DI AURELIO MUSTACCIUOLI
Ho letto che il noto virologo, che ha il vizietto di querelare tutti i virologi che a suo dire sono meno bravi di lui, si sia molto offeso del video che lo prende per il culo per le sue affermazioni imprudenti. Queste sono antecedenti all’emergenza, e lui mica aveva la palla di cristallo.
Ma io l’ho visto il video e l’ho sentito quando diceva che il rischio di contrarre il virus era zero, ed era zero perché si erano prese serie misure di contenimento. Ora i casi sono due, o non sai di cosa parli e ti piace fare il tronista o lo sai e allora non sei poi tanto bravo. Perché le misure di contenimento si sono dimostrate essere inesistenti.
Poi, a pandemia esplosa, ha iniziato a dire che i suoi colleghi erano irresponsabili e si doveva chiudere tutto, per evitare una ecatombe. Creando un allarmismo senza precedenti in netta controtendenza rispetto ad altri virologi di fama.
Ora consentitemi, sento spesso dire che questa è una crisi sanitaria e deve pertanto decidere la scienza. Ma questa è una palese stupidaggine. Non è certo Burioni che deve dettare la linea su cosa fare.
Un virologo dovrebbe studiare e combattere il virus. Se è epidemiologo dovrebbe fare analisi e simulazioni sulla curva pandemica. Ma decidere cosa fare certo non spetta a lui, è una decisione politica che richiede, se mai, il supporto di un economista e di un filosofo morale, che ha molto più da dire di un virologo sulle azioni da intraprendere, che decidono chi vive e chi muore.
Nel caso in questione, poi, Burioni non ha neanche fatto bene il suo lavoro e le sue dichiarazioni hanno fatto sì che la popolazione avesse una percezione della letalità della malattia molto più alta del reale.
Virologi come la Capua, la Gismondi del Sacco di Milano, il candidato al nobel Giulio Tarro, e fonti autorevoli come il CDC, la Johns Hopkins University, etc, dicono infatti che la letalità attesa del virus è comunque bassa, intorno allo 0,6% medio (variabile per fasce d’età da quasi zero per i giovani sani a un valore molto più alto per gli anziani che hanno altre patologie), non il 13% che appare dai numeri e che dipende invece dallo stato di avanzamento della pandemia (quanti infetti ci sono in realtà, e sono centinaia di migliaia) e dallo stato delle strutture sanitarie.
Per prendere le migliori decisioni, si sarebbe dovuto valutare lo stato di avanzamento della pandemia, il numero di infetti asintomatici nella popolazione e, certamente, anche il numero di eventuali immuni.
Si è invece deciso di procedere con il lock down solo sulla base delle emozioni e delle dichiarazioni di Burioni, ma quasi alla cieca, con l’arroganza di chi pensa di sapere come stanno le cose (e così non è) e decide arbitrariamente cosa imporre a tutti, senza farsi scrupolo di violare le libertà basilari dei cittadini e neanche valutando con razionalità le conseguenze delle sue azioni, sia in termini di morti che di dissesto sociale e economico.
E i risultati non possono essere buoni.
L’ estrema contagiosità di questo virus espone decine di milioni di italiani al rischio, una letalità dello 0,6% (comunque molto più alta dell’ influenza stagionale) potrebbe quindi causare centinaia di migliaia di morti. Esempio: 20000000 di contagiati, pari al 30% degli italiani, significherebbero 120000 morti, anche il numero di morti fra le persone giovani e in buona salute risulterebbe piuttosto alto in valore assoluto. Accanto ai casi ad esito sfavorevole vi sarebbe poi un numero ancora più grande di pazienti bisognosi di cure intensive che, in assenza di misure di contenimento, andrebbe a superare la capacità di risposta delle strutture sanitarie incrementando ulteriormente la letalitá. Quindi, a me pare, pur nell’ incertezza, il lock down ha una logica. Si tratta ora di individuare una strategia di uscita, consapevoli dei rischi che ogni scelta comporta.
Condivido totalmente.
Burioni compie un errore logico/epistemologico enorme: in tv afferma che “il rischio è zero” perchè “il virus non circola” perchè “bisogna guardare solo i casi confermati”.
E’ qui il problema, l’errore gigantesco: confonde assenza di prova con prova dell’assenza, e ne trae le conseguenze di “virus che non circola” con ingiustificata certezza.
Errore tanto più grave dal momento che parla di rischio, quindi per definizione relativo all’incertezza ed al non noto.
Il problema non è certo non essere veggenti, ma trarre conclusioni del tutto arbitrarie dai dati disponibili.
Questo errato modo di ragionare, sbugiardato da decenni proprio dai nostri cari filosofi liberali (Popper su tutti, ma non solo), è una costante del “ragionamento” di questa gente, che si manifesta sempre, non a caso, anche nel totalitarismo violento con cui vuole imporre il proprio punto di vista.
Assolutizzano qualche dato, chiamandolo “evidenza” pensando che il mondo finisca lì.
E chi sa che c’è qualcosa “oltre”, viene tacciato di antiscienza, da censurare, radiare, punire.
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NB: tutto ciò dimostra che, negli anni scorsi, il punto di vista filosofico/epistemologico dei vari Cavicchi ed altri “free vax” era corretto, ed il suo sbagliato. Lo dimostrano i FATTI.
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Tutto questo è pericolosissimo, è un’ideologia totalitaria molto profonda e dalle conseguenze molto forti.