DI GIOVANNI BIRINDELLI
Credo che una lezione strategica di bitcoin sia questa: se si vogliono fare passi avanti graduali ma concreti e realistici nella direzione della libertà (cioè della difesa del principio di non aggressione) e quindi nella direzione della prosperità sostenibile, con lo stato non si ragiona; con lo stato non si discute; con lo stato non si tratta; lo stato non lo si riforma; non lo si migliora.
Settore per settore, pezzo per pezzo, lo stato lo si forka, sviluppando una struttura di incentivi economici per farlo e un modo per essere incensurabili.
Se nel 2009, al posto dell’invenzione di bitcoin, ci fosse stato il migliore tentativo di fornire per vie politiche un’alternativa di mercato sostenibile al denaro di stato, queste alternative oggi sarebbero lo stesse che erano nel 2008: zero.
Nel tempo, dopo che vari pezzi saranno stati protetti dall’influenza statale, e le persone si saranno abituate a veder prosperare lo spontaneo processo di mercato in sempre più settori in cui questo era impedito dall’azione coercitiva statale, lo stato stesso potrebbe crollare da sé, senza fare troppo rumore.
Lo stato è un astrazione come altre.
Solo l’implementazione produce effetti reali.
Non si ragiona con un’astrazione.
Anche alla democrazia si è purtroppo arrivati per un malaugurato, incauto e sanguinoso fork di istituzioni di tipo ricorrente nella storia.
Forkare è l’unico modo che si ha per cambiare, ma il senso di marcia dell’evoluzione non è scontato.
Nell’astrazione logica percepita come moneta buona denominato bitcoin, le basi teoriche fanno la differenza
Lo strumento funziona. Questo incentivo è sufficiente per diffondere l’interesse, ciò non è garanzia di facile successo.
Le nuove astrazioni che amplificheranno le libertà nei campi degli scambi, della sicurezza, dei trasporti e delle comunicazioni guideranno la ristratificazione delle future istituzioni, ma sarà la quantità e qualità del principio di non aggressione perfuso nei nuovi strumenti a fare la auspicabile differenza.
Se va male andrà meglio in un futuro, facilmente oltre il nostro orizzonte.
Una nuova realtà che sostituisca la vecchia realtà.
Trascurando del tutto la “riformabilità” del vecchio impianto.
Come quando una volta nell’antichità si costruivano città nuove sulle vecchie , stratificando la storia.
Il vecchio rimane sotto.
Se serve bene, altrimenti è lo stesso, rimane li.
La vita e lo sviluppo sono nello strato più recente.
Quanto tempo?
lo stato sta già crollando su se stesso….. è solo questione di tempo