle bolle che si sono succedute negli ultimi decenni. A suo parere, la causa principale è da cercare nella deregulation finanziaria.

Siccome nel dibattito il termine reregulation viene utilizzato da coloro che auspicano un ripristino di regole simili a quelle in vigore fino ai primi anni 80, non utilizzerò questo termine. Resta il fatto che quello iniziato negli anni 80 non è stato un processo di rimozione di regole, bensì di ridefinizione delle regole stesse. Il settore finanziario, e quello bancario in particolare, non è in realtà soggetto oggi a meno regole che trenta anni fa. Al contrario, di regole nuove ne sono state scritte decine di migliaia di pagine, e il processo non accenna neppure a rallentare. Non si spiegherebbe altrimenti la crescente importanza che i dipartimenti che si occupano di compliance hanno assunto all’interno delle banche.

Ciò che si è sviluppato negli ultimi trent’anni, e che viene attribuito da molti (tra cui Krugman) alla deregulation è un settore bancario ombra, formato cioè da soggetti che esercitano attività un tempo tipicamente bancarie, ma al di fuori del perimetro di norme alle quali sono soggette le banche.

Resta il fatto che è abbastanza pacifico che esista un nesso causale tra aumento della quantità di moneta fiduciaria e la formazione di bolle. Gli economisti della scuola austriaca lo sostengono da un secolo, altri colleghi maistream ci sono arrivati in anni recenti, ma ormai solo Krugman e qualche monetarista incallito (il monetarismo, in buona sostanza, non è altro che keynesismo confinato alla sfera monetaria) negano questo nesso causale.

Tra coloro che invocano un ritorno a regole più rigide, nessuno mi risulta metta in discussione il ruolo delle banche centrali nella gestione delle monete, né il meccanismo della riserva frazionaria tramite il quale avviene la moltiplicazione dei depositi da parte delle banche. Se un problema è stato creato dallo sviluppo del sistema bancario ombra, a mio parere è stata l’estensione dei fattori che rendono instabili le banche (eccesso di leva e di trasformazione delle scadenze) a operatori non bancari. Tutto questo è stato possibile perché si è consentita e favorita l’estensione dell’azzardo morale tipico delle banche a operatori non bancari. Il salvataggio, nel 1998, dell’hedge fund LTCM da parte della Fed è un esempio eclatante di tutto ciò. In sostanza, invece di ridurre l’azzardo morale nel settore bancario, lo si è esteso al di fuori di esso. Ma gli unici provvedimenti che dovrebbero essere presi per eliminarlo (bandire la riserva frazionaria ed evitare salvataggi) non sono, per usare un eufemismo, in cima alle priorità di chi invoca la reregulation, né dei regulators stessi.

Krugman si chiede, infine, perché l’inflazione non sia mai esplosa, al contrario di quanto accadeva negli anni 70 quando la politica monetaria era espansiva. Premesso che il problema principale consiste nell’identificare l’inflazione con la crescita degli indici dei prezzi al consumo (che, in realtà, è una conseguenza dell’inflazione), pare che a Krugman siano sfuggiti alcuni eventi abbastanza importanti, come la globalizzazione e la forte accelerazione nello sviluppo tecnologico. Due fattori che hanno prodotto una consistente pressione al ribasso sul livello dei prezzi al consumo (come arbitrariamente definiti negli indici CPI) e che hanno controbilanciato, su quei prezzi, le pressioni rialziste che conseguono da una politica monetaria espansiva.

Ciò non ha evitato, ovviamente, che si formassero bolle su attività reali e finanziarie. Al tempo stesso, la globalizzazione e la dominanza del dollaro come moneta di riserva a livello globale hanno fatto sì che gli effetti della politica monetaria della Fed fossero molto maggiormente “esportati” altrove rispetto a quanto avveniva negli anni 50-70. Chi non voleva vedere rivalutata la propria moneta rispetto al dollaro (per esempio i Paesi emergenti) ha attuato una politica monetaria espansiva in risposta a quella statunitense.

In definitiva, le regole che creano gli incentivi errati non sembrano essere quelle che preoccupano Krugman, mentre il ruolo della politica monetaria viene sostanzialmente ritenuto ininfluente. Sono sempre più convinto che il suo Nobel per l’economia valga meno di quello per la pace a Obama.

