In Ambientalismo, Scienza e Tecnologia
DI GIACOMO ZUCCO
Oggi ricorre il decimo anniversario del disastro nucleare di Fukushima, causato dallo tsunami Tōhoku. Provate a dirmi, senza sbirciare, quante vittime hanno fatto le terribili “radiazioni killer” di cui i massmedia parlavano insistentemente tutti i giorni. Probabilmente avete appena immaginato stime che vanno dalle centinaia alle milionate. In realtà l’esplosione del reattore ha ferito non fatalmente 37 persone, mentre altre 2 persone sono state ricoverate per avvelenamento da radiazioni. Tutti e 39 i feriti sono oggi vivi e vegeti per poterlo raccontare. Considerando gli effetti incerti delle radiazioni a basse dosi, alcuni studi dell’Università di Tokio hanno cercato evidenze di conseguenze a lungo termine, non trovandone alcuna. Eppure la mortalità media in quella prefettura é decisamente cresciuta, negli anni successivi all’incidente. Altri studi della stessa Università hanno provato a correlare tale crescita con altre ragioni, scoprendo che la maggior parte delle morti in eccesso nella prefettura, oltre a quelle dovute agli effetti diretti dello tsunami sulla costa, riguardavano anziani e malati gravi nelle aree dove il governo aveva ordinato l’evacuazione di massa (in seguito considerata immotivata sotto il profilo del rischio radioattivo), a sua volta causa di spostamenti a lungo termine e di uno stato di panico generalizzato. Molti anziani, anche relativamente sani, rimasti senza cura data la distruzione delle reti di supporto professionali (le badanti domestiche erano scappate altrove, il personale attivo delle case di riposo si era ridotto enormemente) e personali (i familiari erano sfollati altrove e non potevano più visitare), erano stati ricoverati per disidratazione e malnutrizione, spesso contraendo malattie nosocomiali. Molti malati gravi, di varie età, avevano dovuto interrompere cure e trattamenti, per difficoltà logistiche e riduzione del personale medico ed infermieristico disponibile. Gli studi si sono concentrati su questi casi più evidenti, ignorando possibili correlazioni più sottili (come l’importante aumento rilevato nei suicidi, plausibilmente ricollegabile ai numerosi traumi personali ed economici causati dallo sfollamento forzato di massa, o come gli effetti sulla salute dei più deboli di mesi di panico ed anni di isolamento), arrivando a stimare circa 2,202 vittime dirette. Che possono sembrare poche, ma sono comunque più delle vittime dello tsunami nella prefettura (1,599), e delle vittime del disastro nucleare (zero).
In sostanza: l’azione violenta del pianificatore centrale politico, assieme all’isteria di massa alimentata dalla superstizione pseudoscientifica popolare e dalla narrativa mediatica ossessiva, hanno ucciso molte più persone del disastro naturale.
Tutto questo… mi ricorda qualcosa.
Per fortuna é successo in una prefettura molto piccola… non oso immaginare lo stesso fenomeno su scala globale.
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