Gli allevatori del Texas stanno facendo di più, per la conservazione delle specie animali, dei gruppi per i diritti degli animali, perché permettono che gli animali siano cacciati e uccisi nei loro ranch privati. Charly Seal, direttore esecutivo della Exotic Wildlife Association, ha fatto questa audace – e probabilmente controversa – affermazione durante un recente servizio del programma 60 minutes della CBS. Benché sembri un ragionamento contro intuitivo, una piccola dose di pensiero economico potrà svelare l’enigma che vi sta dietro.
Aristotele scrisse che, “Ciò che è in comune è ciò che viene curato di meno, poiché tutti gli uomini hanno più cura di ciò che è di loro proprietà rispetto a quanto hanno in comune con gli altri.” Si tratta della famosa “tragedia dei beni comuni” di cui ha scritto Garret Hardin nel 1968. L’ecologista stava discutendo della gestione di un pascolo in cui non erano chiari i diritti di proprietà e di come questa condizione avesse portato al sovrappopolamento del bestiame. Come spiegò Hardin, “la tragedia è in questo: ogni persona è inserita in un sistema che lo spinge a incrementare all’infinito il suo gregge – in un mondo di risorse limitate …. la libertà in un sistema di proprietà comune porta la rovina a tutti.”
Detto in termini semplici, la tragedia è che nessuno ha incentivi a prendersi cura di qualcosa che non possiede. Per esempio, se doveste fare uso di un bagno e vi facessi scegliere tra un bagno in un parco pubblico, uno in un parco privato (es. Disneyland) oppure un bagno privato in una casa, quale scegliereste? Posso scommettere che la vostra ultima scelta sarebbe il bagno in un parco pubblico. Disneyland, al contrario, vuole che i suoi clienti si divertano (e strutture pulite contribuiscono allo scopo) e ritornino. Se qualcuno non pulisce il suo bagno, poi, ne soffre direttamente a livello personale. Quindi, ha un incentivo a pulire il proprio bagno. In caso di proprietà pubblica o comune, invece, non vi sono benefici diretti nel pulire e mantenere in buono stato i bagni.
Polli, mucche e maiali sono esempi di come la proprietà privata faccia bene alla popolazione di quegli animali. Il fatto che li uccidiamo ogni giorno potrebbe disturbare alcune persone. Tuttavia non si è mai sentito di polli, mucche o maiali come specie a rischio estinzione. La ragione è semplice: la gente le alleva. Ora possiamo ipotizzare che le persone allevino questi animali perché traggono piacere nel guardarli mentre si riproducono (ma andremmo decisamente fuori tema!) oppure possiamo riconoscere che c’è un incentivo monetario all’allevamento.
Ovviamente questo presuppone in primo luogo che sia permessa la proprietà privata di questi animali. Lo scopo di un allevatore di animali da carne è far crescere mucche che saranno cotte nei vostri barbecue e che alla fine serviranno a soddisfare il vostro appetito. L’allevatore ha un incentivo a uccidere i suoi capi a un certo tasso così come ha un incentivo a inserire un toro nella mandria o un gallo nel pollaio e lasciare che “facciano il loro mestiere.” Tutto questo fa in modo che vi sia abbondanza di carne bovina e pollame per i nostri piatti.
I diritti di proprietà – il possesso – hanno anche salvato gli elefanti. I paesi che permettono alle comunità diritti di proprietà si sono rivelati più efficaci nell’aumentare la popolazione di elefanti rispetto ai paesi dove la caccia è vietata. Terry Anderson e Shawn Regan hanno descritto come, a differenza del Kenya, dove la caccia è illegale, lo Zimbabwe ha implementato un programma chiamato Communal Areas Management Programme for Indigenous Resources, (CAMPFIRE). Questo programma, che permette la gestione privata degli animali (inclusa la possibilità di cacciarli), ha fatto aumentare la popolazione di elefanti del 50 per cento. Nei paesi in cui la caccia è vietata, come il Kenya, la popolazione di elefanti è invece diminuita tra il 60 ed il 70 per cento.
