IL FANATICO ELETTORE

DI LEONARDO FACCO

Il fanatico partitico, spesso elettore, è finanche patetico. A fronte di una grande fregatura figlia delle promesse elettorali ricevute (come accaduto negli ultimi vent’anni e passa) insiste col dire: “Però se non fosse per lui non mi sarei svegliato”. E’ un po’ come se il truffato, pensando al suo truffatore dicesse: “Però se non mi avesse proposto quella possibilità di business, mai ci avrei pensato”.

Il politico italiano – scegliete voi quello che preferite – è una sottospecie di Ponzi; anche Ponzi offriva investimenti per far guadagnare chi gli credeva, prometteva grandi cose, un futuro radioso e di ricchezza. Poi abbiamo visto in cosa consistessero quegli investimenti. Ponzi era un truffatore, come molti altri truffatori esistono al mondo. Ebbene, il politico italiano è un truffatore tra i più scafati e mi ricorda quelli che ti vendevano, negli Autogrill, un mattone al posto del videoregistratore. Ti raggiravano con un sacco di chiacchiere e, alla fine, tu li pagavi e restavi col mattone sul groppone.

Ergo, il fatto che per fotterti i soldi ti facessero “ottime proposte” non li esime dall’essere considerati per quel che sono: truffatori, ladri, canaglie. Il fatto che quelli che hai votato ti abbiano offerto pensioni ricche, indipendenza, federalismo, libertà – tutte “ottime proposte” – non li esime dall’essere considerati allo stesso modo di un Ponzi qualsiasi.

Morale post-elettorale: il fatto che ti piaccia farti buggerare, trovando anche una giustificazione al fatto che ti han fottuto, non ti dà alcun diritto di convincere anche me della giustezza dei tuoi errori.

Quello che voti, se tu fosse un tizio in gamba, il mercato se lo porterebbe via.