Teoricamente il parlamentarismo dovrebbe assicurare un potere dirigente alla maggioranza, ma in pratica questo potere è nelle mani di una mezza dozzina di capi-partito e dei loro consiglieri e scudieri. Teoricamente le convinzioni dovrebbero formarsi sui ragionamenti che vengono esposti nelle sedute pubbliche, ma praticamente avviene questo e le convinzioni sono prestabilite dalla volontà dei capi e da motivi di interesse personale.
Teoricamente i deputati non dovrebbero avere cura che del bene pubblico, ma praticamente essi pensano innanzi tutto al proprio vantaggio e a quello dei loro intimi: tutto questo a spese della cosa pubblica.
Teoricamente i deputati dovrebbero essere i cittadini migliori, i più saggi, ma praticamente sono i più ambiziosi, i più presuntuosi, i più intrattabili.
Teoricamente la scheda elettorale vuol dire che l’elettore vota per un candidato che egli conosce e del quale ha fiducia, ma praticamente egli vota per un uomo del quale molto spesso non sa altro che il fatto che un gruppo di gente chiassosa gli ha in continuazione sbattuto in faccia il suo nome, del quale gli ha anche rintronato le orecchie.
Le forze che teoricamente dovrebbero muovere la macchina parlamentare sono l’esperienza, la previdenza e il disinteresse.
Praticamente invece sono la caparbietà, l’egoismo e lo sproloquio. L’elevatezza dell’ingegno e la nobiltà dei sentimenti vengono annientate dalla prostituzione dei discorsi e dall’irremovibilità delle presunzioni: in tal modo non è mai la saggezza che guida i parlamenti, ma una cocciuta opinione personale e una parlantina roboante.
Del diritto di prendere da sé le proprie decisioni, al singolo cittadino non rimane neppure un atomo e deve solo pagare, obbedire, prostrarsi come detto sopra, perché il parlamentarismo con tutto il suo chiasso e le sue gesta egli non lo avverte che nel giorno delle elezioni, quando deve stancare le sue gambe per correre al seggio elettorale, oppure quando scorge nel suo giornale che le notizie parlamentari, quasi sempre noiose, occupano uno spazio maggiore di quello che solitamente è occupato da altre questioni molto più divertenti.
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[…] Comunicato stampa del partito „Movimento Libertario“ […]
Qualche tempo fa avrei definito quest’articolo il qualunquistico sfogo di uno che non ha niente da fare e meno di niente da proporre. In fondo, diceva Churchill, nessuno ha inventato un sistema migliore della imperfetta democrazia.
La lettura di Potere e mercato, di Rothbard, per fortuna mi ha fatto cambiare idea . E sperare, specie dove dice che è insita nella democrazia la possibilità di evolvere non solo verso il socialismo, come purtroppo pare stia avvenendo, ma anche verso una società libertaria. Quindi non ci resta che sperare che aumenti il numero di cocciuti che spingono per un’evoluzione libertaria.