DI STEFANO STRANI
Il “97% degli scienziati che crede nel riscaldamento globale” è un mantra che è diventato vangelo il 16 maggio 2013, nel momento in cui il presidente degli Stati Uniti Obama ha twittato: “Il 97% degli scienziati è d’accordo.
Il cambiamento climatico è reale, a causa antropica, e questo è molto pericoloso”.
Quello a cui si riferiva il presidente era un paper dalla University of Queensland di John Cook del 2013. Nella sua ricerca, Cook ha visionato 11.994 articoli pubblicati tra il 1991 e il 2011 che citavano parole di ricerca come “riscaldamento globale” e “cambiamento climatico globale”.
Indovinate un po’ effettivamente che cosa ha trovato Cook? Che soltanto il 32,6% dei documenti visionati ha appoggiato la teoria del riscaldamento globale antropogenico (artificiale). E di quel 32,6%, il 97% ha detto che “il recente riscaldamento globale è causato principalmente dall’uomo”.
E così, da questo bel giochetto di prestigio, è nato questo grande risultato del “97% del consenso”.
Credere a quanto affermano politici e giornalisti è da stupidi.
Occorre farci una tara preventiva attorno al 90%.
La grande abilità dei comunisti è la capacità di trasformare le loro tesi politiche in “senso comune”.
La bufala del “riscaldamento globale causato dall’uomo non è più una tesi alla quale si può credere o meno; essa è diventata realtà acquisita, come la sfericità della terra.
Se provi a confutare anche con gente non ideologizzata, questi fanno peggio che disapprovare, semplicemente non capiscono quello che stai dicendo, come se negassi che l’acqua è bagnata.
Questo può avvenire grazie all’enorme potenza di fuoco della sinistra “gramscianamente” incistata in ogni ganglio vitale della società.