DI PIETRO AGRIESTI
Secondo me nei vari casi di revisionismo in atto, che vanno dal ritiro di via col vento, alla cancellazione di episodi di serie TV, all’abbattimento delle statue, passando per i cioccolatini moretti, il punto non è davvero il singolo caso, su cui ci possono essere buone ragioni. Ne il punto è che non si possa fare revisionismo storico: al contrario c’è una lunga e onorevole tradizione di revisionismo libertario. Men che meno è che non si può abbattere una statua. O che ci sia un’affezione personale a tutte queste cose: magari i cioccolatini facevano schifo e la statua era orribile e non ci siamo persi niente. Ma non è questo.
Il punto è che il singolo caso su cui si potrebbe fare un discorso ragionato, come è per Via col Vento, o per Montanelli, avviene in realtà senza fare alcun discorso ragionato. Che se mai viene fatto a posteriori dai progressisti meno fessi per giustificare il fatto. Ma è un discorso che spiega le ragioni per cui si sarebbe potuto fare, non quelle per cui viene fatto.
Al contrario, questi gesti, giusti o sbagliati che siano da mille altri punti di vista, sono tutti indifferentemente parte di una narrazione e di un sentire in cui hanno un unico significato principale: anticapitalista e antioccidentale.
Black Live Matters non è davvero una organizzazione contro il razzismo (è una generalizzazione alcuni esponenti saranno diversi), ma è una organizzazione culturalmente di estrema sinistra e anticapitalista. Alcuni suoi leader o fondatori o esponenti si dicono apertamente marxisti, o di sinistra o anticapitalisti, altri no, ma è questo che sono.
E neanche i movimenti di Antifa sono poi da vero antifascisti. Lo sono solo se si prende la loro definizione di comodo di fascismo, se si prende una definizione coerente, sono piuttosto l’esempio da manuale del fascismo degli antifascisti.
Perché sovrappongono uomo bianco, schiavitù, razzismo, colonialismo, capitalismo, fascismo, Trump, etc.. in un revisionismo storico assolutamente inaccettabile e sbagliato da mille punti di vista, per ragioni di merito, non di principio. Ad esempio:
Non si può assimilare schiavitù a bianco, men che meno ad americano: tutti i popoli del mondo l’hanno praticata, e in gran parte del mondo “non bianco” è ancora oggi praticata, la dove per lo più nel “mondo bianco” è praticamente estinta.
Non si può assimilare schiavitù e capitalismo: se mai il capitalismo ha messo economicamente fuori gioco la schiavitù. I paesi capitalisti sono stati probabilmente fra i primi ad abolire la schiavitù, e questo si è riflettuto sul resto del mondo contribuendo a porvi fine anche altrove.
Non si può assimilare Confederazione e guerra di Secessione a lotta pro e contro la schiavitù. Gli Stati Uniti del Sud erano economicamente arretrati, e il cotone lo si poteva tranquillamente produrre senza schiavi. Molti grandi abolizionisti del sud, gente che liberava gli schiavi anche a mano armata, si sono schierati con l’indipendenza del sud. Mentre ad es. Lincoln era un razzistone che non credeva minimamente bianchi e neri potessero convivere e considerava i neri certamente inferiori.
Non si può assimilare schiavitù e razzismo: si sono sempre schiavizzate persone anche della propria etnia. Ed è se,pre esistita una schiavitù totalmente slegata da motivi razzisti.
Non si può assimilare uomo bianco e razzismo: il razzismo, così come il tribalismo, la violenza, la guerra, la schiavitù, è probabilmente parte del l’istinto umano, queste cose purtroppo sono radicate in noi, l’antidoto è la ragione, è la civilizzazione, è la cultura, e in parte quindi sono anche il capitalismo e il libero mercato.
Non si può assimilare neppure uomo bianco e capitalismo visto che esempi di capitalismo, anche più libero di quello che si trova attualmente in usa e in Europa, si trovano in tutti i continenti, Africa compresa.
D’altronde perché non viene denunciata la schiavitù in corso altrove? Perché non viene denunciato il razzismo che certamente esiste anche verso i bianchi? O da parte dei neri? O tra neri e neri? O da parte degli asiatici? Sapete quanto sono razzisti e suprematisti i giapponesi? O gli indiani con il loro sistema di caste e il loro iper nazionalismo?
La risposta è che far notare che i paesi africani che hanno rimproverato l’america per il caso Floyd, hanno una storia di violenze poliziesche a casa loro mille volte maggiore, non serve. Perché quello in atto non è un vero discorso sul razzismo, la schiavitù, la convivenza fra diversi, la storia, etc..
Si tratta piuttosto in senso gramsciano di utilizzare il passato per la lotta politica presente. Non si tratta di un vero discorso storico, ma di un discorso politico travestito da discorso storico, da discorso sul rispetto dei neri o dei gay o di chi volete voi.. Per questo ha poco senso prenderlo come discorso storico vero, perché è puramente strumentale.
Per questo la persona ragionevole che concede beh su quel film, su quella statua, potrebbero pure avere ragione (sul Mises Institute è apparso ad esempio un articolo sulle ragioni che esisterebbero per “cancellare” Wooodrow Willson) si sta in realtà perdendo un pezzo. Non si sta davvero parlando di quel film o di quella statua. Non è davvero quello l’obbiettivo.
