DI ALESSIO PIANA
Questo lunghissimo articolo è rivolto a quelle persone che, pur non conoscendola, avvertono curiosità per la filosofia libertaria e vorrebbero sapere meglio di cosa si tratta.
Il Libertarismo secondo noi libertari è la più coerente e completa filosofia delle libertà individuali e la più efficace nell’interpretare la realtà politica, sociale ed economica. Purtroppo non la conosce quasi nessuno malgrado abbia importanti radici storiche.
Alcuni esponenti libertari sono diventati abbastanza noti in questi due anni e mezzo di psicosi pandemica, come per esempio Leonardo Facco (scrittore, ex giornalista ed editore, cofondatore del Movimento Libertario), Alessandro Fusillo (avvocato, presidente del Movimento Libertario) e Davide Rossi (analista politico e geopolitico). Molti altri studiosi libertari italiani di grande valore sono ancora poco conosciuti al grande pubblico.
Prima di tutto dico due parole su come sono diventato libertario.
Fino a cinque anni fa, prima di scoprire e aderire al libertarismo, ero un convinto statalista, attivista del movimento politico-culturale “Alternativa” di Giulietto Chiesa (che nel 2015 invitai al liceo di Tolentino per una serata pubblica con trecento persone) e dell’associazione MMT (Modern Money Theory) per la sovranità monetaria (di cui pure invitai a Tolentino due importanti esponenti per una conferenza pubblica). Poi per caso mi capitò di ascoltare una puntata di un podcast libertario (quello di Francesco Carbone) in cui il conduttore e gli ospiti sostenevano cose apparentemente assurde, tipo che la nostra costituzione più bella del mondo fosse invece gravemente sbagliata e difettosa sotto tanti aspetti, e altre ridicole amenità. Proseguii l’ascolto delle puntate per la curiosità di vedere come potevano questi sciagurati argomentare a favore di tali scempiaggini. Incuriosito, mi misi a studiare, leggere libri, articoli, saggi… ed eccomi qua. Lo studio dei principi etici del libertarismo ha completato il mio percorso di consapevolezza iniziato con Giulietto Chiesa, per comprendere le vere cause dei problemi socio-economici e di conseguenza le corrette soluzioni.
Quali sono queste soluzioni? Prima vediamo quali soluzioni sembrano corrette ma non lo sono.
Scrive il filosofo libertario Carlo Lottieri, docente di filosofia del diritto nelle università di Verona e Lugano, in Svizzera:
“Quando denunciano le connessioni tra politica e criminalità, molte persone non perdono la loro fiducia nel potere dello Stato e anzi chiedono che i poteri pubblici si facciano ancora più pervasivi; sono incapaci di comprendere che è proprio l’interventismo statale a favorire ogni genere di corruzione e la ‘cattura’ del legislatore da parte di questo o quel gruppo di interesse. L’unica soluzione che avanzano è un’accresciuta capacità di quei poteri di controllo detenuti dal ceto politico e che sono all’origine di tanti arricchimenti illeciti. Non colgono che le cause principali dei comportamenti criminali e delle frodi sono proprio nell’interventismo e nello statalismo, sempre più radicati con il progressivo accentramento dei poteri e l’ampliarsi delle competenze degli organi di governo. Le maggiori agenzie economiche e i gruppi finanziari vicini al ceto politico possono utilizzare il potere politico per ottenere rendite illegittime e affermare la propria visione del mondo. Un’impresa può ottenere i soldi dei contribuenti se, tramite l’apparato pubblico, riesce ad avere finanziamenti e protezioni. Gruppi che non sono politici esercitano un dominio sul resto della popolazione grazie al controllo che esercitano su un sistema istituzionale dotato di meccanismi coercitivi. La ricchezza è una risorsa che può essere usata per acquisire potere politico. Se il potere strettamente politico non ci fosse o venisse drasticamente ridotto, nessuno potrebbe disporre di un potere in senso proprio”.
(Carlo Lottieri, “Un’idea elvetica di libertà”, ediz. La Scuola)
Qual è dunque la soluzione corretta?
