DI MAURO GARGAGLIONE
Molto interessante la vicenda dei due scalatori, un italiano e un inglese dispersi sul Nanga Parbat (8126 mt). L’elicottero non decolla dal campo base del K2 per portare una squadra di ricerca e aiuto, finchè qualcuno non ci mette in anticipo i quattrini per sostenere le spese che non sono certo bruscolini.
Gli elicotteri sono dell’esercito pakistano ma sono gestiti in concessione da una società privata. Le soluzioni per una problematica di questo tipo sono due, soccorrere chiunque sia in pericolo a spese della collettività che si sobbarca i costi attraverso le tasse oppure lasciare ai privati scalatori la responsabilità di provvedere in anticipo ad assicurarsi per l’evenienza, non certo rara, di rimanere bloccati o perdersi sulle montagne più alte del mondo.
Pur dispiacendomi dell’accaduto e augurandomi che i due sportivi se la cavino, non ho dubbi nel giustificare pienamente il comportamento della società privata. Se uno scalatore è libero di intraprendere una sfida organizzandosi come meglio può e crede, un cittadino non può essere obbligato a pagare le tasse per far fronte ai pericoli dell’hobby di qualcun’altro. Non esiste libertà senza responsabilità.
Anche se crei una piattaforma di commercio elettronico dove ogni genere di scambio(carne umana, organi, droga, esplosivi ecc ecc…) può essere effettuato, te ne assumi le responsabilità. Ross Ulbricht viene visto da alcuni libertari come un eroe ed una sorta di prigioniero politico; io dissento, lo vedo semmai come un irresponsabile sciagurato.
Penso che imprese del genere debbano presupporre adeguate polizze assicurative per eventi del genere, o anche peggiori.