DI MASSIMO TESTA
Dice: “le donne, a parità di ruolo, guadagnano meno degli uomini.
Bisogna rimediare!”
E invece io dico di no.
Perchè?
Perchè questo modo di ragionare dividendo sempre le persone in categorie varie è stupidamente collettivista, quanto ad esempio i contratti di lavoro nazionali e per settori.
Tutta robaccia da mandare al macero.
Una persona, uomo o donna che sia, va pagata, o meglio, deve cercare di farsi pagare in base a quanto vale o pensa di valere.
Se una donna sa svolgere una data mansione meglio di un uomo, si deve fare valere.
O viceversa.
Per cui il rimedio è uno solo: via tutte le gabbie di categoria che stabiliscono salari e/o minimi compensi, che ogni persona tratti individualmente il suo compenso senza leggi che difendano l’appartenenza a qualsiasi categoria.
Certo, vi sarebbero comunque degli standard, ma di mercato, non imposti da politici ignoranti.
Dite che poi il “padrone” se ne approfitterebbe?
No: lui è ben felice di avere dei minimi, dai quali manco se gli sparate si stacca.
Ma è lui, quel cattivone, che ha bisogno degli altri.
E si eviterebbe di dover sentire che una giocatrice di calcio dovrebbe guadagnare quanto un calciatore, ovvero ignoranti economici che ragliano quotidianamente.