DI ALBERTO LUSIANI
Nel mondo civile e avanzato esistono le crisi, i fallimenti, e si risolvono con offerte di lavoro ai dipendenti che lo perdono in attivita’ identiche, simili o diverse con riqualificazione.
Poi c’e’ il piccolo mondo antico del Belpaese, pervaso da una curiosa, ridicola, bacata e fallita cultura alternativa, quasi una religione. In Italia esiste solo il posto fisso a vita, con contratto collettivo nazionale, con aumenti di anzianita’ di servizio che raddoppiano il compenso lungo la vita lavorativa. Un cambio di datore di lavoro nella cultura italiana e’ una sciagura, un taboo da esorcizzare, perche’ potrebbe azzerare l’anzianita’ di servizio e disarticolare un modello culturale del posto fisso a vita, come nelle gilde medievali o meglio nei tempi di Diocleziano in cui chi abbandonava il proprio “posto di lavoro” era messo a morte. Meglio quindi la cassa integrazione per 10-20-30 anni piu’ lo scivolo verso la pensione anticipata, che deprime e degrada tutta l’economia ma salvaguardia uno specifico locale modello di vita e di esistenza.
Va sottolineato che il modello del contratto collettivo nazionale con aumenti per anzianita’ di servizio e’ pervasivo nella piccola (e malaticcia) parte strutturata dell’economia, con imprese medio-grandi, che paga buoni e sicuri stipendi, per cui serve come esempio e modello di vita anche per la parte che per motivi strutturali non puo’ garantire questo modello bacato.
Per esempio le colf istruite dalla CGIL cercano di seguire lo stesso modello e cercano di evitare di cambiare datore di lavoro per non azzerare l’anzianita’ di servizio. Ma con le colf il datore di lavoro e’ sostanzialmente libero e il gioco di fatto si riduce in una contrattazione continua effettiva. Ma il CCNL delle colf prescrive ancora aumenti di anzianita’ sempre e comunque, anche quado ci sono crisi paurose con crollo del PIL dell’8%.
Diverso il caso delle grandi imprese che persistono nel tempo, come in passato Fiat e Olivetti, che questo modello di vita costringeva a fare accordi politici a Roma (presumo ben finanziati da tangenti) per concordare prepensionamenti e scivoli del momento, con il rituale accenno propagandato anche dal circo mediatico non casualmente in buona parte di proprieta’ degli stessi “grandi” imprenditori, all’altra genialata italiana, la staffetta generazionale, per rimpiazzare lavoratori di 55 anni pagati il doppio per anzianita’ di servizio con i loro figli di 20 assunti ad anzianita’ zero. Da qui origina il marcio delle pensioni anticipate, del tasso di occupazione oltre 50 anni tra i piu’ infimi del mondo: dai vertici politici, sindacali e imprenditoriali italiani storici.
Per cambiare la mentalita’ e la religione degli italiani come questo, occorre rivedere il sistema dai suoi fondamenti, che e’ un compito non banale. Non si tratta solo di curiose e casuali credenze diffuse nella massa semianalfabeta, stile cargo-religion, si tratta di un modello culturale messo su dalle massime forze politico-sindacali italiane, animate da storica italiana massima stupidita’ sulle conseguenze delle loro azioni e modelli ideologici. Le alternative al cambiamento e all’evoluzione culturale temo possano essere solo la continuazione del declino/degrado italiano degli ultimi decenni, con l’indignazione per chi offre nuova occupazione a chi perde un posto di lavoro.
abbigliamento? fanno a cazzotti per lavorare? usa?
Ciccio, mi sa che il tuo “presunto amico” è andato in Cina.
il grosso guaio è che chi ha un lavoro e lavora (o pensa di farlo) bene e cerca di migliorare cambiando occupazione non ci riesce perché le aziende fanno enorme fatica ad assumere perché a loro volta non possono licenziare.
in questo modo sono protetti solo i mediocri o peggio, ed alla fine si campa di volontariato, cioè lavora chi vuole, stiamo alla buona volontà del singolo.
Quanto si può andare avanti con gente che fa il minimo indispensabile (il minimo “sindacale”) ed il grosso è volontariato?
Raccontava un imprenditore dell’abbigliamento andato (fuggito) anni fa verso gli stati uniti, dell’enorme differenza tra come lavorano laggiù e qui: qui trovi ovunque quest’atteggiamento e devi trascinare interi settori per cercare di arrivare al lavoro compiuto, e non per niente abbiamo il detto “chi fa da se fa per tre”, appunto perché di solito il rendimento di un lavoratore medio è davvero un terzo di uno che lavora sul serio. In california invece di trascinarli, sembrava come se fossero i lavoratori a spingerti. Vuoi fare una cosa e già si stavano rimboccando le maniche; hai un progetto ed hai l’imbarazzo della scelta di squadre che ti supportano. .. Ovvio che non è tutto rose e fiori, ci saranno spine anche negli USA, ma certe differenze sono nette.