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Showing 17 comments
  • gastone

    mi spiace amico mio non riesco a seguirti sei troppo preparato,
    e io poi soffro storicamente di angoscie legate alla svalutazione del frutto del mio lavoro, che non mi consente l’utilizzo di un corretto orizzonte temporale per costruire il mio futuro.

    ..perchè stiamo parlando di quello vero?
    il frutto del mio lavoro che una volta era prezzato in oro , dopo anni di risparmi mi consentiva di investire nei miei figli nella mia famiglia nella mia impresa nei miei sogni senza il rischio di averlo di nuovo tra le mani ridotto ad una frazione di quando lo avevo accumulato.

    a te evidentemente non tene frega niente dunque non hai questi problemi dato che invochi una stampante proprietaria tutta per lo stato così da toglierti le sue mani dalle tasche davanti dei pantaloni per lasciarle soltanto infilate in quelle di dietro.

    evidentemente poi sul concetto di denaro devo avere una concezione fumosa e nostalgica insistendo a volergli attribuire i tre attributi fondamentali che da sempre distinguono il denaro e lo definiscono i maniera univoca..

    almeno fino all’avvento delle granitiche regole definitivamente incerte imposte dalla sedicente autorità monetaria del nuovo millennio la banca centrale.

    tant’è..ho un sacco di mancanze e lacune in materia economica che mi piacerebbe tornare agli albori del 19′ per capire meglio come siamo potuti arrivare a questo immenso bordello monetario con il caloroso consenso di tutti-

  • firmato winston diaz

    “si stampi tutta la cartamoneta (o bit) che vogliono dilavandone sempre più il suo valore”

    Senti la moneta non e’ uno stock, e’ una cosa che serve agli scambi, il valore e’ nelle cose che si scambiano: che te ne frega dunque che perda progressivamente il suo valore? Perche’ la cosa ti angoscia? Ne hai i forzieri pieni? E’ il mantenimento del suo valore, o la sua rivalutazione, che la rende un bene: ma che la moneta sia un bene da accumulare e’ una perversione da Scrooge. Il fatto che la moneta sia un bene che mantiene il suo valore o si rivaluta fa si’ che, in presenza di una Stato ma ancora piu’ facilmente in sua assenza, si accumuli nelle tasche dei piu’ forti e dei piu’ potenti, incidentalmente quelli che non lavorano.
    Scordatelo che resti nelle tue tasche.
    Peraltro e’ quello che sta succedendo davanti ai tuoi occhi: lo Stato e’ in bolletta perche’ non puo’ stampare? Ogni giorno viene fatta una nuova legge di esproprio di beni dei cittadini. Contento cosi’? Io no, e comincio a rompermi il cazzo di gente che oggettivamente sostiene questo andazzo.

    • Liberty Defined

      Finalmente! E’ uscito fuori il nazi-comunista che è in te…

      • firmato winston diaz

        bene! grazie!

      • firmato winston diaz

        Nazi-comunista lo sarei se ti rispondessi dandoti dell’imbecille, ma me ne guardo bene.

        • Liberty Defined

          Anche senza offendere direttamente il tuo atteggiamneto di continua superiorità è una mancanza di rispetto… Qual’è lo scopo? Dimostrare che sei un dio dell’economia e della filosofia? :-)

  • gastone

    “Usare la carta o l’oro o la merda come moneta e’ cosa del tutto convenzionale.”

    “L’importante e’ che ci sia un’autorita’, di solito la stessa che si occupa del rispetto della legge, Stato o Mercato o Catallassi o Dio o quel che l’e’, che impedisca a chiunque di fabbricarsela da se’, altrimenti non varrebbe piu’ nulla.”

    la prima affermazione assume la piena libertà degli individui di sposare le istituzioni da loro stessi creati in via del tutto inintenzionale,

    e oggi questa libertà è stata sospesa essendo le uniche due autorità, banca e stato al di sopra dell’individuo, in una condizione di “ex lege”, in grado di costringerlo ad utilizzare come mezzo di scambio forzoso, la carta, per di più inconvertibile in qualsivoglia bene.

    la seconda invoca una autorità che per solito viene deliberata dagli individui che compongono la società, dunque una esigenza strettamente giuridica da quest’ultima,

    e oggi questà autorità non esiste (più) in quanto il mercato (libero) o catallassi ,che è la “danza” degli interessi che si compongono in maniera spontanea al suo interno, tantomeno DIO che nè il garante della sua armonia, possono improvvisamente impedire che una banda di ladri truffatori e assassini, si stampi tutta la cartamoneta (o bit) che vogliono dilavandone sempre più il suo valore.

    questi ultimi infatti sono dei guardiani perfetti della loro moneta e impediscono a chiunque altro di stamparsela per proprio conto, perchè sanno benissimo che farebbe la fine del pane,prodotto in migliaia di tipi da migliaia di panettieri con prezzi contenuti ed una qualità elevatissima e sopratutto finirebbe nelle tasche del popolo in maniera sicura e definitivamente.

