In Anti & Politica

jdi GIOVANNI BIRINDELLI

Partiamo dalla notizia: “Ragusa: volontari dei Vigili del Fuoco appiccavano roghi per guadagnare soldi”.

 

Ora, uno sarebbe tentato di vedere questo come un problema di mele marce. E sicuramente, nel suo ambito ristretto, lo è. Tuttavia, dopo aver studiato la Scuola Austriaca di economia e la filosofia politica libertaria, diventa chiaro che questo episodio rappresenta di fatto l’attività principale dello stato moderno e dei suoi parassiti: creare problemi per poi tentare di risolverli ricevendo denaro “pubblico”, cioè estorto.
La differenza è che, nel caso specifico di cui sopra, il fuoco dopo viene effettivamente spento (anche se alcuni alberi ci metteranno decenni a ricrescere). Al contrario, la devastazione sistemica prodotta dalla macchina coercitiva statale nel lungo termine tende necessariamente a espandersi. Infatti quello che la produce è, in ultima istanza, la ‘legge’ intesa come strumento di potere coercitivo arbitrario.
Questa di per sé rende il potere politico, chiunque sia a detenerlo, illimitato (in altre parole, rende il sistema politico, specie se democratico, totalitario). E la natura di un potere coercitivo illimitato è appunto espandersi. Sarebbe irrazionale pensare il contrario.
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  • Alessandro Colla

    Errata Corrige: in ottava riga “whig” e non wigh.