Ma che collegamento c’è tra gli allevatori del Texas e gli animali africani? Secondo il servizio di 60 Minutes, il Texas ospita più animali esotici del resto del mondo. Circa 250mila animali a rischio, di 125 specie differenti, vivono in Texas. L’Exotic Wildlife Association, situata a Ingram, Texas, rappresenta 5000 allevatori di animali esotici. Questi allevatori hanno scoperto che è nel loro interesse economico proteggere gli animali esotici che vivono nei loro ranch. Ironicamente, il fatto che fosse permesso cacciarli in quelle proprietà private, ha aiutato questi animali a prosperare. Tre varietà di antilope sono state salvate dal rischio estinzione. La popolazione di animali a rischio in Texas sta crescendo mentre nei loro territori nativi in Africa succede il contrario.
Un cacciatore, Paul, ha dichiarato a Lara Logan di 60 Minutes che, “il denaro che spendo per cacciare questi animali fa sì che rimangano vivi nei ranch.” Ovviamente questo modello non è così benevolo per gli animali che effettivamente vengono uccisi, ma la specie nel suo complesso ha un beneficio dal funzionamento di questo sistema di proprietà privata. Anche un’analisi dell’US Fish and Wildlife Service mostrata durante il servizio ammette che questo sistema funziona: “Il poter cacciare .. fornisce un incentivo economico per .. gli allevatori a continuare ad allevare quelle specie … la caccia .. riduce la minaccia di estinzione per quelle specie.”
I gruppi per i diritti degli animali, come Friends of Animals e la sua presidentessa Priscilla Feral, però, si oppongono alla caccia delle specie protette e ritengono che questi animali non dovrebbero vivere in Texas. Feral arriva al punto di affermare che tutto questo sia immorale: “Non credo che si possa creare vita sparandole.” Una delle sue accuse è che gli allevatori privati rendono la caccia troppo facile. Altri, però, sostengono invece che questo non sia vero. Ai cacciatori non è garantito portare a casa un “trofeo.” E anche se cacciare un animale in questi ranch privati fosse facile, che problema ci sarebbe? Così come per l’allevatore di maiali, anche loro hanno un incentivo ad assicurare che gli animali siano cacciati solo fino a un certo livello. Non sarebbe nel loro interesse permettere che troppi animali fossero cacciati in un breve periodo di tempo. Infatti, non più del 10 per cento della popolazione di animali viene ucciso ogni anno.
Durante il servizio di 60 Minutes, Logan ha chiesto a Seale se si considera un ambientalista. La risposta è stata che i principali ambientalisti sono proprio i cacciatori. Logan, forse rivelando le sue opinioni oppure facendo l’avvocato del diavolo, ha fatto notare però che il fatto che la gente sia disposta a pagare grandi somme di denaro per cacciare non rende questa pratica moralmente corretta. Questo è il punto in cui il pensiero da economista e la comprensione dei diritti di proprietà entrano in gioco e servono a portare luce su di una materia così emotivamente carica.
Logan ha anche intervistato un ottantatreenne Texano, David Bamberger, uomo dedito al salvataggio dell’orice dalle corna a scimitarra. Come ha giustamente dichiarato, “Sono abbastanza saggio, abbastanza intelligente da sapere che se non c’è alcun incentivo, se l’altruismo è l’unico incentivo, non avrete una grande partecipazione.”
Il mio ex-professore Walter Williams una volta partecipò al programma di John Stossel. Parlò di come la carne bovina arrivasse al negozio di alimentari (una cosa che ricordava molto il famoso saggio di Leonard Read “Io, la Matita“): “Se tutto fosse dipeso dall’amore umano e dalla gentilezza, dubito che avresti avuto una mucca a New York.” Ha ragione — a meno che non pensiate che i vestiti che indossate, i dispositivi elettronici che utilizzate o la vostra tazza di Starbucks siano il risultato di qualcun altro che vi ama. Le persone che producono questi prodotti amano se stesse — vogliono fare soldi. Ma intrappolati da quell’amor proprio, forniscono al resto del mondo quello che vuole. Questo principio di interesse personale, guidato dalla mano invisibile in un quadro istituzionale della proprietà privata, è la soluzione migliore per aiutare gli animali in via di estinzione.
