DI REDAZIONE
Su Radio An-Cap abbiamo parlato di Hippie, ovvero quel fenomeno generazionale che – per dirla con Ayn Rand – è stato la dimostrazione vivente di cosa significhi rinunciare alla ragione e fare affidamento sui propri “istinti”, “impulsi”, “intuizioni “primordiali – e capricci.
Ecco la registrazione della trasmissione.
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Affermare che sia stato un bene la loro esistenza perché hanno ispirato a qualcuno l’avvicinamento al libertarismo è come dire che sia stato un bene che ci sia stato il nazismo così adesso apprezziamo meglio la libertà. Quest’ultima è invece come l’appetito che viene mangiando. Se ci si abitua a starne senza, la libertà non si apprezza e lo stiamo vedendo in questi dannati giorni dove gente in fila o sui balconi imbandierati chiede stupidamente ancora maggiori restrizioni. Senza di loro ci sarebbe stato più tempo per conoscere Ayn Rand senza dover per forza passare per l’inferno. Non sono accostabili al nazismo? Cosa pensavano di Israele? Che avesse diritto a esistere o che fosse una nazione occupante? Volevano essere lasciati in pace ma spesso loro non lasciavano in pace gli altri. Non proprio, quindi, come i vagabondi del Dharma. Se veramente erano contrari a circondarsi di oggetti inutili, non si spiega la loro passione per altrettanto inutili posters, ciondoli e bigiotteria varia. Per loro erano inutili scienza e tecnologia. Il loro modo di vivere metteva paura? Certo, la mancanza di igiene provoca paura; non si vede perché non dovrebbe provocarla. Chi si ispirava a Thoreau evidentemente non aveva letto Thoreau. Un po’ come tanti comunisti che sono tali perché Marx non lo hanno letto. Non potevano avere alcuna libertà intellettuale perché erano profondamente ignoranti. Hanno lasciato tanti danni ambientali ma curiosamente vengono chiamati figli dei fiori. Che “se magneno li genitori”, diceva Raimondo Vianello.
c’è da dire che i socialisti tendono ad infiltrarsi ovunque, in qualsiasi movimento / idea / corrente, pur di metterci su il cappello e dire ‘vedete, la pensiamo allo stesso modo quindi votate per me che porto avanti le vostre rivendicazioni’, anche se magari erano le stesse cose contro cui si scagliavano contro in un altro stato.
Sei gay o lesbica? noi difendiamo i gay e lesbiche! (anche se dittatori comunisti li uccidono e torturano senza pietà.
Ti piace il jazz? sei un artista di qualsivoglia genere? eccoti la rassegna ad och perché SOLO NOI siamo la vera autentica intellighenzia. Ma come, non sapevi che solo a sinistra c’è pluralità, comprensione, scienza e sapienza??
Vuoi la casa? Te la diamo noi in qualche modo, facendotela occupare o comunque immobili pagati da tutti (case popolari) ma gestiti con metodo mafioso (poi sai chi devi votare!) . Non importa se nel libero mercato sarebbe costato magari meno o -allo stesso prezzo- migliore o con servizi migliori, rispetto all’incubo di posti come tor bella monaca.
Come novelli Beetlejuice, dicono d’essere come te (qualsiasi cosa tu sia), e quindi cercano d’inglobarti e darti l’illusione di rappresentarti. e corrompono movimenti ed idee altrimenti meritevoli.
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Salve a tutti
è un argomento che mi interessa e volevo fare alcune considerazioni, dopo aver visto il video.
Essendo io nato negli anni sessanta, quando il movimento hippie era già nel pieno del suo sviluppo, non ho potuto viverlo direttamente. Ho potuto cercare di conoscerlo e studiarlo quando ormai era alla fine.
Sono di idee libertarie da una buona ventina d’anni ormai, e a queste idee ci sono arrivato, come tutti, seguendo un percorso.
Devo dire in una fase del mio percorso sono stato un sostenitore entusiasta della cultura underground. Il sistema mi stava stretto, questo è sicuro, e cercavo dei modi alternativi di vivere e guardare la vita: vedevo nella cultura hippie un modello a cui ispirarmi. Quello che mi attraeva del movimento erano il rifiuto di vivere secondo un modello imposto dall’alto, e il rifiuto del consumismo, cioè di quel meccanismo perverso del LAVORA -> PRODUCI -> CONSUMA che il movimento combatteva. Ero di idee prevalentemente di sinistra, ma quello che più mi attraeva del movimento era la sua componente anarchica (anarchismo di sinistra). Due questioni però me ne hanno fatto allontanare. Una era la loro ideologia atea. Io sono credente e non capisco come una teoria che si definisce libertaria possa imporre a un individuo delle condizioni sulla sua sfera spirituale. L’altro aspetto che non mi convinceva era la loro visione di una società in cui nessuno è proprietario di niente e quindi tutto è di tutti, cosa che a mio avviso può realizzarsi solo nel regno dei cieli e non certamente sulla terra.
