di ALDO MARIA VALLI
Mercoledì, mentre guardavo in diretta le immagini della presa di Capitol Hill da parte di un manipolo di sedicenti sostenitori di Trump, mi son fatto venire un braccio rosso a furia di pizzicotti. Volevo capire: ero sveglio o stavo sognando? La sensazione di irrealtà è stata fortissima.
A Washington, capitale della potenza militare planetaria, a difesa del Campidoglio e dei membri del Congresso c’erano agenti che sembravano usciti direttamente da Scuola di polizia, il film umoristico sui poliziotti imbranati. Senza neanche tentare di fare qualche timida resistenza, questi difensori delle istituzioni democratiche hanno spostato le transenne lasciando entrare i manifestanti nell’area del Campidoglio. Mancava solo che dicessero: “Prego, accomodatevi”.
Sui giornali italiani ho letto che i manifestanti hanno “fatto irruzione” e “preso d’assalto” il Campidoglio. Meglio sarebbe dire che sono stati fatti accomodare. Anche quando gli assalitori si sono arrampicati sui muri esterni dell’edificio (e non ce n’era alcun bisogno, visto che le porte erano aperte) e poi sono penetrati all’interno, i prodi difensori hanno brillato per la loro arrendevolezza.
Direte: ma un agente ha sparato e ha ucciso una donna. Certo, ma è sembrato più un incidente di percorso all’interno di una strategia che era di ben diverso tipo. Oppure una terribile pennellata per rendere un poco più realistico il quadro.
Direte: ma gli agenti si sono comportati così per evitare un bagno di sangue. Al che replico: ma ci rendiamo conto di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando della capitale degli Usa. Stiamo parlando del Campidoglio, del Congresso. Eppure, nel cielo di Washington non c’era nemmeno un elicottero. Sì, il Pentagono a un certo punto ha mobilitato la Guardia nazionale, ma i soldati sono rimasti per lo più passivi. E, lo ripeto, tutto questo nel cuore istituzionale e politico degli Stati Uniti, non in qualche sperduta contea di periferia.
Sappiamo benissimo che gli Usa, quando vogliono, sono in grado di impiegare apparati di sicurezza e repressione da far invidia ai film di fantascienza, eppure il 6 gennaio hanno affrontato i sedicenti trumpiani invasori con una delicatezza da educande. E alcuni agenti all’interno del Campidoglio si sono lasciati fare i selfie con gli invasori!
Ben Domenech, che ha lavorato al Campidoglio, su The Federalist scrive che lì le guardie non sono abituate a fare la faccia dura, perché il palazzo è generalmente aperto al pubblico. Inoltre, la sindaca di Washington, Muriel Bowser, non ha voluto in città forze dell’ordine extra, sostenendo che non ce n’era bisogno e che avrebbero solo fatto confusione.
Va bene. Ma si è complottisti se si afferma che la signora Bowser, del Partito Democratico, attiva sostenitrice del movimento Black Lives Matter (tanto da far ribattezzare un tratto della 16th Street NW, proprio di fronte alla Casa Bianca, Black Lives Matter Plaza e ordinare di dipingere un murale che ricopre l’intera via) probabilmente non è troppo dispiaciuta del fatto che sedicenti trumpiani abbiano dato una così pessima prova assaltando il Campidoglio?
E che dire delle immagini privilegiate dalla stampa? Tra tutti i manifestanti che sono entrati in Campidoglio, i media mainstream hanno naturalmente puntato sull’uomo mezzo nudo con le corna da vichingo e sul barbuto estremista di destra arrivato da Philadelphia. Due personaggi folcloristici certamente non rappresentativi delle centinaia di migliaia di manifestanti.
Cercando su internet si vede che questa persona con le corna, Jake Angeli, è un attore già comparso in manifestazioni Antifa e che si è fatto fotografare assieme a Michiel Vos, marito della figlia di Nancy Pelosi. Un figurante, come molti altri segnalati dagli stessi sostenitori di Trump sin dall’inizio della manifestazione.
Ci sono anche video in cui si vedono gli occupanti farsi dei selfie con il servizio di sicurezza del Campidoglio
Insomma, ci siano capiti. L’impressione è che la giornata abbia avuto qualche regista occulto, impegnato a mettere in scena un copione sul quale c’era scritto: lasciare agire o anche favorire i più scalmanati e i meno presentabili, in modo che davanti agli occhi del mondo si screditino con le loro stesse mani e poi i democratici abbiano buon gioco nel recitare la parte dei difensori della democrazia.
D’altra parte, se dopo tutto ciò che è successo ci si spone la classica domanda, cui prodest?, è evidente che a trarne vantaggio non è stato certamente Trump né i suoi sostenitori.
