DI REDAZIONE
Il fisco sa tutto. Inutile illudersi.
“Non ci sono particolari spese che danno luogo a verifica. Il controllo è casuale. A campione, ma in linea di massima le conoscono già” dice all’Adnkronos il commercialista Alessandro Capriccioli. Prima la dichiarazione dei redditi era cartacea e si allegavano tutte le spese, “mediche, mutui, etc.”, ma ora con la trasmissione telematica non si allegano più: si dichiarano e basta. “Su alcune di queste spese il riscontro incrociato è immediato – spiega l’esperto -, per esempio, chi deduce la quota relativa all’ex coniuge degli alimenti deve indicare il codice fiscale della donna e, quindi, la verifica è immediata perché lei avrà a sua volta dichiarato di averli ricevuti”.
Per le altre spese l’Agenzia delle Entrate fa il cosiddetto controllo formale. “Ti arriva una lettera in cui ti dicono: ‘guarda che tu hai indicato questi oneri che sono il mutuo, l’assicurazione sulla vita, le donazioni alle Onlus, le ristrutturazioni di casa o il miglioramento energetico: mandamene copia’”. “Una volta fino a due/tre anni fa facevi la fotocopia delle tue spese detraibili e gliele inviavi – aggiunge il commercialista -. Ora c’è un portale specifico dell’Agenzia delle Entrate in cui carichi direttamente i documenti”.
Ormai c’è un controllo incrociato per tutto ed è difficile ‘fare i furbi’. “In realtà le mie spese mediche loro le conoscono già – aggiunge -, perché il mio dottore avrà già indicato il mio codice fiscale, inviandolo a gennaio all’Agenzia delle Entrate e, quindi, loro le sanno”. Il futuro? Alla fine sarà talmente “tutto controllato e registrato”, conclude l’esperto, “che possiamo anche immaginare arriverà un tempo in cui le verifiche non saranno più nemmeno necessarie”.
Punti di vista.
L’altro giorno ho avuto necessità di un intervento di derattizzazione.
Abbiamo pattuito una somma a pagamento brevi-manu , e non ho chiesto alcuna fattura.
Contenti tutti.
Intervento riuscito.
Perché devo versare un 22% allo stato per difendermi dai topi?
Cosa mi fornisce lo stato nella lotta contro i topi, quale corrispettivo di un 22% di Iva?
Con quel 22% risparmiato io ho potuto installare alcune esche in più.
C’è sempre tutta quell’irpef dichiarata e mai OVVIAMENTE versata da tutti i dipendenti o professionisti che lavorano per la pubblica amministrazione.
Mai ovviamente versata ma contabilizzata come una partita di giro perché il “donatore di stipendio o prebende”, – lo stato insomma – dicendo di pagare con la tasca destra ciò che è trattenuto al “inconsapevole parassita” ne incassa con la tasca sinistra lo stesso ammontare.
Va da se che se verso a me stesso ciò che dico di trattenere ad altri, come effetto di fatto, non mi è ne uscito ne entrato nemmeno un centesimo.
Va da se che con imposte trattenute agli “inconsapevoli parassiti” non ci si possa comprare nemmeno uno stuzzicadenti.
Va da se che gli “inconsapevoli parassiti” consumano esclusivamente risorse che solo chi non lavora per lo stato può dire e dimostrare di aver versato e versato in euro sonanti nelle arche dello stato.
Solo i denari che entrano da economie terze rispetto allo stato si possono accumulare e spendere da parte dello stato.
Ciò trasforma lo stato in un gigantesco evasore nonché eversore della realtà della aritmetica del numerario “Cassa”.
Ciò trasforma in scimpanzé “HU! HU! NGA! NGA! tutti i professori di scienza delle finanze. Imo.
Figuriamoci come la possono prendere tutti gli “inconsapevoli parassiti” che di fatto dipendono da flussi finanziari che qualcuno gli ha detto che gli spettano per diritto.
Mi fermo alle tasse ma se vogliamo possiamo anche allargarci allo schema Ponzi (o catena di Sant’Antonio) dei contributi previdenziali……
La tosatura continua…..la maggiore efficienza è solo un supplizio incrementale.
….e le marmotte incartavano la cioccolata…….
Quando c’era la liretta lo stato poteva reggersi anche con un fisco inefficiente, con la stampa di denaro e relativa inflazione, il ricorso ai prestiti dei bot people e le tasse sui soliti automobilisti (benzina + qualche “una tantum”) sempre molto gettonate.
Ora non è più possibile, quindi si è dato una mossa, ha assoggettato il sistema bancario ai suoi desiderata, ha reso super efficienti le brigate gialle, ha seminato l’odio per l’evasore nemico pubblico da annientare.
O così, o chiudeva baracca e quelli l’osso non lo mollano.
E ancora non sappiamo quando riformeranno il catasto cosa combineranno.
Ma con un’efficienza fiscale di tipo nordamericano e una pressione fiscale di tipo nordeuropeo, continuiamo comunque ad avere una classe politica di tipo centramericano e un livello di servizi di tipo centrafricano.
C’est parfait!
E allora di quale centinaia di miliardi di evasione parlano? Sarà al massimo mezzo miliardo per qualche scontrino non battuto sui sempre più rari pagamenti in banconote o monete. Il mendicante mi dovrà in futuro lasciare la ricevuta?