  • Alessandro Colla

    Probabilmente il caldo non scoraggia i troll che evidentemente hanno gli impianti di aria condizionata perfettamente funzionanti. Ma nessun condizionatore riesce a nascondere la palese disonestà intellettuale dei suddetti non scoraggiati dal caldo. Osserviamo come si insinuano mascherati da paladini della tolleranza. “Se ti peremetti di porre una critica dall’altra parte, sei considerato statalista e parassita”. Non è vero niente, nessuno ha risposto così a una critica. Le risposte pesanti sono andate a chi ha esordito definendoci ridicoli, quattro gatti da web, commentatori di cose che non si conoscono e via dicendo. All’insulto, c’è chi ha risposto con l’insulto; e allora? Eccesso di difesa? Forse, discutibile, ma non c’entra con le controdeduzioni a una critica. “Manca l’onere della prova al riguardo di un’economia [compiutamente] liberale”. L’avverbio è mio perché il trollatore usa il termine “totalmente” senza sapere che così contraddice l’attributo “liberale”. Anche questo non è vero. Millenni di economia in Irlanda, il periodo wigh in Gran Bretagna, la libertà (anche monetaria) nei nascenti Stati Uniti d’America, microrealtà europee ed extraeuropee ancora presenti ne sono testimonianza. Ma lui continua a sostenere che non ci sarebbero stati esempi storici di territori dotati di stato minimo alla Nozick. Così come continua a ignorare che i sistemi possono essere veri o falsi nelle premesse, indipendentemente dalla loro sperimentazione. Non ho bisogno di sperimentare personalmente che se effettuo un tuffo in una piscina vuota mi provoco danni seri. Tutta la fiflosofia autentica, non quella finta degli hegeliani, è lì a dimostrarlo. Popper lo ha esemplificato epistemologicamente. Tra l’altro si sostiene che l’onere della prova sia destinato a mancare in quanto il liberalismo non potrà mai imporre un modello proprio. Quindi un modello o è imposto o non è attuabile! Ai trolleggianti sfugge la possibilità che un modello possa essere accettato liberamente, senza imposizione alcuna. Attenzione, poi, quando portano doni. Si mettono a citare Mises a sproposito. Non so se la citazione riportata sia esatta, non ho tempo di andare a controllare. Ma quando si usa Mises per arrivare a conclusioni arbitrarie, contrarie al pensiero dell’autore, occorre mettersi in allarme. Il passo di Mises, citato da L’Azione Umana, è il seguente: “E’ praticamente impossibile convogliare unidirezionalmente tutte le preferenze temporali e uniformare i bisogni di ogni singola persona, in quanto tali scelte sono caratterizzate dal libero esecizio e dalle azioni individuali nonché spontanee delle stesse persone.” E per questo motivo, Trollallero Trollallà invoca la necessità di imposizioni istituzionali perché non tutti accettano il principio di quest’impossibilità. Ossia, se non voglio uniformare, devo creare un’uniforme! Ci si ricorda che “una palla rimbalza, punto e basta”. Appunto. Una palla rimbalza e negarlo, come fanno gli statalisti, è un’offesa alla verità. Cioè, sempre citando Popper, ciò che corrisponde ai fatti. Siamo costretti a subire la maestrina dalla penna rossa che ci rammenta come sia “azzardato mettere sullo stesso piano le scienze naturali e quelle sociali” E sarebbero i pensatori libertari a metterle sullo stesso piano? Sono stati loro i primi a denunciare questo abuso da parte degli econometristi e dei matematizzatori della scienza economica. La difficoltà dei troll a capire un paragone è pari alla loro ignoranza innata. Essere su piani diversi non significa che una sia scienza e l’altra no. Non siamo come la situazione dell’astronomia e dell’astrologia. Ci sono elementi scientifici, non meramente contabili, anche nelle scienze sociali e l’epistemologia (scienza sconosciuta agli statatroll) è lì a dimostrarlo. Stomachevole la pseudosimilitudine successiva: “Einstein cercò di confutare le teorie di Bohr senza giungere a nessuna convincente conclusione. Se non l’ha spuntata lui, non vedo perché vi possiate arrogare la presunzione dei vostri insindacabili giudizi” Intanto Einstein confutava Bohr sulla meccanica quantistica. Non sono in grado di stabilire chi avesse ragione, forse nessuno dei due dal momento che credo si vada ancora avanti per ipotesi. Sui buchi neri chi ha ragione? Forse nessuno. Ma che la velocità della luce non sia relativa lo ha scoperto Einstein. E se una palla rimbalza, vuol dire che la verità esiste. Se i libertari hanno confutato gli statalisti in base al rimbalzo della palla, rimbalzo che gli statalisti negano, vuol dire che sono giunti a conclusioni più che convincenti. Nessuno si arroga alcuna presunzione di spiegare cosa ci sia dentro i buchi neri, i nostri giudizi sono dettati da convinzioni e porprio perché basati sulla libertà non possono essere insindacabili. Di insindacabile c’è solo la libertà stessa ma questo non può capirlo chi la libertà non la ama. Se l’esempio dei benefici apportati dal mercato alle ex realtà socialiste sono un’ovvietà, altrattanto ovvio dovrebbe essere considerato che i benefici sarebbero maggiormente estesi se si eliminasse completamente la base su cui il socialismo si fonda: lo stato. Una villania mascherata si cela dietro alla frase “non penso di possedere, A DIFFERENZA VOSTRA, certezze assolute”. Noi non abbiamo certezze assolute, i libertari di assoluto non hanno nulla perché libertarismo e assolutismo sono incompatibili. Non vogliono imporre nulla, solo proporre. Siamo convinti che anche le “comuni” o i “kibbutzim” o i conventi siano destinati al fallimento. Ma nessuno di noi impedirà la creazione né la costruzione di queste possibili realtà. Quando si afferma che il liberalismo fallisce perché non si realizza, si crea un falso assunto filosofico. Se non si realizzasse perché economicamente non conveniente, si potrebbe parlare di fallimento. Ma se non si realizza perché i suoi nemici gli impediscono di affermarsi, il fallimento è dei suoi nemici che non sanno usare altro strumento al di fuori della violenza. E’ come affermare che in passato un sistema antischiavista non poteva funzionare perché la schiavitù continuava ad esistere. La schiavitù esiste dove esiste lo schiavista. Il libertario può sbagliare strategia nel combattere la schiavitù, non sbaglia nel principio. In treno ho sentito un sottoufficiale dell’aereonautica sostenere che la schiavitù l’hanno inventata gli americani. La storia nelle nostre forze armate è sconosciuta dal momento che la schiavitù esisteva già da molti secoli prima dei viaggi di Colombo. Se mai hanno inventato l’abolizionismo, sia pure con qualche contraddizione e non sempre per sincerità di intenti. Ma è chiaro che una simile “tesi” non può venire che dall’obbligatoria “istruzione” statale. Simbolo di un fallimento anche questo e non certo del mercato o del liberalismo, tanto meno del libertarismo. Un pensiero che sa bene quanto ci sia ancora da scoprire. Non abbiamo la verità in tasca sui buchi neri, non sappiamo cisa ci sia dentro. Se mai questa presunzione è degli statalisti che la manifestano in ogni occasione. Non pensiamo che una società libertaria possa risolvere ogni problema umano. Molti problemi psicoilogici, ad esempio, rimarrebbero. Specialmente quelli di chi con la libertà si trova male. O quelli di chi confonde il pensiero libertario con la licenza del suo vicino di sparargli. Ma anche la ricerca della soluzione di questi problemi avrebbe (e non è poco) un ostacolo in meno. Poco credibile il finoll (ossia: il finale del troll): “Se siete convinti di essere dalla parte giusta sono contento per voi. Io sto cercando ancora di capire.” Non credo a questa volontà di capire dal momento che si usano mezze verità per nascondere palesi menzogne. Se l’intento è sincero è sufficiente ritornare a quanto è stato scritto all’inizio di questa, ahimé per l’ennesima volta lunga, mia risposta: l’onestà intellettuale. Oppure maggiore informazione in campo storico e filosofico. L’argomento è da secoli trattato molto meglio di quanto osi trattarlo il sottoscritto. Le fonti non mancano, basta informarsi seriamente. Non con qualche frammento qua e là tanto per infastidire il prossimo. Credo invece che abbia ragione chi sostiene che dietro tutti questi falsi nomi ci sia spesso la stessa persona. Non ho la competenza per affermarlo con certezza ma a quanto pare gli indizi non mancano.

