DI ALESSIO PIANA
Alcuni miei studenti (pochi per fortuna) non gradiscono i miei metodi didattici. Quindi protestano. Perché protestano? Perché non mi hanno scelto, non si possono scegliere gli insegnanti (né gli insegnanti possono scegliere gli studenti). Se venisse data loro la possibilità di scegliere probabilmente cambierebbero insegnante e non protesterebbero più. Oppure resterebbero con me e non protesterebbero più lo stesso, altrimenti io direi loro di andarsene da un altro insegnante.
La possibilità di scelta riduce i conflitti interpersonali: se non ti va bene cambi offerente. Le imposizioni d’autorità hanno l’effetto contrario: inaspriscono i conflitti interpersonali.
Perché ci sembra così assurda l’idea di scegliersi gli insegnanti? Perché “ognuno di noi tende a considerare normale ciò che ha da sempre davanti agli occhi, mentre ritiene quasi incomprensibile quanto appartiene ad altre culture o a progetti non ancora tradotti in realtà” (Carlo Lottieri, “Il pensiero libertario contemporaneo. Tesi e controversie sulla filosofia, sul diritto e sul mercato”, ediz. Liberilibri).
Eppure scegliersi gli insegnanti non sarebbe una cosa così lontana dalla realtà: oggi per fortuna possiamo scegliere il medico di base, e se non ci va bene lo cambiamo. Forse qualcuno preferirebbe che il medico ci fosse assegnato d’ufficio dall’autorità sanitaria? E se poi non ci va bene allora sai quante proteste!
La libertà… cos’è? È la possibilità di scegliere, è la libertà di scelta.
Mi sembrano banalità. In realtà gli studenti sono già liberi. Possono andarsene. Solo che andarsene gli fa fatica.
Metterli nella condizione di “poter scegliere”, è di nuovo ingabbiarli, perché non c’è vera scelta, o meglio c’è scelta a condizioni date. Quindi non è libertà. Laa libertà presuppone anche creatività, uscita da schemi imposti.
andarsene dove? le scuole tutte devono attenersi per legge a quanto imposto dal provveditorato generale degli studi, programmi e libri. Sei costretto ad espatriare… una volta era mussolini che ti portava al confine, ora ti costringono a farlo e ti fanno pure la morale da quattro soldi (altrove ti portavano nei campi di rieducazione) . Ma sempre atteggiamenti fascistoidi restano.
Ma è proprio in questi frangenti che si svela l’importanza di una frontiera vicina dietro cui rifugiarsi. Stati grandi quanto la svizzera o al massimo del portogallo o di un paio di regioni messe assieme (toscana+emilia o lazio+abruzzo, ecc..) , ognuno in concorrenza tra loro, ognuno che offre con la propria ricetta di società.
Sempre il viaggio di trasloco bisognerà affrontare, ma non sarà di migliaia di chilometri a volte per cambiare continente, ma solo di poche decine .
Questo eviterebbe di dover abbandonare dolorosamente propri cari, amici e tomba di famiglia, e punirebbe al contempo lo Stato più arrogante inetto e tassaiolo privandolo dell’unica vera risorsa a sua disposizione, i propri concittadini (che alcuni vedono come sudditi e schiavi fiscali da parassitare).
Per questo è importante la secessione sempre ed ovunque.
non saprei…secondo me ci viene da pensare che resterebbero vuote solo a causa della nostra esperienze con il sistema attuale.
Permettendo il costruirsi libero di classi com’era una volta, ne avremmo piccole e grandi, generiche e di nicchia, con prof esosi ed economici, capaci ed incapaci (ma bravi a vendersi)…. Nasceranno strumenti di giudizio delle famiglie clienti che oggi possiamo solo immaginare guardando a cos’è accaduto coi clienti della ricezione turistica e tripadvisor.
Di sicuro mancherebbe la costosissima intermediazione statale con suo carico di ministeriali, funzionari, insegnanti in pensione a 40anni, e parassiti vari della Casta intoccabile con assurdi stipendi che nulla danno all’insegnamento che servirebbe ai nostri ragazzi ed alla società civile tutta, ma che somigliano invece molto a quello che fanno nelle madrasse islamiche col corano.
E mancherebbe l’indottrinamento obbligatorio che modella le menti dei futuri schiavi sui libri decisi ed imposti con la forza dallo Stato.
Sai quante classi rimarrebbero vuote per carenza di studenti