  • gastone

    l’oro è inconvertibile esattamente per il motivo opposto cui soggiace la convertibilità della carta.

    la carta è un sostituto del denaro che è stato accettato spontaneamente per facilitare la sua circolazione. l’oro, è il denaro. () eletto spontaneamente attraverso un procedimento millenario di selezione a garanzia di un buon funzionamento della istituzione che rappresenta, e che è il risultato irriflesso di un procedimento organico non deliberato.

    la deflazione monetaria non è mai stato un problema se non per il gatto e la volpe cui abbisognano, per cibarsi, quantità esagerate di cartamoneta per dar sfogo alle loro fantasie e le loro voglie insaziabili, altrimenti non realizzabili con denaro vero.
    quando lo stock di beni reali cresce per effetto degli investimenti e della innovazione tecnologica , il denaro semplicemente ne aggiusta il suo valore, rendendolo più a buon mercato senza bisogno di dilatare costantemente la sua offerta.

    non esistono responsabilità di governo, tantomeno economiche se non nella misura in cui sono state sottratte agli individui, attori del mercato ed unici titolari di qualsivoglia responsabilità.

    quanto alle sedicenti autorità monetarie o politiche, queste rimangono confinate nelle convinzioni di queste ultime che continuano ad espletarle con la forza, attraverso gli strumenti spuntati della centralizzazione della informazione, e della pianificazione in luogo della armonia che genera dalla informazione asimmetrica e il suo utilizzo

    • firmato winston diaz

      E’ del tutto inutile dirlo perche’ evidentemente la cosa ti e’ del tutto indifferente, ma siamo dalla parte destra del punto della retta del tempo che indica il 1971. Usare la carta o l’oro o la merda come moneta e’ cosa del tutto convenzionale. L’importante e’ che ci sia un’autorita’, di solito la stessa che si occupa del rispetto della legge, Stato o Mercato o Catallassi o Dio o quel che l’e’, che impedisca a chiunque di fabbricarsela da se’, altrimenti non varrebbe piu’ nulla. (se tutti si fabbricano una certa cosa da soli, non ha piu’ nessun valore di mercato, perche’ non ha valore di scambio se tutti ne hanno gia’ quanta ne vogliono)

  • firmato winston diaz

    “E allora che cosa c’è stato di diverso in quegli anni? La risposta è ovvia: la deregulation finanziaria. ”

    Krugman dice la stessa cosa che dici tu, solo vedendola dal lato opposto, pragmatico e non ideologico: dice che i tassi bassi sono stati mantenuti tali per compensare il drenaggio di moneta che l’attivita’ speculativa finanziaria libera poneva in essere nei confronti dell’economia reale, creando bolle a ripetizione.
    Se sei al governo e scegli di liberare l’attivita’ finanziaria, poi sei costretto a stampare moneta continuamente per far si’ che l’economia reale non muoia per mancanza della stessa moneta, “sequestrata” dalle attivita’ finanziarie che la usano in modo autoreferenziale per aumentarsene il possesso.
    Se liberi l’attivita’ finanziaria ma ti ancori a qualche forma di quasi gold-standard come fa adesso l’europa, strangoli e fai morire per asfissia monetaria l’economia reale, che non disponendo piu’ di mezzi di pagamenti si ferma e/o si indebita, nel secondo caso con ulteriore grande sollazzo per l’attivita’ finanziaria che i soldi li ha e li moltiplica prestandoli.
    Quando si hanno responsabilita’ di governo si devono vedere le cose (se non si e’ crucchi) come vanno in pratica, non come si vorrebbe che andassero: se la quantita’ di moneta fosse rigidamente ancorata, come ad esempio nel caso del bitcoin, ci sarebbe una deflazione paurosa e il conseguente blocco degli scambi: con i prezzi in caduta e la rivalutazione automatica del capitale finanziario tenendolo fermo, nessuno comprerebbe piu’ nulla se non strettamente necessario. La moneta, da mezzo di scambio, diverrebbe bene primario. Ma in questi casi cosa succederebbe? Sicuramente che verrebbe fuori una qualche forma di moneta spontanea alternativa, inflazionabile a volonta’.
    Tutto qua, secondo me. Su queste cose credo che sia difficile se non impossibile ottenere una situazione di optimum perenne, l’unico modo di cercare di governare la situazione credo consista nell’operare interventi ogni volta diversi e adatti al tipo di distorsione che in quel momento chi ha il potere (governo o privato che sia, sotto forma di grande capitale finanziario) sta attuando, consapevolmente o meno, o perche’ costretto dallo stesso svilupparsi degli eventi, in quel momento. Gli americani, tutto sommato, credo seguano,, pragmaticamente come e’ nella loro cultura anglosassone, questo via. L’aggettivo “austriaco”, invece, notoriamente non e’ sinonimo di flessibilita’, ne’ di pragmatismo (semmai di idealismo).