Molti commentatori in queste ore stanno parlando di immagini drammatiche. A me francamente è sembrata più una pochade, una commedia farsesca. In cui, a differenza delle manifestazioni tutt’altro che pacifiche dei Black Lives Matter, si può uccidere impunemente una donna disarmata, una veterana dell’Esercito. E per lei certamente nessuno si inginocchierà.
Per chi avesse la memoria corta vada a informarsi chi ha progettato e approfittato dell’incendio del Reichstag a Berlino nel 1933 e, ma sembrerebbe storicamente non proprio sicuro, l’incendio di Roma di Nerone.
“si può uccidere impunemente una donna disarmata”
lasciamo perdere che era una patriota,
lasciamo perdere che era veterana dell’esercito,
nessuno è perfetto.
Sulla soglia di quella porta, all’esterno, senza armi in pugno, con la forza della sua sola voce e presenza, senza nemmeno un estintore da proiettare contro un pubblico ufficiale ed altrettanto povero diavolo (ricordo l’azione di Giuliani a Genova), quella donna non costituiva una minaccia per lo stato e le istituzioni democratiche.
La sistematica soppressione per ignoranza dei limiti della politica e della libertà fondata sulla loro carta costituzionale, porta troppi americani a vergognarsi di essere tali e figli della loro storia; di tutta la storia, non solo di quella più novellata.
I più semplici si contentano del politicamente corretto i più smaliziati hanno capito che usare l’ignoranza delle moltitudini come clava, porta vantaggiosi risultati, costosi solo a chi li subisce. Questi scaltri sono indegni di morir di vendetta, meritano invece una espiazione continuata.
A Giuliani si trova intitolata una sala del palazzo (come vittima), questa donna (come eversiva) invece verrà rimpianta solo dai propri affetti.
Se vogliamo che dietro ci fosse pure una strategia sarebbe per conseguenza l’epifania di un atto di guerra civile tra fazioni opposte, sia perché occorso nel giorno di calendario, sia per il fatto di essere una rivelazione oggettiva. In tal caso il piombo ricevuto potrebbe essere legittimamente restituito in azione ed in condizione di difesa come legittimo argine ad offesa diretta ed inevitabile. Rimane la consapevolezza (speriamo) che ogni vita persa pro o contro lo stato sia un sacrificio folle e inaccettabile.
Resta il fatto che Trump sia un pessimo stratega. Quale fosse l’opportunità di indire una manifestazione di piazza in quel giorno, lo sa solo lui, alla fine c’è cascato come un salame nel trappolone, disinteressandosi completamente delle elezioni al senato, decisive per i repubblicani e l’America intera e vanificando così il risultato politico enorme ottenuto alle presidenziali.
Qualcuno in un articolo pubblicato su questo sito qualche mese fa, lo definì ultimo argine al socialismo….. ma un argine proprio farraginoso direi, un pasticcione di prima categoria, anti comunista a parole e protezionista fino al midollo. Adesso il golpe vero lo faranno i democratici, cambieranno legge elettorale ed aumenteranno i giudici della corte suprema, oltre ad incrementare le limitazioni sulle armi da fuoco, se non bandirle del tutto.
Definirlo così, non significa aver garanzia della sua riuscita. Secondo me, l’uomo non è lo stupido che vanno dipingendo da anni. Certo che di fronte alla menzogna, all’inerzia del suo partito, ai comportamenti istituzionali di chiusura di due occhi, alle censure proditorie, non è facile combattere una battaglia durissima.
Sicuramente non è lo stupido che vanno dipingendo ma rimane un pessimo stratega. Come Berlusconi: alla fine qualcosa da regalare scioccamente agli avversari si trova sempre. Anche l’arcoreo può lamentarsi dell’inerzia della sua coalizione ma se l’è scelta lui come Trump si è scelto Fauci. Tra l’altro, oggi Berlusconi (ma non solo oggi) è contro Trump. Nessuno dei due è stupido ma condivido per entrambi la definizione di pessimo stratega. Diciamoci la verità: oggi a causa di ciò che è successo a Washington siamo tutti con una difficoltà in più, quanto meno a livello argomentativo. Di certo non possiamo ringraziare per questo i due “strateghi”. A meno che non si scelga appositamente di perdere per lasciare il fiammifero acceso della gestione pseudopandemica in mano agli avversari. Ma se non li ritengo stupidi come li dipingono, così non li reputo tanto intelligenti da riuscire a partorire un simile disegno. Anche perché manca loro, almeno non l’ho vista io e se mi sbaglio me lo si dica, una seria strategia di opposizione ai buropandemisti. Buona ultima notte politica a tutti e due ma con molto personale rancore per la continua respirazione artificiale offerta agli statalisti.
Non è affatto stupido, l’uomo è un genuino in tutti i suoi pregi e difetti, purtroppo è estremamente impulsivo, agisce sempre d’impeto e non va bene. Sig. Facco data la durezza della battaglia, a maggior ragione non si possono commettere errori di quel tipo.