DI MATTEO CORSINI
Da tempo anche Laura Boldrini, presidente della Camera, sta scaldando i motori per la campagna elettorale. Campionessa del politically correct e del solidarismo a spese altrui, è particolarmente dotata nell’avanzare proposte che comporterebbero aumenti di spesa, senza specificare le coperture. In questo, a onor del vero, Boldrini è in folta compagnia.
Si prenda il contrasto alla povertà. Boldrini è certamente favorevole al reddito di inclusione recentemente varato dal Governo, ma ovviamente aggiunge che “restano insufficienti le risorse stanziate”. Proseguendo nella generosità: “Io stessa ho proposto più volte un “reddito di dignità” o un sussidio di disoccupazione erogati dalla Ue: immagini come cambierebbe il giudizio dei cittadini su Bruxelles se, dopo anni di austerity, s’intestasse il sostegno a chi è in difficoltà”.
Come no: resta il problema che Bruxelles i soldi da qualche parte li dovrebbe prendere, e sarebbero sempre tasse presenti o future. Ma Boldrini pare non preoccuparsene.
Quanto all’integrazione degli immigrati: “Per lo Stato comporta una politica mirata, che coinvolga gli enti locali, e adeguati stanziamenti: non è una spesa ma un investimento, anche in termini di sicurezza”. Un investimento che, comunque lo si consideri, comporta una spesa, a fronte di benefici non immediatamente quantificabili. Anche in questo caso Boldrini non dice da dove prenderebbe i soldi.
Effettivamente chi la intervistava neppure glielo ha chiesto, probabilmente ritenendola una domanda offensiva, gretta o inopportuna. Io non voglio sostituirmi al pensiero presidenziale, ma non mi meraviglierei se le risorse dovessero arrivare dalla lotta all’evasione fiscale e da un aumento delle tasse sui ricchi. Anche questi, veri evergreen.
Non serve dare spazio a personaggi del genere che, a mio parere, devono esser lasciati a bollire nella melma in cui si trovano.
Non bisogna dar loro peso, e non vanno presi sul serio.
Mi piacerebbe poter fare come dice lei, Sig. Nextein, il problema e’ che purtroppo gira e rigira siamo tenuti a prenderli sul serio.
Immaginare come cambierebbe il giudizio dei cittadini su Bruxelles se si sostenesse chi è in difficoltà. E se invece che il “sostegno”, si smettesse di creare difficoltà? E’ un concetto che proprio non entra nelle menti sinistre. Dalla cosiddetta altra parte c’è un problema speculare. Per Salvini è tutto un problema, per i suoi finti avversari è tutta una risorsa. A nessuno viene l’idea che problemi e risorse possono essere tutto e nulla. Il problema può diventare risorsa e la risorsa problema a seconda di come si affronta una determinata situazione. Ma tutti e due gli schieramenti preferiscono seguire l’andazzo demagogico. Uno rappresenta il pensiero dei risorsisti? Prendiamo i voti da loro, indipendentemente dalla situazione reale. L’altro rappresenta i paurosi? Tutti via, anche coloro che potrebbero essere utili. I voti si prendono così. Lo ius soli? Ora ci ripensano ma solo perché ritengono che sia impopolare, non per i contenuti. Le idee non contano, servono i voti. E’ uno dei tanto hoppeiani motivi per cui la democrazia è un fallimentare idolo del quale si aspetta la caduta. O meglio, la certificazione della già avvenuta caduta.
Più che integrazione qui si tratta di una sostitutione demografica.
https://www.youtube.com/watch?v=2NDkSUUCnk8
La Boldrini è indifendibile.
Secondo Salvini, Macerata ha qualcosa da farsi perdonare, è vero, ma io aggiungo che lo ha anche Cassano Magnago.
Però Macerata, forse, si è fatta perdonare con Camila Giorgi, ma Cassano con chi?