DI MAURO GARGAGLIONE
Nella lite tra Padoan e Tria, che gli rinfaccia di aver ereditato dal suo governo una situazione drammatica ma che, bontà sua, ammette che il momento lo è, si consuma la rappresentazione dell’impasse in cui, calcio dopo calcio al barattolo, l’attuale governo si trova.
Sarebbe stata esattamente la stessa cosa qualunque maggioranza si fosse formata, del resto. NESSUNA promessa elettorale fatta dai vincitori delle elezioni di Marzo potrà venire onorata, almeno nella misura in sui era stata promessa. Tutti lo sapevano, tranne quelli che sono andati a votare, ben il 75% degli aventi diritto.
Ora la faccenda si fa veramente grave perchè quell’aborto di manovra si farà e sortirà unicamente due effetti concreti, la distribuzione di mance e mancette agli amici e l’aumento della pressione fiscale che comunque non sarà sufficiente a compensare la desertificazione industriale e produttiva che si sta mangiando il paese. Anzi favorirà ancor di più il processo.
Ci sarà prima o poi un’aggressione violentissima e “one shot” (a botta secca, per chi non è familiare con l’inglese) ai risparmi degli italiani. Penso a banche chiuse, salasso sui depositi di conto corrente, impossibilità di prelevare più di qualche soldo a settimana, insomma, tutto l’armamentario di cose già viste in Grecia.
Sono passati anni dai tempi in cui fu coniato l’acronimo PIIGS, la Grecia è stata liquidata, gli altri si sono dati da fare per cercare di correggersi, l’Italia per nulla. Un popolo e una classe politica drammaticamente narcotizzata, “comfortably numb” come cantavano i Pink Floyd.
Effettivamente le cose da fare potevano essere diverse ma, considerando che attualmente il mondo occidentale è gestito dalla massoneria, dai filo Kalergi e dal Nuovo Ordine Mondiale (per non parlare del Vaticano), solo politici ben più decisi e senza paura avrebbero preso altre decisioni. Purtroppo, da pessimista quale sono, la vedo brutta e forse mi aspetto un altro colpo di stato tipo 2011.
Questo governo doveva fare una sola cosa.
Una riforma fiscale generale con abbattimento del prelievo e semplificazione assoluta.
Insieme ad essa una spending review draconiana all’interno del sistema pubblico, ed un condono tombale favorevolissimo e giustificatissimo.
Tutto il resto poteva attendere.
Gli effetti sarebbero stati immediati, sia psicologici che di cassa.
Allo stesso tempo, invece di comportarsi da bambini stizziti, il governo poteva implementare un referendum per conoscere cosa voglia fare il popolo in merito all’adesione alla UE.
Bastava questo, e senza guardare in faccia ad alcuno.
E invece si va avanti come prima e forse peggio.
A parte rimangono i provvedimenti sul controllo della tratta schiavista dall’africa, su cui c’è ancora molto da fare e da organizzare coerentemente.
Come appare sempre più chiaro e come dice un noto saggio , l’italia è irriformabile.
Speravo che, grazie all’improntitudine ed alla protervia del potere arraffato , il governo riuscisse a far saltare il banco innescando un reset a catena.
Neppure questo sono capaci di fare.