Comunque continuavo a leggere e a informarmi perchè forse ero io che non avevo capito bene il concetto. Una volta, digitando su un motore di ricerca la parola ‘libertarismo’, mi apparve un link ad una certa scrittrice Ayn Rand. L’articolo faceva riferimento a una visione della società, basata sulla proprietà privata, detta anarco-capitalismo. Decisi di leggere lo stesso l’articolo, preparandomi a sorbirmi un cumulo di sciocchezze inaudite.
Man mano che leggevo, il mio atteggiamento sghignazzante si andava spegnendo sempre più. Passando da un articolo all’altro attraverso i link, venivo a conoscenza per la prima volta di teorie e di pensatori mai sentiti nominare prima, come scuola austriaca di economia. Rothbard, Von Mises.
Quello stesso pomeriggio mi resi conto che avevo trovato quello che stavo cercando da tempo. Le letture fatte in seguito mi confermarono questa convinzione.
Avevo trovato l’abito in cui mi sentivo a mio agio: quest’abito non consisteva nei jeans strappati e sporchi degli hippies, però ci ero arrivato tramite loro. Per cui, pur essendo un libertario convinto, vorrei spezzare qualche lancia a loro favore, in maniera sintetica, con riferimento ad alcuni punti trattati nel video.
– Se ha un senso accostare il movimento hippie con l’ideologia comunista, qualunque riferimento al nazismo è fuori luogo
– Gli hippies non erano neanche tutti comunisti; era un gruppo assai variegato; una parte si ispirava alla vita solitaria e ritirata di Thoreau
– Gli hippies cercavano l’autodeterminazione individuale, proprio come i libertari, solo per vie diverse. Nei “Vagabondi del Dharma” di Kerouac, il protagonista dice:” Ho negli occhi la visione di un’immensa rivoluzione degli zaini; migliaia o addirittura milioni di giovani americani che vanno in giro per il mondo con uno zaino, che salgono sulle montagne per pregare, fanno ridere i bambini e rendono allegri i vecchi, fanno felici le ragazze e ancor più felici le vecchie, tutti pazzi Zen che vanno in giro scrivendo poesie che per caso spuntano nella loro testa senza una ragione al mondo e inoltre essendo gentili nonchè con certi strani imprevedibili gesti continuano a elargire visioni di una libertà eterna a ognuno e a tutte le creature viventi…”
– E’ vero che molti di loro erano strafatti, ma fare uso di certe sostanze non era condizione necessaria per far parte del movimento
– Le sostanze allucinogene venivano viste allora come un mezzo per espandere la coscienza e arrivare a una migliore comprensione di sè e della realtà (certo io non ho bisogno di certe sostanze per sballarmi)
– Molti artisti del tempo hanno fatto uso di allucinogeni per aiutare l’ispirazione, per esempio il grande Syd Barrett dei Pink Floyd
– E’ vero che avevano poca voglia di lavorare, ma questo perchè ritenevano che non avesse senso nella vita lavorare troppo per circondarsi di oggetti inutili. Il concetto era lavorare poco, vivere di poco e godere delle cose semplici della vita.
– Loro volevano solo vivere a modo loro ed essere lasciati in pace. Ma per la società il loro modo di vivere era irritante. Anzi peggio: il loro modo di vivere metteva paura (questo è tra l’altro il tema del film “Easy Rider”).
– Non erano sprovvisti di libertà intellettuale; molti di loro erano studenti; molti si ispiravano alle filosofie orientali
– Certo, una parte di loro erano anche dei ciarlatani, giovani ricchi e di buona famiglia che il fine settimana si mettevano una paio di jeans strappati e una t-shirt logora, andavano ai concerti e si davano delle arie da contestatori, un pò come i radical chic di oggi che fanno i comunisti e vanno in giro con la carta di credito dei loro genitori.
Il movimento hippie era un’utopia, e non poteva che fallire.
Ma è bene che ci sia stato.
Per quanto mi riguarda, credo che resterò un libertario.