In Economia

DI BRUNO LEONI

Nel dominio della scienza della finanza molte teorie hanno cercato di giustificare l’imposta sotto il profilo del “do ut des”, come cioè il corrispettivo di un servizio…Il fatto di imporre a un individuo un pagamento, come corrispettivo di un servizio che gli si vuole rendere, non ci deve mai far dimenticare che ciò significa in realtà imporre un certo servizio a pagamento.

Il godimento del servizio non priva mai il rapporto del suo carattere impositivo, cioè del suo carattere egemonico disproduttivo. Lo Stato impone infatti una quantità di servizi che dall’individuo possono essere considerati inutili.

Per esempio, quando un individuo, come dipendente di una azienda, versa un certo contributo tratto dal suo salario in conto assicurazioni o previdenza, anche se egli non avrebbe alcuna intenzione di farlo spontaneamente, subisce una imposizione. Costui potrebbe desiderare di provvedere diversamente, risparmiando da sé, accumulando i denari nella misura e con i criteri che vuole.

L’individuo in questione può perciò considerare inutilmente dispendioso, inadatto o inopportuno, e cioè disproduttivo il risparmio nella forma che gli viene imposta mediante il versamento di contributi.

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