In Anti & Politica

DI MAURO GARGAGLIONE

Per poter vincere hanno bisogno di coalizzarsi. Perchè la coalizione abbia voti sufficienti, i partiti che la compongono devono garantire ai loro elettori che faranno quello per cui chiedono il loro voto. Questo anche se è incompatibile con le garanzie che gli altri partiti hanno dato ai loro rispettivi elettori. E quasi sempre lo è, anzi possiamo togliere il quasi.

Poi la coalizione vince e nessun partito, anche volendo, e credetemi non vuole, può mantenere le promesse che ha garantito per avere il voto, perchè da solo non ha i numeri sufficienti. Quindi l’elettore NON HA NESSUNA SPERANZA DI VEDERE REALIZZATO IL PROGRAMMA DEL PARTITO CHE HA VOTATO, MAI.

Sappiate che questa cosa, i politici che si presentano a chiedere voti, la sanno benissimo. Ma i loro obiettivi semplicemente non sono quelli di chi ingenuamente li vota. Seconda considerazione. Visto che le cose stanno così, la principale giustificazione del governante che non mantiene le promesse è: – Io lo volevo fare ma non me l’hanno permesso i miei infidi alleati -. E via, verso una nuova campagna elettorale.

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  • vetrioloblog

    Sulle sigarette lo scrivono perché se il cittadino-pecora muore, il Governo non la può più tosare.
    Sulle schede elettorali non lo scrivono, altrimenti gli elettori la croce non la metterebbero su un partito, ma sopra l’avviso “Attenzione! Il Governo ti fotte”

  • Albert Nextein

    Io non voto più.
    E ne sono contento.
    Non mi fido di alcuno dei politici che rimestano e mentono in italia.
    Non mi sento rappresentato dallo stato italiano che fino ad oggi ha sempre tentato di rovinarmi e di trasformarmi in suddito.
    E’ semplice.
    Come me sono sempre di più, ma ancora troppo pochi hanno avuto il coraggio di rinunciare all’abitudine di votare.
    Ma ho fiducia.

    • Dino

      Si sono esaltati o depressi per la tornata siciliana, quando in realtà il 53,24% degli aventi diritto non si è recato alle urne, il vero partito vincitore, ed è tutto dire che tale esito sia avvenuto in una regione drogata da 50 anni di clientelismo burocratico e partitocratico.
      Loro sono il mondo del nulla.

      • winston diaz

        Dino, e’ quasi un luogo comune fra gli esperti di trend elettorali che il sud, gia’ da immemore tempo persa ogni residua speranza, vota solo in cambio di una contropartita immediata: evidentemente anche loro hanno capito che il fondo della botte e’ stato raschiato fino alla morchia.

        • Dino

          La maggior parte dei votanti, sono dei disperati, ognuno per svariati motivi, chi per idealismo e chi per necessità: “il posto” ai figli oppure cooptati da qualche grande elettore, in debito con qualche ras locale. Io sono pugliese, so per certo che Renzi ha rischiato una specie di linciaggio alla stazione ferroviaria di Polignano, probabilmente è questo il motivo per cui non s’è fatto vedere nell’isola.

  • winston diaz

    Mi pare che in particolare con quest’ultima tornata elettorale i partiti abbiano perso ogni ritegno nel promettere la luna nel pozzo a chi li dovesse votare.
    Stavolta non cercano nemmeno di essere credibili, pure loro hanno visto che non serve a nulla, e giocano a chi la spara piu’ grossa, a chi riempira’ di piu’ le tasche del proprio elettorato (coi soldi di chi non importa), senza alcun ritegno.

    Ho salvato questo vecchio messaggio, letto chissa’ dove:

    “Nautilus scrive:
    6 febbraio 2013 alle 00:07

    Conduttrice La7: “Lei piccola imprenditrice per chi ha votato finora? “Il presidente Berlusconi”
    “Lo rivotera’ ?”
    “Solo a una condizione: il condono tombale.”
    E lui la’ presente:
    “Si puo’ fare”
    Ed e’ cosi’ che il condono tombale entro’ (ieri mattina 4 febbraio 2013) nel programma di governo.

    Questo episodio mi ha ricordato un raccontino di Achille Campanile su una gara fra matematici.

