In Anti & Politica, Economia

DI MATTEO CORSINI

Ogni volta che si parla di operazioni finanziarie in cui lo Stato vuole intervenire senza farlo direttamente, spunta il nome di Cassa Depositi e Prestiti. Credo ci sia più di un motivo per paventare una sorta di ritorno delle vecchie partecipazioni statali, che non pochi consumatori di tasse rimpiangono.

A maggior ragione suona sinistra questa affermazione dell’amministratore delegato di CDP, Fabio Gallia: “Cassa Depositi e Prestiti può investire con un orizzonte di lungo periodo e in alcuni ambiti in cui si sono registrati fallimenti di mercato.”

Ho sempre trovato fuorviante, quando non semplicemente strumentale, l’uso della formula “fallimento di mercato”, perché se domanda e offerta non si incontrano per via di scelte volontarie non parlerei di fallimento, mentre se domanda e/o offerta non si incontrano perché ci sono barriere fissate per legge non può essere un problema di mercato.

Generalmente gli interventi che Gallia ritiene possa fare CDP (con in soldi in gran parte derivanti dal risparmio postale) sono quelli per i quali non esistono investitori privati disposti a farli alle stesse condizioni. Detto banalmente, si tratta di pagare qualcosa (generalmente molto) di più di quanto sarebbero disposti a fare investitori privati volontariamente.

Il problema, ovviamente, è che le eventuali conseguenze fallimentari di queste supposte soluzioni a fallimenti di mercato sono a carico di persone che non hanno alcuna voce in capitolo nelle scelte di investimento in questione.

Alla faccia del mercato.

Recent Posts
Showing 4 comments
  • Alessandro Colla

    Con la sigla s.p.a. ora i sinistri diranno che la Cassa Depositi e Prestiti è stata privatizzata. Per cui i fallimenti successivi saranno colpa del mercato, delle privatizzazioni e del liberismo. Selvaggio o meno.

    • firmato winston diaz

      Abbiamo l’esperienza delle municipalizzate, privatizzate negli anni ’90 ma col privilegio del monopolio assoluto nei loro settori e rimaste a controllo di maggioranza pubblico, con partecipazione agli utili degli amici degli amici e dei potenti di turno (vedi i caltagirone soci di acea a roma).
      E’ da esse (e dal resto degli enti locali, a cui lo stato ha delegato la licenza di uccidere tassando) che arriva la quasi totalita’ dell’incremento della pressione fiscale degli ultimi 25 anni.
      La privatizzazione, in questi casi, serve solo a fare in modo che il “pubblico” (eufemismo per indicare i partiti di governo del momento) possa fare i suoi porci comodi nella gestione di quelle aziende quando non dello Stato stesso, essendo di diritto privatistico, senza nessun controllo. E’ la privatizzazione dello Stato, che diventa a tutti gli effetti una enorme societa’ privata monopolistica occupata a farsi i suoi affari e curare le proprie clientele, col monopolio della violenza.

      A grandi linee ogni sistema di potere funziona cosi’:
      http://www.youtube.com/watch?v=rStL7niR7gs

  • Albert Nextein

    Cdp è diventata una Spa , di diritto privato, per superare le limitazioni operative che avrebbe avuto se fosse rimasta interamente a capitale pubblico.
    Lo hanno deciso i politici, per meglio ungere il sistema clientelare e compiere porcate assolute usando soldi prevalentemente , se non del tutto, pubblici.
    Cdp andrebbe abolita.

  • Alessandro Colla

    E alla faccia di Orwell e della correttezza linguistica. “Fallimenti di mercato” significa “liquido asciutto”. I burocrati usano i più bestiali e i più insulsi tra gli ossimori. Ma c’è chi crede che esistano comunisti liberali.

Start typing and press Enter to search