DI MATTEO CORSINI
Proseguendo nella serie, che non ha soluzione di continuità, di affermazioni nella migliore delle ipotesi prive di senso, Luigi Di Maio, riferendosi alla probabile revisione della bozza di legge di bilancio, ha affermato:
“Se il tema non è quanto c’è di numeri in questa manovra ma le misure fondamentali per far ripartire il Paese, allora secondo me troveremo un dialogo con l’Ue. Quindi io non mi impicco ai numeri ma deve essere chiaro che il reddito di cittadinanza, quota 100, l’Ires abbassata per le imprese, meno tasse per le partite Iva, i rimborsi ai truffati delle banche non si toccano. Ed è chiaro che quando andiamo a vedere l’impatto di queste misure sulla spesa pubblica potremmo trovarci di fronte ad una situazione in cui andiamo a risparmiare dei soldi.”
Come ho già avuto modo di osservare, in questi giorni l’esercizio da parte degli esponenti principali del governo del calcio in avanti barattolo, anche di pochi centimetri, consiste nel dirsi disponibili a trovare un accordo con la Commissione europea, senza però rinunciare alle principali misure inserite nella bozza. Il che è praticamente impossibile da fare.
Il rilancio di supercazzole via via esponenzialmente più grandi delle precedenti sta producendo come risultato la dichiarazione che ho riportato, nella quale Di Maio elenca i provvedimenti chiave del “contratto di governo”, i quali comportano tutti quanti un aumenti di spesa corrente, traendo però la conclusione che “quando andiamo a vedere l’impatto di queste misure sulla spesa pubblica potremmo trovarci di fronte ad una situazione in cui andiamo a risparmiare dei soldi”.
Tutto ciò è ovviamente impossibile, e forse gli elettori del M5S possono bere sciocchezze del genere, ma certamente non se le berrà la Commissione europea. Paradossalmente, peraltro, se provvedimenti pensati per farla finita con la (inesistente) “austerità” portassero a un risparmio di spesa, tutto ciò sarebbe un autogol per i nostri keynesiani padano-partenopei.
Mi rendo conto, però, che ormai si può sentire davvero di tutto da parte di questi individui.
Ho come l’impressione che in bottino del furto che sono le tasse se lo dividano poi in due, una parte la decide la UE e l’altra il governo e nessuno dei due vuole rinunciare alle proprie spese: la UE ha già impegnato i suoi soldi con gli gli enormi sprechi militari (un esempio gli F35), missioni spaziali e chissà cos’altro. Dalla sua è comprensibile che il governo rivendichi qualche briciola per se.
due bande agguerritissime che si spartiscono il bottino sulla nostra pelle…. eufemistico dire che nessuno cercherà anche solo di contenere il proprio appetito per lasciare qualcosa in tasca ai tartassati.
Braivissimo!Hai colto nel segno!