DI VITO FOSCHI
La tecnologia dovrebbe semplificare la vita alla gente, non complicarla. Prima la carta d’identità era una procedura semplice: andavi al comune con 4 foto e i soldi e a meno della coda te la cavavi con poco.
Ora c’è quella elettronica. Per prima cosa bisogna andare sul sito del ministero degli interni e registrarsi perdendo già 10 minuti. Poi bisogna fissare un appuntamento con l’ufficio anagrafe del comune non prima di 20 giorni.
Poi andare in comune a fare la coda perché gli appuntamenti per quanto scaglionati non tengono conto che gli uffici hanno anche altre pratiche da fare. Infine ci vogliono 20 minuti/mezz’ora se non c’è qualche problema con il collegamento, per richiedere la carta d’identità elettronica che arriverà a casa con raccomandata con ricevuta di ritorno, implicando ciò, il dover fare la coda alla posta per ritirare la raccomandata.
Insomma dall’inizio alla fine oltre un mese, quando prima bastava un quarto d’ora e l’eventuale coda.
Teoricamente: 1) andrebbero eleminati i passaggi burocratici inutili; 2 andrebbero velocizzati quelli necessari, tramite l’elettronica, con conseguente dimagrimento del ceto burocratico.
Invece “si approfitta” dell’elettronica non solo per lasciare intatti i vecchi passaggi burocratici, ma per crearne di nuovi ancor più cervellotici, utili solo
1) a schiavizzare “i sudditi” e a controllarne la vita (studi di settore, redditometri, spesometri, moduli privacy, documenti con incomprensibili allegati e controallegati…
2) ad aggiungere ai “vecchi” burocrati quelli addetti ai “nuovi” controlli.
Mettiamola così: un tizio fa un km a piedi da casa al lavoro, e il capo, per “semplificargli” la vita, gli regala un’automobile… e gli sposta di 100 Km il posto di lavoro!
Ecco–Il rispettabilissimo commento è pure una forma di quello che ho detto…Dovrebbero succhiarci il sangue più educatamente e dolcemente..NNNNOOOONEEE! Siamo di fronte ad una cosa incostituzionale persino per la carta più bella del mondo ..figuriamoci per coloro che con questa carta ci si….(sempre per la sua pivacy)
Con la tecnologia ci si può volontariamente complicare la vita a mille, restando sempre una questione irrilevante e personale.
Lo stato usa la tecnologia per tiranneggiare tutti e troneggiare su ogni cosa che gli serva per sottomettere universalmente ogni processo umano che gli sia utile.
Te lo do io un e-scempio:
Immagina una stanza che rappresenti tutti ed ognuno degli uffici di ogni grado ed ordine burocratico ..tutti.
Immagina che nella stanza ci siano una storia amministrativa diversa e specifica per ogni tipo di pratica dove gli addetti hanno speso tempo per imparare le complicate iterazioni ed implicazioni di muovere un foglio dalla scrivania A alla scrivania B. Immagina lo sportello aperto al pubblico dove il pinco qualsiasi si reca e riceve un servizio che mette in moto tutte le procedure interne.
Scrivanie e computers con mobili e suppellettili stanno in cerchio vicino alle pareti.
Ora rivolta come un calzino le pareti con tutte le attrezzature all’esterno senza spostare gli addetti interni e metti gli addetti a controllare dallo sportello tutti pinco che per fare un atto o una pratica devono arrangiarsi da soli (o da soli a pagamento) con un semplice manuale d’istruzione degno di un frullatore a prescindere se le attrezzature funzionino o si inceppino o se il manuale preveda l’uso di strumenti ancora inesistenti. il tutto in tempi predeterminati imponendo anche ad una vecchia di 90 anni o ad un macellaio che non sa cosa sia un computer di non fare errori sanzionando ogni cosa che non vada come madama la marchesa ha previsto debba essere servita. Se il tapino sbaglia qualcosa poi i macchinari (e non i funzionari) direttamente sanzionano la minima incoerenza di dati. Si i funzionari vengono chiamati speso in causa solo se i computer hanno rilevato erroneamente cose che se fossero passate dagli occhi di un umano sarebbero state scartate.
Quindi tutto o quasi si svolge fuori dalle mura dell’ufficio tra i pisquani sudditi ed i computer appaltati a grosso baraccone, grossa foglia di fico esterna all’amministrazione.
Gli atti di contestazione automatici che arrivano in mano ai contribuenti sono sostanzialmente atti illegittimi in quanto frutto di una impostazione informatica e non del lavoro di concetto di quelli che invece stanno allo sportello a vedere il casino che c’è la di fuori.
In mezzo a tutto questo ci sono pure i professionisti che per la pagnotta estorta sul nulla si mettono a fare i “camerieri tributari” di quelli che stanno dentro i muri a spese di quelli che aiutano da fuori a farsi pigliare sempre meglio per il culo.
Oramai hanno imparato bene a rivoltare i muri degli uffici come calzini ponendo la compliance fiscale sulle sole spalle del contribuente che deve liquidare a modino il proprio debito verso il formicaleone, deve farlo con gli strumenti che gli vengono obbligatoriamente imposti e deve rispondere sostanzialmente delle performances degli uffici ai quali non resta altro che, senza colpo ferire, incassare tutta la produttività di milioni di personaggi in cerca di autore spartendosi un documentabile e ben motivabile bonus di risultato.
Ogni cosa è oramai studiata così ed è garantito che funzioni sollecitando chi oltre ad essere estorto di quantità impossibili di reddito è minacciato di ulteriori sanzioni se non lo fa con metodo stabilito ed animo grato.
Criminale, demenziale, kafkiano direi altro che …..teoricamente bisognerebbe
AFFANC…(nulla di personale vetrioblog)
Spiegare quanto stupida sia la gestione burocratica dei rapporti tra cittadino ed ente statale è una attività parecchio complicata che procurerebbe alterazioni significative dell’ equilibrio psicofisico di un individuo. La parte peggiore del danno non verrebbe dall’incompetenza emergente che sarebbe spiegabilissima. Non è nemmeno la improduttività di chi si occupa, e perciò retribuito, di cose che sono in gran parte inutili vivendo cosi alle spese di chi veramente paga le tasse.
La triturazione edittale di coglioni viene proprio dall’ebetismo del suddito cittadino che leggendo di cose cosi gravi si farebbe venire pure un dubbio circa la fondatezza della denuncia opponendo un giudizio di esagerazione verso chi non abbia un atteggiamento solidale e benevolo visti i servizi che lo stato proporziona.
Quindi affanculo lo stato patacca e suoi sudditi sadomasochisti. Oggi non voglio e non posso aprire gli occhi a nessuno. Perché oggi no? Ho i miei buoni motivi. Se volete conoscerli dovete accreditarvi, registrarvi, scaricarvi, compilarvi, versarvi, inoltrarvi telematicamente, trascrivervi, attendervi l’esito, riparare il rigetto, reinoltrare, validare inserendo pin e password, sottoscrivere l’accordo di servizio con firma digitale, ammoniti delle conseguenze “penologiche” in caso di mendacio di STOCA..O. Le ZZ sono omesse per rispetto della sua privacy.
A Malta ci perdi pochi min. e la foto te la fanno loro. Gratis.