  • Pedante

    Sul punto sollevato da Stefano circa l’eterogeneità di interessi ed esigenze dei cittadini: l’America coloniale era caratterizzata da insediamenti molto omogenei. Persone della stessa razza, etnia, cultura e religione.

    È difficile che nasca un sistema di diritto consuetudinario (hayekiano) in assenza di valori ampiamente condivisi. Se un’approssimazione della società libera era possibile nell’America antebellum oggi quella realtà non esiste più.

  • vetrioloblog

    Mi pare di ricordare che alcuni incendi in Sardegna vennero provocati da una ditta che veniva pagata secondo la quantità d’acqua usata per lo spegnimento.
    Il problema è purtroppo alla radice, ovvero che, trattandosi di aree pubbliche, dovrebbero essere sorvegliate dallo Stato.
    Avete mai sentito parlare di un qualche parco o giardino di proprietà privata che sia stato incendiato?
    Quanti parchi di proprietà privata bisognerebbe incendiare per riuscire a fare lo stesso danno di un incendio in una “zona protetta”?
    Da qualche parte ho letto che chi butta una pezzo di carte per la strada difficilmente lo fa a casa sua. Commenterei che, se pure lo facesse, sporcherebbe la casa sua, non quella di altri.

  • Stefano

    Alcune precisazioni doverose, e poi giuro che non vi rompo più i marroni.
    Io ho parlato di azioni umane in quanto tali senza far riferimento a nessun tipo di sistema. Non ho capito perché il liberalista ha voluto affermare un ovvietà così evidente. Parlavo naturalmente dell’imprevedibilità e della non sistematicità delle nostre scelte. È naturale che alla base c’è sempre una motivazione almeno che non soffri di qualche patologia psichica. Anche in questo caso la cosa doveva essere scontata. Ma meglio precisare, non si sa mai. Conoscenza non implica necessariamente comprensione profonda di quello che si legge o si studia. Dopo Galilei, adesso Einstein. Per quanto riguarda la fisica quantistica se non sbaglio Einstein cercò di confutare le teorie di Bohr, senza giungere a nessuna convincente conclusione. Il dibattito tra i due fisici andò avanti fino alla morte di Einstein. Ancora oggi non esistono teorie certe, ma sicuramente qualche illuminata persona contribuirà nel futuro ad accendere un altro cerino nelle tenebre. Se uno come lui (Einstein)non ha saputo spuntarla, non vedo perché vi possiate arrogare la presunzione dei vostri insindacabili giudizi.
    Io ho parlato di economie totalmente liberali. Non mi sembra che ci siano stati esempi nella storia di paesi dotati di stato minimo coma la intendeva Nozick, neanche nei nascenti Stati Uniti d’America o nella Gran Bretagna del XIX secolo. L’esempio dei benefici apportati dall’economia di mercato agli ex paesi socialisti mi sembra sinceramente un’altra ovvietà.
    Per chiudere: non mi reputo uno statalista, non penso come già ribadito di possedere a differenza vostra certezze assolute, e per quanto concerne la categoria, se siete convinti di essere dalla parte giusta sono ben lieto e contento per voi. Per quanto mi riguarda, io purtroppo sto cercando ancora di capire.

