DI GIOVANNI BIRINDELLI
Michel Barnier, capo negoziatore di Brexit per l’UE: “Quando sento che il Regno Unito vuole convergere verso minore regolamentazione ambientale, sanitaria, del cibo, probabilmente anche finanziaria, fiscale e sociale, mi chiedo: il Regno Unito, che ha scelto di lasciare l’Unione Europea, vuole anche allontanarsi dal modello europeo? Queste sono due questioni diverse”.
a) Magari lo facesse. Sarebbe sicuramente negli interessi dei britannici, specie delle future generazioni.
b) Non sono due questioni diverse, ma diversi aspetti della stessa questione;
c) Così come le manganellate del governo spagnolo in faccia a vecchiette catalane inermi, sulle quali Barnier ha allegramente sorvolato, sono parte della stessa questione*. Una questione che purtroppo non è quella fondamentale (sovranità del principio di non aggressione contro totalitarismo, p. es. democratico).
Barnier ci fa o ci è? In quanto negoziatore, probabilmente ci fa. In quanto socialista, sicuramente ci è.
(*) Va tuttavia detto che l’appoggio del governo UK alla Spagna e la sua condanna del referendum catalano è stato codardo e vergognoso, responsabilità di un primo ministro in crisi e senza palle.
EDDAJE :D
http://www.italynews.it/wp-content/uploads/2019/12/Schermata-2019-12-13-alle-10.42.46.png
Allontanarsi dal modello europeo? La GB? Quando (e se) ci è entrata, lo ha fatto obtorto collo (es. adottando il sistema metrico decimale).
Barnier poveraccio è francese (è tutto detto), faccia un corso di lingua e cultura british: la prima lezione è gratis e gliela do io.
Gli inglesi hanno due parole per definire estero: “abroad” e “overseas”.
Se si usa “abroad” vuol dire che c’è una sofferenza implicita nell’atto, più che uno spostamento è uno stato d’animo, un cambiamento d’umore, quasi sempre dato dal dover andare in Europa per avere a che fare con i sempre poco simpatici e ostili francesi, i rudi tedeschi, o spagnoli e italiani che parlano e capiscono poco e male la loro lingua.
Con “overseas” invece si presuppone una gioiosità che significa magari sedersi a Heathrow su un aereo Sudafricano che ti porta in Usa.
Non cambi lingua, (giusto un po’ di accento), niente chilometri, ma le care miglia, galloni di benzina invece degli stupidi litri, once di oro e non grammi, pinte di birra e non gli odiati centilitri, libbre di carne e non chili.
E’ un viaggio lungo, eppur così dolce…
L’Atlantico è più stretto della Manica diceva Churchill.
Got the message, Mr.Barnier?
La distanza culturale fra il continente e l’inghilterra e’ ben nota, e millenaria: il continente e’ il luogo del razionalismo idealistico, l’inghilterra all’opposto lo e’ del pragmatismo empirista.
Da questa differenza culturale nascono il liberalismo inglese e il costruttivismo europeo, irriducibili uno all’altro.
Trattandosi di antiche e sedimentate differenze culturali, che vengono ben prima della politica e semmai ne costituiscono le fondamenta, la brexit era inevitabile.
Cosi’ come e’ inevitabile che il nostro paese, col resto d’europa continentale, tenda la fascismo. La breve parentesi ventennale, relativamente liberale, seguita all’ultima guerra mondiale, trovava la sua motivazione esclusivamente nel temporaneo scompaginamento delle classi dirigenti nostrane, cioe’ al fatto che la guerra dal punto di vista pratico l’abbiamo persa contro gli anglosassoni. Se l’avessimo persa contro gli orientali, i sovietici, saremmo indubitabilmente andati verso una classica satrapia orientaleggiante ancora peggiore del nostro fascismo.
Prendetene atto, e mettetevi il cuore in pace. ;)
Il Regno Unito deve diventare un luogo concorrenziale per viverci e farci impresa.
Qualsiasi azione o provvedimento preso in tal senso dal loro governo è centrato.
L’unione europea teme di trovarsi a parete un vicino diventato potenzialmente così ingombrante e pericoloso per i confronti che, inevitabilmente, si faranno.