In Anti & Politica

DI MARCO LIBERTA’

La Colonia 56 è una prigione particolare, dove vengono rinchiusi tra i peggiori criminali e psicopatici russi.
vi sono poco più di un centinaio di detenuti divisi in 2 categorie:

-assassini
-ex detenuti del braccio della morte (anche loro assassini)

Quando nel 1996 la russia ha abolito la pena di morte, gli occupanti del braccio della morte, ricevuto il messaggio… hanno cominciato a suicidarsi in blocco.

Il motivo è semplice, la vita in quel carcere è tanto dura e piena di restrizioni che la loro unica speranza era morire presto, mentre ora sapevano che avrebbero dovuto restare li altri 25 anni.
Per evitare altri suicidi agli occupanti dell’ex braccio della morte venne concessa una relavita libertà di movimento all’interno del carcere (e vivono in gruppo).

Gli assassini incarcerati dopo il 1996 invece vivono perennemente isolati in piccoli loculi. Per 23 ore al giorno.
Gli è vietato toccare persino il letto fino a quando le guardie non danno loro il permesso di coricarsi la sera, quindi si ritrovano a camminare in 3 metri avanti e dietro attendendo il cibo o l’unica ora d’aria (in 6 metri dentro un cortile interno dove comunque possono occupare il tempo solo camminando). Quando gli viene chiesto come passano il tempo, dicono solo “immaginandomi una vita migliore”.

Premesso che probabilmente sono tutti colpevoli di atti mostruosi (non è raro trovare chi ha ucciso e violentato donne e bambini), mi chiedo tre cose:

La prima.
Come può lo stato “punire” o peggio “rieducare” individui che hanno violato la sacralità della vita… rispettando esso stesso così poco la vita umana facendoli vivere in quelle condizioni?

La seconda.
Come può lo stato sperare di “rieducare” (termine che odio) un pluriomicida facendolo vivere per 25 anni passeggiando solo in una stanza 1×3 … cioè come minimo quello esce 100 volte più psicopatico di prima

La terza.
Come si permette lo stato a voler giudicare e, di nuovo “rieducare” chi ha ucciso… quando lui stesso è colpevole delle più grandi atrocità e massacri della storia umana.

Dalle interviste dei detenuti sono emersi degli spunti interessanti:

– tutti erano in estrema povertà,le famiglie morivano di fame, tanto da essere costretti a mangiare pezzetti di legno; quindi sono entrati in bande criminali per fare qualche soldo e sono rimasti incastrati in un circolo vizioso.

– tutti avrebbero preferito un colpo in testa subito, che dover vivere per decenni quella tortura.

Ora… viene da se che la natura delle cose non ha niente a che fare con uno scenario di scarsità talmente profondo da creare criminali terribili, i quali vengono poi arrestati e messi come merce avariata in magazzini per 25 anni.

La natura delle cose è che chi lavora sodo guadagna e chi guadagna dispone del 100% del frutto del suo lavoro in piena Libertà di spendere o reinvestire tali guadagni come meglio crede e senza stupide limitazioni.

Chi si rifiuta di immettersi in questo libero e naturale meccanismo è veramente uno psicopatico grave, e allora l’unica soluzione è il colpo in testa che si prende quando un cittadino armato si difende dalla sua aggressione.

In tutto questo non c’è spazio per carcere, polizia, diritto positivo.

Cesare Beccaria avrebbe molto da dire su questo.

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Comments
  • g.vigni

    Il difetto è di tutte le pene/galere statali . Importa imporre la sacralità del leviatano con la pena, ma RISARCIRE il danneggiato non è dato, anzi……..
    Pena di morte, ergastolo, trattamenti inumani hanno la stessa roboante e dannosa inutilità.
    Ergo, per non sprecare risorse, in tutti i sensi, facciamoli lavorare duramente per 12 ore die, e 2 ore die diamo loro la dottrina pro redentione.
    I proventi del lavoro, andranno,oltre che al RISARCIMENTO, a finanziare le spese della galera, che non devono avere una lira dai contribuenti, devono essere pienamente autosufficienti.
    Si può fare, si può, ma non conviene ai parassiti, farabutti imperanti ed imperversanti.

    G. Vigni

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