    Si alza il primo:”Un milione!” Applausi moderati.
    Il secondo:”Un milione di milioni!” Applausi piu’ convinti.
    Il terzo:”Un milione di milioni di milioni di milioni!” Applausi fragorosi.
    Ma il quarto:”Un milione di milioni di milioni di milioni!” e continua fra gli oohhh di meraviglia , “di milioni di milioni di milioni!” e va avanti “di milioni di milioni!” finche’ ha fiato e la voce non gli si riduce a un sussurro.
    Applausi scroscianti di tutto il consesso: eccolo il vincitore non ci sono dubbi!
    Senonche’ si alza un quinto ed esclama: “Piu’ UNO!”
    Viene giu’ il teatro dalle acclamazioni, lo portano in trionfo, e viene dichiarato vincitore assoluto.
    Quello battuto sul filo di lana torna a casa affranto, la moglie cerca di confortarlo ma non c’e’ niente da fare, piange, e’ inconsolabile:
    “E pensare che se avessi detto “Piu’ DUE!” avrei vinto io!”

    • Dino

      Forse ha ragione Alessandro, è bene che i 5Litri vadano al governo, così almeno tutti gli idealisti ingenui e sempliciotti, che credono ancora nel sistema, aprano gli occhi una volte per tutte. Fatto sta che dopo la crisi prossima ventura, l’Italia tornerà ad essere ciò che è sempre stata, un espressione geografica, ci penseranno i germanofoni a riportali con i piedi per terra a questi pagliacci.

    • jimmy

      @ winston diaz

      Deliziosa la scenetta del grande Campanile, ma imho te la prendi con i colpevoli meno gravi, i politici.

      Ti rispondo con una barzelletta sui colpevoli più gravi di tutti, la plebe italica.

      Nerone convoca il popolo di Roma nel Colosseo (che non esisteva ancora, ma vabbè).
      Riempiti gli spalti all’inverosimile, Nerone compie 10 stadi di corsa, e subito dopo si imperchia 10 schiave una dietro l’altra senza riposo.
      Il popolo in visibilio, lo acclama in coro: “Dux, dux…”

      Nerone si terge il sudore, e riparte di slancio: altri 20 giri di stadio, ed altre 20 povere vergini impalate.
      La plebe è al parossismo, e lo acclama urlando: “Conducator, conducator…”.

      Nerone si riterge il sudore, e riparte indefesso: altri 30 giri di stadio, ed altre 30 poverette che se lo prendono in tutti i buchi.
      La plebaglia è ormai stremata, folle per lui, e lo acclama ancora: “Imperator, Imperator…”.

      Nerone si riterge il sudore, con un gesto zittisce la folla, ed annuncia: “Grazie, vado a riposare”.
      E la folla: “Frocio, frocio, frocio…”

      • winston diaz

        @jmmy

        Tranquillo jmmy, non era mia intenzione, non me la prendo con nessuno, ho abbastanza anni ed esperienza da non aspettarmi assolutamente nulla di dignitoso, il miglior amaro antidoto contro ogni delusione.

  • Alessandro Colla

    Finirà male in ogni caso. In Argentina c’è Tremonti, in Venezuela Bergoglio, qui Padoàn. Visto che dovremo stare peggio di come stiamo adesso, tanto vale che governino i Cinque Scippi, così almeno gli italiani si disilluderanno anche di loro. Poi magari arriverà qualche altro politicamente insulso che imbroglierà di nuovo i creduloni eterni. Speriamo non si spacci anche lui per attore o che almeno non venga considerato tale dai suoi avversari, i quali hanno dimostrato nel caso attuale una scarsa dimestichezza con la critica teatrale. Forse, culturalmente, stiamo già peggio del Venezuela.

  • Alessandro Colla

    Per essere precisi, la mancata promessa di anni ne ha compiuti ventitré. Considerando che verrà riproposta fino alle europee del 2019, avrà consumato per quella data un’intera generazione. Sua Artificiosità potrà essere soddisfatta, per me possono governare anche i Cinque Servi (cortigiani di Sua Casaleggiaggine, con contorno di pseudocomicità utile a soddisfare solo chi non si intende di recitazione). Tanto non cambia nulla, al massimo può tecnicamente peggiorare qualcosa ma la sostanza rimane quella attuale.

    • Dino

      Secondo me finirà male Alessandro, peggio, molto peggio di come stiamo adesso. Una via di mezzo tra Argentina e Venezuela. Continuano intanto a ribadire il concetto, che gli italiani hanno un debito privato tra i più bassi d’europa; già questo dovrebbe allarmare……

  • Giovanopoulos

    Fulgido esempio di quanto ben esposto da Gargaglione, ce l’ha fornito l’ultima intervista televisiva del socialista che promette da vent’anni la “rivoluzione liberale”.
    Stesse identiche, precise parole di quando “scese in campo” (anno 1994).
    Avanti così…

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