  • christian

    Il motivo delle azioni umane c’è sempre. Se per te non è valido per i tuo vicino potrebbe esserlo: forse gli hai rotto le scatole una volta di troppo o forse una vocina nella sua testa gli ha detto di farlo perché sei la reincarnazione del male (oltre che blasfemo :-) ).
    Sicuramente le scienze sociali e le scienze naturali sono diverse in quanto si basano su principi diversi ma nessuna della due sta sopra all’altra come sembra tu voglia indicare.
    Anche le scienze sociali si basano su solide e logiche basi (in particolare l’economia), solo diverse dalle scienze naturali (tipo apriorismo) come spiegato bene dalla scuola Austriaca di economia che tu non conosci.
    Portando ad esempio le scienze naturali, c’è voluto molto prima di superare il concetto di etere che pure sembra avere solide e logiche basi che poi sono cadute (ed i sostenitori della teoria dell’etere ti posso assicurare che certo dei cretini come molti degli economisti main stream. Anche la fisica quantistica non venne ben accolta (ed ancora oggi alcuni non la ritengono valida) in quanto troppo “assurda” (un nome tra tutti Einstein, mica Cetto La Qualunque, che certo non era un’idiota).
    La mancanza dell’onere della prova inversa ed una falsità. Direi che sono più che abbondanti e bastevoli gli esempi degli effetti positivi delle aperture al mercato libero ed al laisser faire di certe economie socialiste, ma tant’è che non c’è peggior cieco di uno statalista che non vuol vedere. Mi fermo qui altrimenti potresti accusarmi che ti sto accusando di blasfemia (oppure era che io ti potrei accusare che tu mi stai accusando di accusarti di blasfemia, oppure era il contrario… troppo complesso vado a dormire).
    P.s.
    Non mi ha riposo sulla categoria.

  • Stefano

    Abbiamo avuto la disavventura di vedere sotto i nostri occhi il modello di un economia pianificata come quella socialista, e di aborrirla, e dall’altra la fortuna di constatarne gli effetti devastanti e prenderne le distanze, anche se ancora in alcuni paesi con ottusa e ingiustificata insistenza si percorrono in misura più o meno parziale i suoi principi. Manca invece l’onere della prova al riguardo di un’ economia totalmente liberale, in quanto essendo fondata su valori di piena libertà individuale, a differenza di quella socialista che impone con la forza e la coercizione il proprio modello, non potrà mai, in quanto esercitata nell’ambito della sfera personale e privata imporne uno proprio. Riprendo incautamente ( non vorrei provocare una sollevazione da parte di voi libertari e peccare di blasfemia)un passaggio (un principio che è alla base del suo pensiero)di Von Mises presente nell’ Human Action: è praticamente impossibile convogliare unidirezionalmente tutte le preferenze temporale e uniformare i bisogni di ogni singola persona, in quanto tali scelte sono caratterizzate dal libero esercizio e dalle azioni individuali e spontanee delle stesse. Ritengo per cui considerare altamente utopico(non totalmente, mi riservo sempre un po’ di sano dubbio al riguardo) che tutti gli esseri umani possano abbracciare universalmente tale principio, a patto che si proceda se non attraverso l’imposizione da parte di qualche ente o istituzione, che in nome del bene comune e del benessere dei suoi cittadini trasformi quest’aberrazione in una soluzione apparentemente salvifica. Non c’è bisogno di scomodare Tolomeo e Copernico. Galileo e compagni erano convinti delle proprie teorie in quanto suffragate da solide e logiche basi derivante dalla scienza sperimentale, di cui lo stesso Galileo ne fu l’artefice. Mi sembra un pochettino azzardato mettere sullo stesso piano le scienze naturale e sperimentali con quelle prettamente sociali. Una palla lanciata nel vuoto cade e rimbalza, punto e basta. Fra cinque minuti il mio vicino così gentile e affabile potrebbe prendermi a fucilate senza un valido motivo.
    Saluti

    • Liberalista

      Il fatto è che il tuo vicino può impazzire sia nell’attuale sistema con lo stato che in in eventuale sistema senza stato. La pazzia e le scelte individuali scellerate non dipendono, se non in parte (e sappiamo per esperienza in quali momenti storici e in quali ambienti la follia umana abbia avuto il massimo del suo “splendore”…), dal sistema politico vigente.
      Perciò su quelle nè gli statalisti nè gli anti-statalisti possono dire che “se si facesse come diciamo noi il tuo vicino non potrebbe impazzire”.

      Credo che si possa trarre qualche conclusione da questo fatto che credo sia difficilmente contestabile, non credi?

      Ad esempio, che giustificare la coercizione statale con la paura dell’impazzimento del vicino non sia proprio il massimo. Concordi?