    • firmato winston diaz

      Il che conferma il vecchio detto, che le verita’ nascono come eresia, continuano in scienza, e finiscono in religione: per colpa degli adepti… ;)

      • firmato winston diaz

        L’ha detto non a caso un inglese: Huxley il “mastino di darwin”.

    • Liberty Defined

      “Se liberi l’attivita’ finanziaria ma ti ancori a qualche forma di quasi gold-standard come fa adesso l’europa” …sono curioso di sapere in cosa è convertibile l’euro secondo te

      Allora w l’idealismo, w la scuola austriaca! La flessibilità è quella che ti mette a 90° davanti allo stato, meglio restare rigidi… :-)

      • firmato winston diaz

        “sono curioso di sapere in cosa è convertibile l’euro secondo te”

        E io in cosa e’ convertibile l’oro secondo te.

    • Matteo C.

      Francamente non vedo cosa ci sia di ideologico nelle argomentazioni che ho utilizzato nel pezzo, ma se quello non ideologico è Krugman, allora ci può stare anche che sia ideologico quello che ho scritto.
      Krugman non dice quello che dico io, ma dal lato opposto. Lui parla di carenza di regole, io di regole errate. Lui non mette in dubbio il sistema monetario attuale. Io sì. Lui minimizza (a volte nega del tutto) gil effetti della politica monetaria espansiva. Non parla neppure di sistema a riserva frazionaria. Ma a negare gli effetti della politica monetaria espansiva (e del sistema a riserva frazionaria) nella formazione di bolle sono rimasti ormai solo keynesiani alla Krugman e i cosiddetti market monetarist. Gran parte degli economisti mainstream ritengono ormai pacifico che l’inflation targeting delle banche centrali sia insufficiente e possa addirittura portare a instabilità finanziaria. Dunque: di che ideologia stiamo parlando?
      Ciò detto, le elucubrazioni sulla moneta sequestrata dall’attività finanziaria e sull’asfissia da mancanza di moneta laddove non sia stampabile all’infinito mi sembrano davvero prive di logica, oltre che di riscontri. Chi vuole una moneta stampabile all’infinito confonde la ricchezza reale e quella nominale, oltre a preferire un sistema di prezzi rigidi in cui chi manovra la moneta introduca arbitrariamente flessibilità dove meglio crede e a beneficio di chi crede.
      Sarei invece d’accordo nel togliere agli stati e alle banche centrali l’emissione e la gestione della moneta. Per inciso, la moneta storicamente sviluppatasi come ordine spontaneo non aveva le caratteristiche di poter essere “inflazionabile a volontà”. Semmai il contrario.

      • firmato winston diaz

        Matteo, il denaro puo’ alimentare bolle anche se non e’ inflazionato, ad esempio prendi i risparmi pensionistici: dove sono? Sepolti sotto il melo? No, sono investiti in giro per il mondo. Investiti come, a lungo termine? Non necessariamente, sono investiti per dare il massimo rendimento. Il massimo rendimento si ha proprio quando si entra in anticipo in un mercato destinato ad andare in bolla. Ma quando un fondo pensione entra in un mercato che vuole far andare in bolla, basta che ci entri, per primo, con la grazia dell’elefante che gli e’ propria: allo ra poi arrivano tutti, la bolla inizia a gonfiarsi, e’ il parco buoi da macello che la porta la massimo: a quel punto il fondo che e’ entrato per primo vende, fa un guadagno esorbitante, e il parco buoi la prende nel sedere.

