DI REDAZIONE
Il 17 gennaio 2024, Javier Milei si è presentato sul palco del World Economic Forum di Davos e ha pronunciato un discorso memorabile, dove ha parlato di libertà a tutto tondo, ha respinto al mittente i propositi dell’Agenda 2030 e le politiche woke e ha impartito una lezione di economia – perché di una lezione si è trattato – in cui ha spiegato perché “l’Occidente è in pericolo per colpa del socialismo”.
Alessandro Fusillo, che ha scritto una stupenda prefazione a questo volume, ha sentenziato che “se il discorso di Milei l’avesse scritto un estremista della libertà sarebbe stato più moderato”. Milei è andato a Davos a chiarire un altro aspetto fondamentale, con specifico riferimento a Klaus Schwab, il padre fondatore del WEF: il capitalismo degli stakeholder non c’entra nulla con la libertà, tantomeno con le idee di libero mercato.
Viceversa, esso ricorda il corporativismo fascista, dove lo Stato e una cricca di imprenditori amici fanno affari insieme, ma sulla pelle degli individui e della loro libertà di scelta.
Il capitalismo degli stakeholder richiama molto i “Gosplan” di certi pianificatori di un lugubre passato.
Come ha scritto il curatore di questo libro: “Conosco personalmente Javier Milei, lo stimo, dialogo con lui da oltre cinque anni, mi lega al personaggio un’amicizia disinteressata, ma una comunanza di idee, nonché caratteriale, unica. È un uomo che non ha mai tradito la parola data, che – come gli avevo pronosticato – è assurto a leader mondiale della libertà.
Riuscirà nella grande impresa che sta affrontando di far risorgere l’Argentina e trasformarla in un esempio per il mondo intero? Stando al discorso che ha tenuto a Los Angeles lo scorso 6 maggio, al Milken Institute, e a quello del 7 luglio scorso in Brasile, parrebbe di sì”.