Lo spiega lo stesso Carlo Lottieri in una bella intervista di due anni fa (luglio 2020): decentralizzare il potere politico, avvicinare le decisioni ai territori e alle comunità di cittadini. Lottieri dimostrai grandi vantaggi degli autogoverni locali rispetto ai sistemi statuali a potere politico/decisionale fortemente centralizzato come quello italiano. Per evidenziare le differenze Lottieri paragona proprio il sistema centralizzato dello stato italiano al sistema federale elvetico composto di numerosi e minuscoli cantoni, sistema che Lottieri conosce particolarmente bene (ne ha scritto in modo approfondito, specialmente nel libro “Un’idea elvetica di libertà”).
Questa è l’intervista. Nello splendido libretto “Nuova Costituente: liberare i territori e rivitalizzare le comunità”, Lottieri illustra la sua proposta degli autogoverni locali. È breve, agile e scorrevole, si legge in un pomeriggio (se volete leggerlo ve ne procuro una copia… ).
Libertarismo anarco-capitalista
La versione più coerente del libertarismo è l’anarco-capitalismo. Due parolacce, anarchia e capitalismo! Sembrerebbe, ma non è così.
Anarchia
Cominciamo dall’anarchia. Cos’è l’anarchia? È la totale mancanza di regole, rispondono d’istinto tutti quanti. Ma se fosse davvero così sarebbe una imbecillità totale, violenze e soprusi di tutti i tipi, nessuna società può strutturarsi pacificamente senza regole!
Anarchia non significa assenza di regole ma un modo diverso di decidere le regole: non più stabilite da un ristrettissimo gruppo di decisori centrali che dal vertice di una piramide gerarchica le impongono coercitivamente all’intera società (come accade negli stati come il nostro a forte centralizzazione istituzionale) ma stabilite dalla base sociale attraverso consultazione popolare diretta emergente dalle comunità locali in maniera abbastanza simile a come avviene in Svizzera. Ma come… la Svizzera, così civile, ordinata ed efficiente è… anarchica? Sì, grazie ai suoi numerosi e piccoli cantoni indipendenti e ai suoi comuni dotati di ampia autonomia, amministrati per mezzo di frequenti referendum, è organizzata in una forma di anarchia ordinata.
Prima di saperne qualcosa…
Uno dei massimi studiosi libertari contemporanei, il filosofo e docente universitario statunitense Michael Huemer, ha ammesso: “La mia filosofia politica è una forma di anarchia. La maggior parte delle persone sembra essere convinta che l’anarchia sia una sciocchezza, un punto di vista da folli, e questo pressappoco era anche il mio atteggiamento prima di saperne qualcosa”. (Michael Huemer, “Il problema dell’autorità politica: un esame del diritto di obbligare e del dovere di obbedire”. Corsivo aggiunto da me).
Non liquidate il libertarismo come una sciocchezza, prima di saperne qualcosa!
Capitalismo di libero mercato
L’altra parolaccia: il capitalismo. Cos’è il capitalismo di libero mercato? È qualcosa di molto, molto lontano e diverso da quello schifo assoluto che c’è oggi che di solito viene chiamato neoliberismo e che essenzialmente è capitalismo di stato. È lo schifo che Lottieri ha descritto nella citazione che ho riportato prima: la commistione simbiotica criminale tra le concentrazioni di potere economico – sistema bancario, alta finanza internazionale, multinazionali, Big Pharma, industrie militari, piattaforme tecnologiche e digitali, lobby di pressione, gruppi potere economico (WEF, Bilderberg, Gruppo dei Trenta, ecc.)… – e le concentrazioni di potere politico – Stati, governi, Unione Europea, gli organismi istituzionali sovranazionali globalisti (ONU, FMI…), ecc.
