DI EAMONN BUTLER
Gli austriaci, dunque, considerano la macroeconomia come errata e fuorviante. Innanzitutto, essa tenta di sommare azioni individuali che poco hanno in comune utilizzando gli aggregati macroeconomici risultanti come base per formulare le proprie teorie e ciò è semplicemente insensato.
Questa è pseudo scienza come lo è, a maggior ragione, il ricorso alla matematica con l’obiettivo di scovare relazioni costanti tra quegli stessi aggregati. Siamo di fronte a un tentativo di applicare i metodi quantitativi a cose che non possono ragionevolmente essere sommate tra di loro e a fenomeni del tutto inesistenti. Per questa ragione, gli austriaci sono generalmente sospettosi nei confronti dell’uso delle tecniche matematiche e statistiche che sono invece strumenti imprescindibili per l’economia mainstream.
Una collettività non agisce: essa non risparmia, né consuma, né assume le persone. Solo gli individui da cui essa è costituita lo fanno. Gli eventi economici non sono causati da questa o quella “forza” sociale impersonale: essi sono semplicemente il prodotto delle decisioni e delle azioni economiche degli individui.
Concordo in parte; in parte invece rifletto sul fatto che alcune collettività tendono a comportarsi in maniera simile (quindi creano macro-fenomeni) perché influenzati dalla stessa educazione, cultura, religione e dalla stessa situazione di vita.