  • Alessandro Colla

    Grande, Christian, con la tua domanda finale. Forse è più facile passare da non cretini a cretini che il contrario. Non so dove sia mai stata letta un’accusa di parassitismo o di statalismo nei confronti di chi ha espresso un’opinione diversa da quella libertaria. Ci siamo limitati a scrivere che senza incentivi a incendiare ci sarebbero meno incendi. Nessuno ha detto a chi non condivide quest’assunto di voler essere accolto nei ruoli dei vigili del fuoco o in quelli della guardia forestale (oggi arma dei carabinieri). Parassita lo diciamo a chi difende ingiusti e con la prepotenza conquistati privilegi personali dei quali si è a conoscenza; e noi non conosciamo la situazione personale e professionale dei nostri interlocutori. Perfino agli insulti riusciamo a rispondere senza ritenere che qualcuno debba per forza essere interessato. Potrebbe essere solo un illuso. Per esempio c’è chi si illude che qualcuno (chi?) abbia creato degli idoli attraverso il dualismo stato/non stato. A questo qualcuno sfugge il fatto che il libertario è tale proprio perché rifiuta l’idolatria politica. e quindi il vero dualismo è tra idolatri e antiidolatri. E gli adoratori dello stato non sono altro che idolatri. Quindi non sono gli antistatalisti a creare dualismi ma gli statolatri. Tra il prepotente e il non aggressore non c’è via di mezzo, chi difende il prepotente non può farlo in nome dell’antifanatismo senza evitare di prendersi una pernacchia dagli innocenti. Un po’ come il tuo esatto esempio tra Tolomeo e Copernico. Il fanatico era Galileo? O lo erano tutti e due, Galileo e cardinali, perché bisogna per forza trovare una via di mezzo tra due sistemi incompatibili? I centristi pensano che sia possibile una terza via tra salute e malattia. Oppure che la terra ruoti intorno al sole ma non troppo. Magari, in nome dell’alternanza politica, qualche volta è il sole che ruota intorno alla terra. Le categorie esistono, è inutile fingere il contrario. O forse, per chi si bea nella propia illusione, un’utilità c’è. Ma è la stessa del narcodipendente. Si può uscire dalla dipendenza? Sì, ma occorre una grande forza di volontà. Se proprio non si vuole dividere il mondo in categorie, si smetta di alimentare la categoria di coloro che ancora credono nel sistema geocentrico. Poi si vedrà.

  • christian

    Interessante pensiero Stefano.
    Quindi chi sosteneva fermamente la correttezza del il sistema Copernicano contro quello Tolemaico era solo un fanatico?
    La questione del dualismo stato/libertarismo è stata già affrontato in recenti commenti qui (https://www.movimentolibertario.com/2017/08/fascisti-comunisti-anzi-no-comunisti-fascisti/)
    e per essere precisi il dualismo è statalismo-socialismo/Libertalismo e come già detto il dualismo nasce perché i principi o si rispettano o non si rispettano (in un dato tempo e luogo). La questione non è dichiarare di avere sempre ragione o che l’altro abbia sempre torto ma argomentare in modo logico e coerente il perché. I libertari lo fanno gli statalisti/socialisti no (nel senso che le loro argomentazioni non sono ne logiche ne coerenti e spesso sono solo enunciati come dogmi [chi è che aveva detto che il socialismo/comunismo era una religione mascherata da ideologia politica?].
    Ciò che è vero non diventa meno vero solo perché gruppi di persone lo affermano in modo insistente e cercano di difendere tale verità (come tu vuoi far credere). Purtroppo ripetendo continuamente ed abbastanza volte che una cosa falsa è vera la si può far sembrare tale (come quello che dici tu).
    Infine, al contrario di quello che dici tu (strano visto che non sbagli mai), è facilissimo operare una netta distinzione tra cretini e non cretini. La questione è che una stessa persona in varie occasioni/momenti della propria vita può passare da una categoria all’altra. Adesso io sono sicuramente in quella dei cretini, visto che alla tre di notte scrivo inutilmente in risposta a qualcuno che non capirà mai. Tu in quale categoria ti senti in questo momento della tua vita?

    • ANTITROLL

      Davvero curioso, al demente basta cambiare nome e diventa interessante leggerlo e pure il suo pensiero.

      Che faccia mille parti in commedia non ti sfiora la mente?

      Visto che ti picchi di non dialogare con i troll, quando rispondi tieni presente quanti possono essere “Tutti gli uomini del deficiente” e applicalo alla situazione. Ne varrà la pena.