        Bene questa e’ la prima parte della storiella.

        La seconda parte e’ che il gorgo rastrella-moneta rappresentato dalla bolla in formazione sottrae moneta da tutto il resto del mercato, che, restringendosi, va in deflazione e induce ancora di piu’ a scappare tutti VERSO la bolla.

        L’autorita’ monetaria a quel punto cosa deve fare? Se non vuole intervenire direttamente nel castrare la bolla in formazione (e chissa’ perche’ non lo fa mai, da noi ad esempio l’IMU e’ stata messa proprio quando il mercato stava gia’ crollando di suo, e non prima per eventualmente FRENARE la bolla), deve almeno fornire ulteriore moneta al resto del mercato non in bolla, per evitare che imploda tutto, il mercato non in bolla prima, e la bolla poi.

        Cio’ che dice krugman e’ chiaro: se non si vuole o non si puo’ intervenire sulla formazione delle bolle perche’ si vuole lasciare libera la circolazione del capitale finanziario (sottinteso bolle CHE SI FORMANO COMUNQUE ANCHE SENZA ESPANSIONE MONETARIA, e questo eventualmente e’ argomento del contendere, perche’ non e’ cosi’ pacifico come tu sembri dare incautamente per scontato che la bolla si forma solo per inflazione), bisogna almeno fornire mezzi scambio (moneta) affinche’ il resto del mercato non si blocchi, altrimenti e’ peggio.

        Il fatto che sia la moneta in eccesso a gonfiare la bolla e’ tautologico, non causale, la moneta in eccesso puo’ benissimo provenire da una recessione di parti del mercato che stanno dalla parte opposta della bolla, per semplice instabilita’ implicita in qualsiasi fenomeno di natura in cui sia oltretutto coinvolto l’uomo col suo libero arbitrio e la sua propensione al gioco d’azzardo. Certo nei tempi lunghi si livella tutto, ma chissenefrega nei tempi lunghi siamo tutti morti. Capito il senso di questa affermazione? Keynes non era cosi’ stupido come gli stupidi pensano. Il suo pensiero va criticato si’, ma senza distorcerlo, a distorcerlo sono stati piu’ i suoi emuli, che credevano e continuano a credere che si possa stimolare l’economia aumentando le tasse presenti o future: l’economia si stimola eventualmente con moneta FIAT, non con accumulo di debito/credito come piace ai banchieri “austriaci”, sperando che poi l’aumento degli scambi assorba l’incremento di moneta FIAT, si’ da limitarne l’effetto inflattivo. Altrimenti e’ come se uno ti facesse un regalo con i tuoi soldi, trattenendosi anche la percentuale.

        Questa e’ la distorsione del nostro sistema, che prende il peggio del socialismo e il peggio del liberismo e li mette insieme. Riusciremo mai ad avere il contrario???

        • Matteo C.

          1) Non credo che le mie siano affermazioni incaute. Per chiunque abbia una qualche dimestichezza con materiale scritto da economisti di vari orientamenti (si può trovare molto materiale sul sito bis.org, che non è un “covo” di austriaci) la causalità tra espansione monetaria e formazione di bolle è ormai ritenuta innegabile. Alcuni lo hanno sempre sostenuto, altri ci sono arrivati in anni recenti. Altri ancora (tra cui Krugman) non vogliono arrivarci.
          2) Che i prezzi abbiano alti e bassi sul libero mercato nessuno lo discute. Che si accumulino forti quantità di investimenti errati (malinvestimenti per Mises) è dovuto a una distorsione nei prezzi che determinano le scelte di imprenditori e investitori. I tassi di interesse sono notoriamente un prezzo determinante nelle scelte di investimento e imprenditoriali. Se distorti da espansione monetaria, fanno apparire il valore attuale netto di taluni investimenti superiore a quello che avrebbero in assenza di distorsione.
          3) La moneta FIAT non crea ricchezza reale; redistribuisce solo quella esistente. Se mi si dimostra il contrario cambio idea.
          4) “l’economia si stimola eventualmente con moneta FIAT, non con accumulo di debito/credito come piace ai banchieri “austriaci”, sperando che poi l’aumento degli scambi assorba l’incremento di moneta FIAT, si’ da limitarne l’effetto inflattivo”. Capisco che si possa non condividere la teoria austriaca, ma per criticarla sarebbe bene conoscerla e non inventare. Quali sarebbero i “banchieri “austriaci”” di cui si parla?

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