Considerate il simbolo d’America, l’aquila calva, che una volta era in pericolo. Secondo BaldEagleInfo.com,
Il 28 Giugno 2007, il Ministero dell’Interno tolse l’aquila calva Americana dalla Lista Federale delle Specie Animali e Vegetali Minacciate e in Pericolo. L’aquila calva resterà comunque protetta dal Migratory Bird Treaty Act e dal Bald and Golden Eagle Protection Act. Il Bald Eagle Protection Act vieta la cattura, il trasporto, la vendita, la permuta, il commercio, l’importazione e l’esportazione, e il possesso delle aquile, rendendo illegale per chiunque catturare aquile e parti d’aquile, nidi, o uova senza un permesso.
Questo è un bene, ma forse vedere un’aquila calva grigliata sul menu del vostro Outback locale sarebbe meglio per il nostro emblema di libertà. Gli individui avrebbero più di un incentivo per proteggere e allevare le aquile se ciò fosse legato alla realizzazione di un profitto.
Ho visto le aquile calve due volte nella mia vita — una volta a Lake Tahoe e di nuovo al Lago Shasta in California. Infatti, l’aquila appartiene a tutti noi; e se vedessi qualcuno che cerca di sparare a un’aquila per “divertimento”, potrei dire qualcosa per impedire che l’uccello venga ammazzato. Ma sicuramente non morirei per quell’aquila! Ora, supponiamo che possedere e allevare aquile sia legale e che qualcuno vada in Texas con l’intenzione di sparare alle aquile di Joe Rancher. Sapete che cosa accadrebbe? Che si beccherebbe una fucilata come risposta (non siamo mica in California!). Questa passione per le aquile è basata sugli istinti amorevoli verso l’animale? Certo che no. Quando qualcuno spara alle aquile di Joe, sta sparando al suo portafoglio.
La proprietà vi dà un incentivo per prendervi cura di ciò che possedete, non solo ora, ma anche in futuro. E’ per questo che ogni anno guido fino a una fattoria di alberi di Natale dopo la Highway 101 vicino a San Jose e ogni anno trovo degli alberi. Se si vuole far agire qualcuno “da verde”, bisogna dargli un incentivo per fare i verdoni (i soldi)! Lo stesso principio si applica ai polli, alle mucche e ai maiali — e anche per tre specie di antilopi in via di estinzione. Il Dr. Pat Condy, uno dei più importanti ambientalisti al mondo, ha ammesso su 60 Minutesche gli allevatori stanno aiutando: “Sono i numeri che contano alla fine della storia.”
Beh, i numeri sono chiari, anche se persone come Priscilla Feral vorrebbero ignorarli. Gli allevatori del Texas stanno salvando questi animali, anche se quella non è la loro motivazione primaria. In breve, il governo deve solo lasciarli in pace.
Feral, tuttavia, crede che sia immorale e innaturale che questi animali africani vivano in Texas. Ma anche una riserva animale in Africa è un habitat artificiale. Come può essere immorale per gli animali essere allevati dall’uomo o cacciati per il fine ultimo del consumo? La caccia nei ranch privati non solo è utile per il cacciatore ma occupa anche circa 14,000 persone nell’economia locale; sta salvando gli animali più efficacemente di quando potrebbe mai fare una qualsiasi regolamentazione del governo.
Purtroppo, Feral ha avuto successo in tribunale e una nuova regola emessa dal Fish and Wildlife Service renderà un crimine cacciare tre tipi di antilopi senza un permesso federale. Questo permesso, ovviamente, costituirà una barriera all’ingresso sul mercato. Non sorprende che, secondo Seale, la nuova legge abbia già portato a un calo nel valore di questi. Ora che l’incentivo finanziario per prendersi cura di quegli animali è sparito, il loro numero scenderà di nuovo.
Mentre sono sicuro che Feral abbia buone intenzioni e si preoccupi di questi animali, la sua ignoranza economica porterà alla scomparsa degli animali stessi che sostiene di voler difendere. Il Dr. Condy ha fatto una buona sintesi quando ha risposto alla domanda di Logan, “Allora chi sta vincendo qui?”
“Una cosa è certa: essi [gli animali] stanno perdendo.”
Articolo di Ninos P. Malek su Mises.org
* Link all’originale: http://vonmises.it/2012/04/03/proteggere-e-conservare/
Traduzione di Marco Bollettino e Francesco Simoncelli