  • christian

    Grazie Giorgio di essere tornato il che mi ha permesso di leggere un altro bellissimo pezzo di Alessandro Colla che quando è provocato da esseri appartenenti ai vicoli cechi dell’evoluzione umana da il meglio di se.
    Per un momento avevo temuto che si sarebbero limitati a qualche rapida risposta e degli insulti. Una noia tremenda. Fortunatamente sono tornato a dare un’occhiata ai commenti dell’articolo.
    Distinti Saluti
    p.s.
    Non preoccuparti come promesso in passato non ho letto assolutamente nulla di quello che hai scritto (sicuramente per qualcuno le tue frasi primitive e prive di logica potrebbero essere considerate dei virus).

  • Stefano

    Giorgio non mi interessano le tue idee o come la pensi. Non insistere, intanto è una battaglia persa. Quando si creano idoli a cui venerare incondizionatamente attraverso il dualismo Stato/non Stato ogni discorso è vano. Chi pensa di avere la ragione e la verità indiscussa in mano è sempre e solo un fanatico; poi criticano i preti e gli adepti di radio maria.
    L’altro giorno mi sono permesso di criticare l’articolo in un “famoso” blog di matrice marxista leninista e sono stato subissato di critiche e qualche insulto come sporco fascista e via dicendo. In altre occasioni addirittura è accaduto di non trovare più traccia dei miei commenti. Se ti permetti di porre una critica dall’altra parte invece di considerando uno sporco statalista e parassita. Per costoro l’umanità è distinta attraverso distinte categorie. L’unica cosa a cui non si può porre veramente rimedio in questo mondo è quello operare una netta separazione tra cretini e non cretini. Non vi preoccupate il riso lo riservo per altre cose, anche perché da ridere c’è ne ben poco.

  • GIG

    Mi permetto di aggiungere, umilmente, ai due consigli di Alessandro,che saluto ed al quale rinnovo la mia ammirazione e plauso,un altro posto dove Giorgio dovrebbe andare a ridere.
    Ecco,secondo me Giorgio dovrebbe andare davanti ad uno specchio,nessun altro luogo è piu’ indicato di quello per sbellicarsi dalle risate.
    Ci provi,vedrà che non resterà insoddisfatto.
    Saluti

  • Alessandro Colla

    Ogni cretino ride della libertà e del pensiero che essa esprime. Quindi ride anche quando legge (legge?) Locke, Hume, Leopardi, Spencer, Bastiat, Popper e tantissimi altri più o meno recenti. L’allocco “ragiona” così: “C’è la tosse? Tutti danno la colpa ai virus. Il raffreddore? Colpa dei virus. L’influenza? I virus. I libertari sono fissati con i virus.” Insomma, secondo lui il virus non esiste. E questo spiega perché non capisca cosa sia la libertà. La vera comicità è involontariamente proprio la sua, in quanto è lui che parla di cose che non conosce. Cioè l’economia e il pensiero liberale; oltre alla grammatica e alla sintassi, come giustamente rilevato da Antitroll. Lo dimostra quando afferma che l’economia non sarebbe basata sulla sperimentazione e che dovrebbe essere fondata sulla matematica. Fior di personaggi hanno smentito questa presunzione, nessuno di loro ha mai escluso la sperimentazione, la nefasta matematizzazione dell’economia è atteggiamento modaiolo nelle università e nei circoli politici che contano.e tutte le politiche governative sono indirizzate esclusivamente su proiezioni econometriche. I citati circoli, “contano” proprio perché non si occupano di economia ma di contabilità. La differenza sfugge a colui che ride senza rendersi conto che dovrebbe ridere di se stesso e della sua connaturata intolleranza. Come della sua altrettanto connaturata ignoranza. L’economia, possiamo notarlo anche sul piano etimologico, è regola dell’ambiente. L’ambiente è condizionato dall’azione umana con la sua molteplicità di desideri, la sua volubilità e la sua psicologia. Ma chi non conosce la scuola austriaca di economia (in realtà le sue conoscenze sono inferiori al nulla) vorrebbe affermare il contrario. Dal comico al ridicolo si passa quando si afferma che in un mondo privatizzato, chi oggi appicca un fuoco per avere più soldi continuerà a servizio di un privato. Ovviamente gli sfugge che un privato deve avere un interesse per appiccare un fuoco. Se il privato danneggiato si rifiuta di assumerlo, cosa che non avviene con lo stato accogliente, l’interesse non c’è. Può danneggiare qualcuno per qualche altro motivo ma questo vale per ogni tipo di aggressione. E comunque con un incentivo in meno. In ogni caso, i privati potenzialmente in pericolo riescono a difendersi meglio con organizzazioni spontanee. Altra cosa, quest’ultima, che ovviamente sfugge al genio autoriesumatosi. Se possiedo un bosco non voglio che qualcuno me lo bruci e cerco di difendermi al massimo. Se il bosco è pubblico, le mie antenne sono meno attente. La cosa sarà anche poco patriottica ma è nella natura umana. Per fortuna. Tralasciamo l’incapacità di capire, come di sapere, che essere darwinisti sociali non è un obbligo per un libertario ma neanche un impedimento. Il colmo lo si raggiunge quando ci si invita a parlare dell’abolizione del denaro, auspicandola. Ritengo opportuno rifiutare l’invito, anche se l’ironia di Spago mi sembra contenutisticamente efficace. Ma pensare che senza denaro non ci sarebbero più motivazioni per aggredire, rubare o incendiare mi sembra più grossa di ogni idiozia e di ogni fanfaluca mescolata ad infantilismo ed analfabetismo completo. Se proprio ci si vuol chiedere dove andare a ridere, si possono consigliare due letture efficaci: il Manifesto marxiano e la pseudoteoria generale di Keynes. Siti ridicoli che ancora propugnano tali baggianate ce ne sono a iosa, si possono frequentare senza continuare a scocciare chi la pensa diversamente. A qualcuno era già stato detto in passato che il sottoscritto non si permette di andare a disturbare gli altri in casa propria. Mi scuso con i titolari del sito per quel “casa proipria” che giuridicamente non mi spetta ma qui mi sento veramente a casa. Ogni tanto c’è qualche sgradita violazione di domicilio da parte di qualche non invitato. Sopportiamo, come è giusto che sia; ma le reazioni come quella di jimmy sono motivate, anche se formalmente volgari. Perché pretendere di insegnare agli altri cosa sia l’economia senza conoscere né l’oikos né il nomos è già troppo. Ma pretendere di ridere su argomenti incomprensibili agli sciocchi e agli analfabeti, quando poi sono proprio lor ridicolissimi signori a voler ridere, supera di gran lunga il troppo.

