In Anti & Politica, Economia

KrugmanDI MATTEO CORSINI

“Lo dico da tanto che manca un’argomentazione razionale sulla politica economica, che la posizione inflazionista è dettata da politica e psicologia anziché da quella che un’altra parte riconoscerebbe come analisi, ma tutto questo lo dimostra davvero, senza ombra di dubbio. Se vogliamo veramente capire cosa sta succedendo, l’austriaco giusto da leggere non è Friedrich Hayek o Ludwig von Mises, bensì Sigmund Freud”. (P. Krugman)

Commentando alcune prese di posizione critiche relative all’ipotesi che Janet Yellen, attuale vice presidente della Fed, sia nominata alla successione di Ben Bernanke, Paul Krugman tenta di ridicolizzare “la posizione inflazionista”, come spesso accade usando un metodo che lui stesso critica negli altri.

Pare, infatti, che vi sia stato chi ha criticato l’ipotesi di nominare Yellen in quanto donna. In realtà non mi risulta che vi siano stati economisti di scuola austriaca che abbiano assunto una posizione del genere (Krugman non fa nomi, tra l’altro). E’ peraltro comprensibile che vi sia chi critica l’ipotesi di nominare Yellen essendo costei finora stata favorevole a politiche monetarie ancor più espansive di quelle tutt’altro che restrittive assunte dalla Fed sotto la presidenza di Bernanke.

Krugman ritiene inoltre che gli “inflazionisti” (che lui identifica con gli austriaci, usando una sorta di neolingua orwelliana, essendo costoro, semmai, anti-inflazionisti), avendo per anni evocato l’imminente fiammata inflazionistica, siano stati e siano ancora guidati da “politica e psicologia anziché da quella che un’altra parte riconoscerebbe come analisi”.

Mi sembra evidente che Krugman non abbia mai letto neppure una riga scritta dagli autori che cita alla fine, perché altrimenti gli sarebbe chiaro che quella che viene oggi definita inflazione, ossia la crescita di indici dei prezzi al consumo, per gli economisti austriaci sia in realtà una conseguenza dell’inflazione, individuata invece nell’aumento della quantità di moneta connessa all’emissione di mezzi fiduciari in eccesso rispetto alle riserve auree. Essendo oggi i sistemi monetari interamente sganciati da una moneta merce, la produzione di inflazione è aumentata notevolmente, e avviene mediante la creazione di base monetaria da parte delle banche centrali (ad esempio mediante acquisto di titoli sul mercato) ed espansione del credito delle banche commerciali in regime di riserva frazionaria.

Negli ultimi anni alla enorme creazione di base monetaria non ha fatto seguito una espansione del credito (peraltro cospicua negli anni precedenti la crisi), ma ciò non significa che non vi sia stata inflazione. La crescita moderata degli indici dei prezzi al consumo si è già rivelata un indicatore poco attendibile negli anni precedenti la crisi (e questo è pacifico anche per economisti mainstream, purché senza il paraocchi keynesiano che indossa Krugman), e credo sarebbe molto meglio se tornasse a essere adottata la definizione “classica” di inflazione (peraltro all’epoca usata non solo dagli austriaci). Ci si renderebbe conto, allora, che mentre i prezzi al consumo aumentano moderatamente, si gonfiano bolle su attività finanziarie e reali.

Quelli sono effetti evidenti dell’inflazione monetaria. Ma ho l’impressione che si preferisca non vederli, altrimenti dovrebbe essere messo in discussione l’intero apparato basato su banche centrali e sistema a riserva frazionaria, che consente di operare effetti redistributivi molto ingenti.

Invece che discutere nel merito questi argomenti, diventa quindi preferibile ridicolizzare chi le espone, come abitualmente fa Krugman, tacciando chi lo contraddice di essere portatore di posizioni ideologiche.

Da quale pulpito…

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Showing 5 comments
  • gastone

    questi pseudo ecomomisti moderni sono a letto con lo stato e non potrebbero propagandare teorie economiche che in qualche maniera non giustifichino la presenza dello stato in una economia, meglio che giustifichino la presenza più ingombrante di uno stato nell’economia.
    probabilmente conoscono l’interpretazione austriaca dell’economia meglio di noi e di chiunque altro, o forse sono dei perfetti imbecilli cresciuti con la granitica convinzione che l’economia debba partire dallo stato, attraverso l’aiuto della banca centrale, soli attori qualificati per gestire una economia sempre più complessa quale il mercato con i suoi meccanismi elementari non sarebbe in grado di gestire.
    tant’è, questi pagliacci che siano moralmente difettosi, pittosto che mentalmente inabili, rimangono sempre pagliacci.

  • Liberty Defined

    Krugman è quello che diceva che l’avvento di internet avrebbe influenzato l’economia mondiale al pari dell’invenzione del telefax e che in pochi anni non ne avremmo sentito più parlare.. Proprio un genio

  • Giorgio Fidenato

    Mia madre diceva: chi ha il sospetto ha il difetto. Quindi lui che ridicolizza lo fa perché Sto arrivando! Di essere ridicolo.

  • Antonio Belmontesi

    A proposito di ridicolizzazioni, l’altra mattina l’economista (sic!) Giulio Sapelli, in una trasmissione televisiva, a proposito di pareggio di bilancio di uno Stato, ha avuto l’ardire di affermare: “Ma queste cose le sosteneva Einaudi, che non aveva capito niente, e credeva che l’economia di uno Stato andasse gestita come quella di una famiglia”.

  • Albert Nextein

    Teoria, parole.
    Io, piuttosto, sarei interessato a conoscere la situazione finanziaria di questo krugman.
    Nell’ordine , quanto guadagna all’anno e per quali attività, poi immobili, azioni, fondi, oro, etc, etc.
    Importantissimo sapere dove li detiene , in quale banca e in quale paese, ed in che forma cioè se direttamente in capo a lui o tramite prestanome o fiduciarie.
    Conti e depositi bancari.
    Poi , mi interesserebbe conoscere il suo stile di vita, il suo menage, quanto spende per vivere.
    Se fa uso di droga, se abusa di alcool, se è obeso, se è gay.

    Vorrei sapere tutto quello che gli stati ladri sanno di noi sudditi.

    Poi posso valutare meglio quel che fa e quel che dice.

    Chi è , non me lo dicono le sue parole, ma i suoi comportamenti.

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