In Anti & Politica, Economia

DI MASSIMO TESTA

Vedo che attori, musicisti et similia scendono in piazza: chiedono un reddito di categoria.
Pensa invece che io taglierei fino all’ultimo centesimo qualsiasi finanziamento statale, regionale e comunale all’arte e allo spettacolo.
Non si tratta solo di teoria economica che contesta l’interventismo pubblico in economia: oggi tanti sostengono che non serva studiare la storia, e in particolare il pensiero economico perchè, dicono, preferiscono pensare con la loro testa… (😂 😂 😂 😂).

Bene, dato che leggere è inutile e siamo tutti dei cervelloni, almeno guardiamo quello che succede.
E succede che quando lo stato non finanziava film, concertoni, compagnie teatrali e quant’altro, questo paese ha vissuto una floridissima stagione artistica, in tutti i settori.

C’erano oltre cento etichette discografiche, si facevano decine di film all’anno di tutti i generi, i teatri erano pieni.
In soldoni: lavorava chi sapeva lavorare.
L’intervento dello stato ha prodotto solo che:

– lo sperperio del denaro altrui, che non risponde alla logica SACROSANTA del profitto, ha generato un enorme aumento dei costi.
– vengono finanziati arbitrariamente, come è ovvio, amici degli amici per paccottiglia che nessuno va a vedere o ascoltare..
– la scomparsa della figura del produttore, ovvero di quell’imprenditore che rischia il suo capitale in un progetto in cui crede
– la scomparsa della figura dell’agente, cioè di colui che promuove e organizza l’attività di un artista: quelli che esistono lavorano esclusivamente per le varie celebrità, che piazzano in qualsiasi evento pubblico a suon di soldoni, e non hanno alcun interesse nel cercare nuovi talenti e ad agire in ambiti, per forza di cose, meno remunerativi (vedi sotto).
– la comparsa di una marea di incompetenti ( la competenza la decide il mercato, in questo caso il pubblico pagante) che gestiscono denari e istituzioni come fossero loro, messi lì solo per motivi politici, coi risultati che possiamo immaginare.
– la simpatica quanto piuttosto diffusa ideuzza che la fruizione dell’arte sia un “diritto”, e quindi pagare un biglietto sia un disturbo.
– tutto un insieme di persone, in realtà poche, che vivono solo di cachet e spazi pubblici (cioè sono pagati anche da chi non andrebbe mai a guardarli o a sentirli), impoverendo la scena indipendente dei locali, dei teatri off, che sono poi le palestre in cui si formano gli artisti di oggi e di domani e che (r)esistono a stento.
– un pubblico sempre più disinformato, indifferente, apatico, senza alcuno spirito critico.
E questi vogliono uno stipendio???

Ma chiedete, incapaci che siete, che vengano tolti tutti quei balzelli assurdi che rendono l’organizzare un qualsiasi spettacolo roba da schiavi fiscali; chiedete la fine del monopolio di quella mafia della SIAE, pretendete la possibilità di cercarvi un pubblico che vi apprezzi per quello che proponete invece che aspirare a fare i mantenuti, magari con un pezzo di carta che attesti che voi siate “artisti” d’ufficio.

Ma è roba da matti…

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Showing 3 comments
  • Pedante

    Il contribuente medio vuole vedere più film che trattino di gay, trans, droga, immigrati, droga e donne forti ed emancipate, temi che gli stanno davvero a cuore. L’intervento dello Stato è assolutamente necessario.

  • Fabrizio de Paoli

    Ma infatti non si tratta più di arte.
    Nell’esatto istante in cui “l’artista” diventa uno stipendiato statale “l’arte” diventa PROPAGANDA utile al regime.
    Il tutto viene fatto in maniera raffinata ed indolore, tanto che potrebbe sembrare arte genuina, ma la tecnica della propaganda che si serve dell’arte, oltre che dei media e dell’istruzione pubblica è molto semplice ed elementare: far passare solo certi messaggi e nasconderne altri.
    Tutto ciò che non è funzionale al regime ed alla mentalità di regime viene bannato all’origine, secondo la teoria che “se di una cosa non parli non la fai esistere”. E in effetti è una teoria valida.

    Sta a noi parlare, e sta a noi smettere di finanziare il regime che a sua volta compra artisti giornalai ed insegnanti la cui opera ci si ritorce contro nel lungo periodo.
    Certo, c’era una volta un idiota che sosteneva “nel lungo periodo saremo tutti morti…”, non c’è dubbio! Solo che i nostri figli e nipoti saranno vivi…

  • Albert Nextein

    La chiave di volta sta nell’ultimo paragrafo.
    Meno tasse e meno burocrazia.

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