  • Leoluca

    Bravo antitroll !! Sei un ottimo detective, ossia uno sbirrrrr

  • Giorgio

    Faber
    perché lei veramente crede che se un cialtrone vive in assenza di uno stato non sarà sempre un cialtrone? per cortesia, in onore al diritto naturale in cui voi credete, facciamo ricadere la colpa sugli individui e non sulla società. se un cialtrone appicca un fuoco per prendere più soldi, in una società anarco-capitalista, in cui tutto è privatizzato, quello stesso cialtrone agirà al soldo in un privato ai danni di un altro e sempre per il medesimo fine: avere più soldi. parliamo piuttosto dell’abolizione del denaro, che poi equivarrebbe a togliere il motivo per cui molte di queste azioni vengono commesse.

    • spago

      Il denaro serve a procurarsi altre cose. Nessuno ci fa il bagno come Zio Paperone. Bisognerebbe quindi parlare di abolizione della ricchezza. Abolendo ogni forma di ricchezza e di benessere e ogni possibile speranza di migliorare la propria condizione effettivamente si potrebbe ottenere un mondo non più mosso da interessi egoisti.. solo che non è così facile, per dire né Hitler ne Stalin, né Mao ne Pol Pot ci sono riusciti. Credo che neanche un olocausto nucleare otterrebbe il risultato. Tuttavia non bisogna demordere, un grande ideale non deve essere abbandonato perché utopico. Il sogno di un mondo nuovo e senza denaro, o suoi surrogati, come quelli che per tutta la storia dell’umanità sono nati spontaneamente nelle società più diverse, è troppo importante per essere abbandonato!

  • Leoluca

    Giorgio conosce il principio del diritto universale di libertà di opinione, di religione…? Sembra di si’, stante alla sua ultima osservazione. Nessuno può convincere l’altro con la forza, fosse anche un gruppetto di amici che la pensano diversamente rispetto all’unico malcapitato. E allora perché diventa lecito trecento parlamentari, se pure eletti democraticamente, imporre le loro opinioni per legge, cioè in maniera coercizione?
    C’è da ridere!!

    • ANTITROLL

      Occhio, questo è solo un altro alias del mentecatto, ma in versione
      semi-pretesca.