Il problema non è il singolo gesto, ma l’intera narrazione che avanza. La lotta politica in atto contro il capitalismo e l’occidente capitalista. Proprio in America, paese simbolo del capitalismo, del libero mercato, dell’individualismo, del libertarismo.. Questa narrazione rischia di spazzare via il paese che ancora più di tutti conserva nel suo DNA tutto questo.
Non sono solo le statue, Blm e Antifa: sono i college e le università americane che formano una classe educata all’anticapitalismo, sono i media, e il mondo dello spettacolo, e gli intellettuali e gli artisti, e le grandi corporation della silicon valley, etc.. che stanno ognuno con le sue dinamiche, le sue ragioni, i suoi interessi, portando avanti questa ondata (auto)distruttiva.
D’altronde a cosa serve concretamente tutto quello che stanno facendo, per i Floyd di questo mondo? Scrivono articoli su perché tutti i bianchi sono razzisti, si inginocchiano alle partite, twittano #icantbreath, decapitato colombo, etc.. Ma a che cavolo serve?
Demilitarizzare la polizia, smettere la guerra alla droga, cancellare i reati senza vittime, mettere la polizia legalmente sullo stesso piano di tutti gli altri, sciogliere i sindacati di polizia diventati ormai delle cosche mafiose.. Queste e altre cose servirebbero concretamente. Per non dire privatizzare proprio la sicurezza e la polizia, nel vero senso ancap della parola privatizzare (che non significa esternalizzare a un privato alcuni compiti per conto dello Stato). Servirebbero a tutti non solo ai neri, perché tra l’altro ci sono moltissimi episodi di violenza della polizia che non hanno vittime nere.
E chi ha da sempre proposte queste cose? Insieme a molte altre che per es. ridurrebbero drasticamente la disoccupazione e la criminalità. I libertari. Che però vengono dipinti come razzisti e suprematisti. Perché? Perché non sono di sinistra. Perché non difendono ‘i neri’ o ‘i gay’, ma tutti indistintamente. Perché propongono diritti individuali anziché diritti, colpe, punizioni, risarcimenti, espiazioni, pentimenti, collettivi. Perché per noi un individuo ha diritti in quanto individuo, e nessuno ha dei diritti speciali in più. E difendiamo il nero come il bianco, quello di estrema destra come quello di estrema sinistra, l’educato e il maleducato, il laico e il religioso, quando pensiamo siano violati i suoi diritti.
Ma soprattutto il nostro peccato più grave è che siamo pro capitalismo, proprietà privata e mercato: non importa se proponiamo da sempre storicamente qualcosa che aiuterebbe enormemente anche i neri, perché il vero obbiettivo non è aiutare i neri, ma l’anticapitalismo. Quindi saremo sempre nemici, anche se anche noi a modo nostro possiamo dire “defund the pollice” o riconoscere che Willson non meriterebbe di avere alcuna statua.
D’altronde c’è una falsità tra le tante che ancora voglio mettere in luce ed è quella per cui fare una battaglia per i neri voglia dire fare una battaglia alla blm, cioè esclusivamente per i neri. In realtà tutte le battaglie libertarie sulle tasse, la burocrazia, il contante, la libertà d’impresa, la libertà di ricerca sugli OGM, la libertà di armarsi, etc… sono ovviamente battaglie per i neri e per i gay e per le donne e per le minoranze, etc.. perché sono per chiunque. Ed è sbagliato pensare che abbia più attenzione per i gay il partito che propone le nozze gay, rispetto a quello che non propone niente di specifico per i gay, ma “solo” di togliere tasse e burocrazia. È solo marketing: dimezzare la pressione fiscale, o abolire le varie regolamentazioni sulle professioni, fa per tutte queste categorie 1000 volte di più che stabilire aggravanti e quote rosa e cose così..
Quindi non si tratta di fare i puristi, e rifiutare una protesta giusta perché qualche frangia fa qualcosa di sbagliato, ma di rifiutare tutto un movimento, una narrazione, una visione del mondo, una lotta politica, un revisionismo storico, che stanno agli antipodi dell’anarco-capitalismo. E che dal mio punto di vista se passassero non migliorerebbero le condizioni delle minoranze, ma devasterebbero le condizioni di tutti.
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Non lo trovo scritto male ma mi si potrebbe tacciare d’essere di bocca buona in questo.
Per me è il messaggio la cosa più importante e questo è inequivocabile: PRO libero mercato in libera concorrenza, contante, libertà d’impresa, libertà di ricerca sugli ogm , libertà di armarsi; CONTRO tasse imposte dal governo, burocrazia, parassitame vario.
Che chiedere di più in questo contesto?
è un ottimo articolo per noi che siamo sulla stessa linea, se il nostro messaggio però non passa un motivo ci sarà…non ultimo quello della forma.
ad ogni modo, ringrazio Pietro, aiuta a vedere le cose con uno spirito critico che raramente si trova in giro
Concordo, ma penso che chiedersi perché non passa il nostro messaggio d’aspirazione alla libertà è un po’ come chiedersi perché non passa la richiesta di liberarsi da mascherina e idiote misure di distanziamento e di blocco dell’economia: mi sembra evidente che con la pressione di cui è capace lo Stato con legge, media, censure, forze armate, indottrinamento, TSO e violenze varie, ci siano ben poche speranze di far passare una voce di contestazione e dissenso.
La prossima volta è bene rileggere prima di pubblicare: è scritto male, di fretta e poco accorto nella costruzione della frase.