DI REDAZIONE
Guarda Veneta (Ro) – Un caso che aveva suscitato clamore, il secondo in Italia, il primo era finito addirittura davanti alla commissione europea. A Guarda Veneta la Forestale aveva scoperto nel luglio del 2016 un campo di mais transgenico, coltivato con Ogm (Organismi geneticamente modificati), a cui seguì l’immediato sequestro (LEGGI ARTICOLO).
Le foglie furono analizzate nel laboratorio dell’Istituto zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, conseguente l’ordine della distruzione del raccolto e l’apertura di un fascicolo (LEGGI ARTICOLO). Seguirono anche degli accertamenti sui campi adiacenti, verifiche effettuate che diedero esito negativo (LEGGI ARTICOLO).
Il proprietario della piantagione e del campo, difeso dall’avvocato Debora D’Aquino, si è visto archiviare il caso in queste ore dal Tribunale di Rovigo, in quanto non è più reato. Il Giudice per le indagini preliminari Alessandra Martinelli ha accolto la richiesta del Pubblico ministero Fabrizio Suriano. Nel frattempo la piantagione di mais è stata distrutta il 7 luglio 2016.
TRATTO DA ROVIGOOGGI
Chi lo indennizza?
Un po’ come il sequestro preventivo dei beni. Se poi sei assolto, intanto il danno è compiuto. In questo caso irreparabilmente. Risarciranno il coltivatore? Se sostieni queste cose, in quest’Italia sempre più ignorante nonché allergica al diritto autentico, sei paragonato a uno di cosa nostra. Grazie, signor Arcore, di aver distruttto una speranza. Fu proprio per tentare di contrastare questo tipo di ignoranza che nel 2009 Le scrissi chiedendoLe di appoggiare finanziariamente un’iniziativa, in occasione dell’ottantesimo anniversario del crollo di Wall Street, volta a divulgare le ragioni della scuola austriaca sulle bufale del corridore “ciclista” John Maynard Keynes. Mi rispose il Suo segretario, Valentino Valentini, informandomi che “il Presidente segue con molta attenzione e preoccupazione la situazione di disinformazione attuale”. Tutto qui. Complimenti. O è keynesiano, più o meno inconsapevole, anche Lei; e allora tra le bufale c’era anche la promessa della rivoluzione liberale. Oppure aveva ragione Ida Magli E mi permetto di aggiungere al pensiero della nota sociologa, che nella Sua azione non c’è stata solo una sottovalutazione di certi fenomeni ma anche una Sua evidente incapacità di osservare la politica compiutamente. Si goda pure i Suoi animali (non mi riferisco a Gasparri e Romani).