  • ANTITROLL

    Toh, guarda, troll che non muore si rivede e dopo l’invasione degli ultratroll ci ripropone una delle sue migliori macchiette: Giorgio, un simpatico personaggio disegnato da Hanna & Barbera e distribuito dall’anarcocomunismo militante e rompicoglioni.

    E si sforza anche di replicare lo stile vintage del tempo, punti non seguiti da maiuscole e via così… apprezzabile quanto totalmente inutile.

    Pure io passo di qua, non per farmi due risate, ma per vedere fino a che punto uno schizofrenico paranoide riesce a spingersi.
    Amico sei un ottimo soggetto di studio e sei pure aggratisse.

  • Faber

    signor Giorgio lei fa retorica ma non risponde sul caso specifico e cioè sul fatto che lo stato pagando a ore delle persone ha creato le condizioni perché queste bruciassero degli alberi. Quindi lo stato è distruttore. Sul caso specifico, ripeto, lei non risponde.
    Ride bene chi ride ultimo.

  • Giorgio

    ogni volta che voglio ridere un po’ passo da queste parti. non conosco attualmente sito più divertente di questo per farmi quattro risate. i vigili del fuoco statali appiccano il fuoco apposta? colpa dello statalismo, ovvio! l’esercizio degli utenti di questo sito è tanto gaglioffo quanto penoso: far derivare ogni comportamento autodistruttivo e antisociale allo statalismo! uccido moglie e figli? colpa dello stato! apro un’azienda di frigoriferi al polo nord che non rende? colpa dello stato. è sempre e solo colpa dello stato e della concezione statalista dell’economia. è che, purtroppo, l’economia non è ancora una scienza basata sulla sperimentazione e sulla matematica, e credo che difficilmente lo sarà a breve, e ciò permette a tutti di avere un opinione, anche su cose che evidentemente non conosce. come molti di questo blog. che poi, francamente, più che anarchici, mi sembrate dei darwinisti sociali, particolarmente duri a morire. ma dopotutto è giusto così, il web lascia la possibilità a quattro gatti come voi di dire la vostra. e per fortuna, aggiungo, altrimenti, dove vado a ridere???

    • jimmy

      Passa pure di qui a ridere, quando vuoi.

      Che poi noi ti mandiamo a cacare.

    • leonardofaccoeditore

      Diamo aiuto ai parassiti anche facendoli ridere, viste le loro capacità cognitive è un successo

    • Albert Nextein

      Mi risulta che in Sicilia ci siano in forza oltre 20mila “forestali”, mentre in Lombardia circa 7mila.
      Mi pare adeguato che i forestali si diano da fare.
      Ne va anche delle loro pensioni.
      Quanto allo stato, esso è il nemico della libertà individuale.
      E’ il ladro della ricchezza personale e privata.
      Non a caso fa debiti in nome del bene comune, debiti incontrollabili, cui segue un aumento del furto fiscale con la promessa di sistemazione definitiva dei debiti medesimi e dei conti pubblici.
      Peccato che inevitabilmente e regolarmente ogni tosatura fiscale sia gìà spesa anche prima di essere incassata.
      In merito basta osservare i grafici dell’andamento delle entrate fiscali e della grandezza del debito pubblico.
      A dir la verità anche io mi diverto molto nel frequentare questo sito.
      Mi diverto a leggere scritti intelligenti, fondati, di puro buonsenso e modernissimi.

    • Giulio

      @Giorgio
      Qui si mette in evidenza che il piromane e lo stato agiscono nello stesso modo.

  • Giulio

    Lo stato che tassa (incendia) per poi spendere (spegnere il fuoco). Ma il danno è fatto !

  • Albert Nextein

    Vox populi, vox dei.
    In passato mi è stato riferito più volte che in Calabria ed in Sardegna succedeva più o meno lo stesso affinché fossero assunti più forestali, inizialmente stagionali, ma poi come d’incanto fissi.
    Un sistema usuale , apparentemente.
    Stimolo attivo per l’assunzione di maggiore forza lavoro.
    Dai, accendiamo un bel barbecue che poi, male che vada, assumono il cugino, lo zio, l’amico, oppure anche la nonna.
    Anche sui giornali, in passato, sono passate notizie in materia.
    I colpevoli erano i futuri potenziali operatori.
    Paragonato ad oggi, è come se un hacker spargesse un virus e poi si proponesse a pagamento quale risanatore di reti e computers.

    • Albert Nextein

      Oppure lo stato che fa debito all’infinito e tassa all’infinito in nome del bene comune.
      Tutti poveri e miserabili , appassionatamente.

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