DI AURELIO MUSTACCIUOLI
Molti criticano l’attuale papa perché allineato su posizioni comuniste/socialiste e promotore di una cultura pauperista. Certamente lo è, e questa posizione ha risonanza politica.
Va detto, tuttavia, che la generosità, l’altruismo e la solidarietà verso i più deboli auspicati dal papa, non sono incompatibili con una visione politica libertaria.
Il problema (serio) è quando un indirizzo morale rivolto alle coscienze, viene coercitivamente imposto da uno stato.
Quando la solidarietà è imposta per legge, quando il dono si trasforma in esproprio per “il bene comune”.
In questo caso l’effetto che si ottiene è esattamente l’opposto di quello voluto.
Le coscienze individuali si sentono sollevate da qualunque obbligo morale e chi ha veramente bisogno si sente esonerato dal tentativo di reagire ed è comunque l’ultimo a beneficiare delle rapine statali.
La solidarietà, così come qualunque altra risorsa scarsa, è invece indirizzata verso i fini più utili dal libero mercato.
Ovvero dalla possibilità di fare scambi individuali in cui entrambe le parti hanno un vantaggio (non necessariamente economico), aumentando in questo modo la ricchezza e la felicità di tutti attraverso un ordine spontaneo che si esprime al meglio solo evitando gli atti di rapina della proprietà privata.
Stati e chiese non devono solo muoversi su binari diversi, ma su binari che vanno in direzioni opposte. Guai a unire politica a religione.