DI MAURO GARGAGLIONE
Ogni due anni incrementa di un anno l’età minima per la pensione. Non pensiamo che saranno solo i giovani a non avere una pensione, pensiamo anche, per chi ha qualche annetto di contributi alle spalle (anche più di qualche annetto … sigh), che i quattrini che lo Stato ci ha prelevato per la pensione non li rivedremo praticamente più. Soldi bruciati, e siccome erano soldi provenienti dal tempo della nostra vita dedicato al lavoro, vita rubata.
Oggi dovrei accedere alla pensione a 67 anni, cioè fra 10 anni, ma fra 10 anni l’età minima non sarà più a 67 anni sarà minimo a 71 e quando ne avrò a 71 sarà a 73 o 74. Alla fine, se camperò così a lungo, quattro schifosi quattrini di quelli che ho versato in una vita me li daranno alla soglia degli 80 anni.
Per favore, non mi venite a fare i discorsetti che solo in Italia la gente fa i conti sull’età pensionabile, io vi sto parlando di un’altra cosa, vi sto parlando del furto di vita di questo sistema criminale, perpetrato alle spalle di una categoria di persone, i lavoratori privati, per assicurare una vecchiaia felice a un’altra categoria di persone, i pensionati coi diritti acquisiti (e non pagati, in tutto o in parte), quelli pubblici in particolare.
Chi può, e per i giovani che non scappano da questo inferno sarà praticamente impossibile, deve fare in modo di assicurarsi di non aver bisogno della pensione INPS, che è figlia del welfare state, il quale è un’immensa fornace che deve bruciare esistenze per tenersi in piedi e che dovrà per forza crollare. Non è ideologia, è aritmetica.
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