La stragrande maggioranza della gente pensa, a torto, che i libertari approvino il sistema banco-finanziario che abbiamo oggi e che fu istituito un secolo fa. Lo pensa perché non conosce per niente i principi economici dei libertari (la Scuola Austriaca di economia). Noi libertari siamo ferocemente ostili al sistema bancario e finanziario odierno e constestiamo duramente le politiche monetarie degli organismi preposti alla loro regolamentazione (anzi, constestiamo proprio la presenza di tali organismi che non dovrebbero nemmeno esistere). Come mai? Perché questo sistema maligno, intrinsecamente disfunzionale, generatore di bolle e crisi sistemiche (ciclo economico), è quanto di più lontano, opposto, vi sia rispetto a un vero, sano, libero mercato del denaro fondato sui principi dell’anarcocapitalismo libertario: moneta rigida, non inflazionabile, abolizione della riserva frazionaria e di ogni forma di creazione di denaro dal nulla, abolizione delle banche centrali, del controllo artificiale dei tassi di interesse del denaro, dell’intervento distorsivo artificiale legalizzato ad opera di attori economici (banche centrali, stati, corporation, lobby, potenti famiglie, ecc.) al di fuori delle logiche di libera concorrenza di mercato. Per dire quanto i libertari anarcocapitalisti apprezzino questo sistema economico e monetario, Francesco Carbone, altro economista di Scuola Austriaca, l’ha definito “il Truffone”, la più colossale truffa economica, monetaria e politica di tutti i tempi, e vi ha dedicato un podcast intitolato proprio “Il Truffone” con oltre duecento puntate registrate (https://iltruffone.com/elenco-puntate-il-truffone/).
Dunque lo schifo totale in cui le istituzioni politiche giocano un ruolo rilevantissimo per mezzo di finanziamenti statali, normative di favore, nomine di personaggi compiacenti ecc., è quanto di più lontano ci sia dal capitalismo di libero mercato, dove invece lo Stato e le sue istituzioni non intervengono affatto e non impongono niente a nessuno, oppure, al massimo, hanno soltanto la funzione di garantire lo stato di diritto: il principio di non aggressione, principio base di tutta la teoria libertaria, la difesa assoluta della proprietà privata e il rispetto dei contratti volontariamente sottoscritti.
Tutto questo diventerà più chiaro guardando i video seguenti.
Video introduttivi al libertarismo
Alcuni anni fa, prima della psicosi covid, avevo registrato questa raccolta di video come introduzione ai principi dell’etica libertaria: https://www.youtube.com/playlist….
Concludo con due belle citazioni di Giovanni Birindelli, studioso libertario ed economista di Scuola Austriaca.
Sono tratte dal suo eccellente libro “Legge e Mercato”, ediz. Leonardo Facco.
Un cambio di prospettiva
“Le idee coerenti di libertà costituiscono un paradigma alternativo a quello totalitario dello stato moderno. Per chi ha sempre dato per scontato il paradigma opposto, cambiare paradigma non può essere fatto in poco tempo. Il cambiamento di paradigma non consiste infatti nel cambiare idea su una cosa, ma la prospettiva dalla quale si vedono tutte le cose”.
Un gesso alla gamba, eppure…
“Perché la stragrande maggioranza delle persone è incapace di concepire l’ordine sociale spontaneo [cioè il principio base di un società libertaria]? Innanzitutto a causa della scuola pubblica, che agisce sulla capacità di comprendere un ordine spontaneo allo stesso modo in cui un gesso applicato alla gamba di un bambino appena nato influisce sulla sua capacità motoria: anche ammesso che il gesso venga tolto dopo diciott’anni, la capacità motoria di quella gamba sarà fortemente compromessa. Tuttavia esistono persone di ogni età, di ogni background professionale e di vita, che pur non essendo state mai esposte al liberalismo classico e al libertarismo, ma che anzi sono state costantemente esposte alla propaganda collettivista, le quali, quando viene data loro l’opportunità, afferrano immediatamente il concetto di ordine spontaneo, come se lo stessero scoprendo dentro di loro, invece che acquisendo da fuori. Prendono e tagliano quel gesso che gli paralizza la gamba da sempre. E miracolosamente, invece di afflosciarsi sul pavimento, iniziano subito a camminare, anzi a correre”.
A quest’ultima citazione sono particolarmente affezionato perché descrive esattamente quello che è accaduto a me cinque anni fa.
Murray Newton Rothbard (New York, 1926-1995) è stato un economista, filosofo, matematico, politico, giornalista, storico e teorico giusnaturalista statunitense, l’esponente principale e il più importante ideatore dell’anarco-capitalismo, che è il libertarismo nella sua versione più coerente e radicale nella strenua difesa delle libertà individuali e dei diritti di proprietà.
Qui su Wikipedia.
Articolo ben leggibile e che tiene il punto. Bravo. Erasmo da Narni