DI SILVANO CAMPAGNOLO
Questo grafico mostra il cambio Lira/Dollaro USA dal 1949 al 2000 (fonte: Banca d’Italia).
Se volete che vi posti anche le variazioni del “PIL” di quegli anni e il “debito di stato” posso farlo, ho i dati.
Il Socialismo di stato, non appena ha avuto in mano il potere più grande, ovvero il potere monetario, in soli 10 anni ha distrutto la sesta nazione industrializzata del mondo.
La leggera “corsa ai ripari” data dalla divisione BdI/Tesoro dell’81 non ebbe effetti importanti, perchè “l’autonomia” data alla BdI non fu in nessuno modo un limite di spesa per i governi ma si limitò a seguirli. Solo le pressioni europee e l’entrata nello SME costrinsero i governi a darsi una regolata, ma fu solo una cosa superficiale, infatti nel 92 fallimmo. (ed uscimmo dallo sme).
Con l’Euro si stano verificando gli stessi eventi. I governi italiani non sono capaci di governare un paese che non è un paese, ma un agglomerato di nazioni che non hanno quasi nulla in comune, messe e tenute assieme con la forza, e sempre pronte a sfruttare gli altri ed approfittare delle situazione per campare a spese altrui.
Questa è l’italia moderna, che è la fotocopia dell’italia di 40 anni fa che è la fotocopia dell’italia di 100 anni fa. Solo aver perso la guerra mondiale ed aver perso il potere principale del governo favorì il ventennio di boom economico, il resto sono chiacchiere che dimostrano un’assoluta ignoranza su quali furono le reali cause del disastro che attualmente viviamo.
Sintesi impeccabile supportata da dati oggettivi.
Il massimo della perversione della nefasta ideologia statalista, socialista, fascista, comunista (tutti sinonimi) è l’attribuzione della responsabilità dei suoi fallimenti alle dottrine economiche contrarie.
Se il diavolo esiste, sono loro.
Ps. Unico appunto a margine: invece di “agglomerato” di nazioni io direi “accozzaglia”.
Su tutto è così. Si aumenta l’intervento dello stato in economia, con le conseguenze che tutti vediamo? C’è sempre il solito stupido e disonesto che dà la colpa al capitalismo, alle multinazionali, ai padroni e al “neolibbbberììììììììììsmo”. Da me, a Roma, quando uno decideva di costruire si limitava istintivamente. Con la legislazione forzata, si è consumato più territorio in un decennio di quanto se ne sia consumato nel trentennio precedente. In più, l’edilizia pubblica ha contribuito notevolmente e spesso inutilmente a detto consumo. Le sbagliate scelte urbanistiche delle giunte democristiane impallidiscono di fronte agli orrori antipanoramici delle giunte di sinistra, corrente ideologica che storicamente si spaccia per ambientalista. Il massimo dello scempio e della distruzione terrtoriale lo abbiamo avuto con i verdi nelle giunte e al governo. Ma la colpa, si sa, è del mancato intervento pubblico. Patetici? No, deficienti! E ignoranti!
C’e’ un altro interessante papaer della BdI nel quale si mostra che i prezzi delle case sono rimasti costanti per tutti gli anni ’60, ma non si fa UNA sola parola sul fatto che con l’abolizione dello jus edificandi del 1970 e l’introduzione della concessione edilizia “graziosamente” concessa a titolo oneroso dagli enti pubblici, e’ partita la vera speculazione edilizia dei mille profittatori che girano attorno al settore.
E’ qui:
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2016-0333/index.html?com.dotmarketing.htmlpage.language=102&pk_campaign=EmailAlertBdi&pk_kwd=it
E se volete approfondire la progressione della demenziale regolamentazione del settore edilizio in italia, qui c’e’ la storia (che seppure sia dal punto di vista dell’urbanista che quelle leggi ha voluto, e’ agghiacciante):
http://www.dic.unipi.it/l.santini/edilearchitettura/AA2015-2016/lezioni/
E’ la lezione 10, “dalla legge sullo alla bucalossi”, sforzatevi di leggerla che e’ interessantissima e soprattutto mostra come attorno al giro di boa del 1970 e’ cambiata radicalmente e in senso iperrestrittivo la regolamentazione sul diritto di edificare sulla propria proprieta’, che da diritto del proprietario e’ diventato concessione a titolo oneroso.
Letteralmente vi si dice che il diritto di edificare diventa esclusiva prerogativa degli enti pubblici preposti, e al proprietario resta solo la proprieta’ del fondo (e il dovere di pagarvi le tasse sempre piu’ salate, aggiungo io).
Leggetela assolutamente, nessuno dei pischelli geometri e architetti e ingegneri di oggi sa attraverso quali passi l’italia sia diveentata un inferno di pianificazione e SPECULAZIONE, perche’ la vera speculazione edilizia e’ partita da questi divieti, prima che ognuno poteva costruirsi da se’ la propria abitazione e mandare a quel paese immobiliaristi, finanziarie e professionisti vari, la speculazione era possibile solo nei centri urbani gia’ affollati e solo se molto ambiti, tutti gli altri potevano spostarsi un po’ piu’ in la’ e arrangiarsi senza spendere nulla in piu’ del nudo valore dei materiali e della manodopera, anche perche’ allora non c’era l’enorme differenza di prezzo fra terreni agricoli ed edificabili, costavano tutti come agricoli.
La stessa banca d’italia nella sua analisi sull’andamento del mercato immobiliare detta sopra, fa la minima menzione a questa totale chiusura del mercato e conseguente esplosione dei prezzi (accoppiata inoltre al fatto che la casa, il mattone, col progressivo indebolirsi anzi sciogliersi della lira, e’ diventata l’unico modo per effettuare risparmio in italia, con conseguente esplosione del cosiddetto “consumo di territorio”, cosa di cui paghiamo ancora le conseguenze, sono stati costruite milioni di case inutili solo per salvare il patrimonio dall’inflazione, case che adesso vengono ipertassate!). Oltretutto, da quando c’e’ l’ICI-IMU, sono i comuni stessi che rendono edificabili ulteriori porzioni del loro territorio a cadenza periodica, per cominciare da subito a incassare l’IMU, e poi gli oneri di urbanizzazione e i mille balzelli che ruotano attorno al settore.
E’ una porcilaia vergognosa su cui c’e’ l’omerta’ assoluta da parte di chi sguazza nel settore, enti pubblici e professionisti corporativi per primi, e tutti gli altri non conoscendo la storia non si rendono nemmeno lontanamente conto di come siano andate realmente le cose, anzi sono portati a credere dagli “esperti” esattamente il contrario di cio’ che e’ davvero successo.