DI FABIO BERTAZZOLI
“L’état, c’est moi”, “Lo Stato sono io”: frase attribuita (forse falsamente) a Luigi XIV. “Lo Stato siamo noi”, saggio di Piero Calamandrei.
Orbene, io penso che la prima affermazione fosse sostanzialmente corretta mentre la seconda sia errata o, quanto meno, mal interpretata.
La prima è corretta perché un monarca assoluto è davvero lo Stato, in quanto accentra in sé stesso tutti i poteri: legislativo, esecutivo, giudiziario. Quindi c’è perfetta corrispondenza tra Stato e persona fisica del Monarca. Non c’è, in altre parole, un soggetto esterno al Monarca stesso che possa, ad esempio, imporre qualcosa al sovrano.
Ma che significa “Lo Stato siamo noi”?
Significa che in una democrazia i poteri sono attribuiti al popolo attraverso il sistema democratico. Il grande fraintendimento si crea, a mio avviso, quando si utilizza la parola NOI e ci si identifica con essa. Ma NOI è assai differente da IO.
Noi cosa significa? Noi significa noi popolo, noi maggioranza. Non significa affatto io individuo.
Quindi la parola NOI può benissimo significare che un certo numero di persone (maggioranza o magari anche addirittura minoranza) sta esercitando i poteri sopra singoli individui.
Orbene, tutte le volte in cui l’individuo è d’accordo con le decisioni della maggioranza, allora fa parte del NOI che ha preso le decisioni.
Ma tutte le volte in cui un individuo, che rammendiamolo è il primo ed unico depositario dei diritti naturali, è in disaccordo con la maggioranza che decide, quel NOI diventa immediatamente un VOI. In questo caso, non vi è più coincidenza tra Stato ed individuo e, anzi, lo Stato dimostra di essere un “VOI” molto aggressivo e molto invadente, che spesso e volentieri finisce per violare i diritti naturali degli individui.
In sintesi: oggi, in Italia, lo #StatoLadro siete VOI, parassiti, politici, farabutti e ladri!
Non ricordo bene chi, a proposito del “contratto sociale” di Rousseau, disse che non ricordava di aver firmato alcun contratto
https://www.youtube.com/watch?v=S4yHEhODMag
Zona Franca vola in Brasile… un imperdibile viaggio tra Carnevale, samba, calcio e bossa nova!
Non perdetevi il podcast dell’ultima puntata di Zona Franca!
Stavolta siamo andati a finire direttamente in Brasile. Per l’occasione abbiamo invitato Renée Campos, un ospite speciale che ci ha guidati in questo viaggio, e ci siamo lasciati affascinare dal suo racconto oltreché dalle note della sua chitarra acustica. Una lunga avventura tra musica, storia, abitudini e curiosità, il Carnevale, la samba, il calcio, i tipici soprannomi… ce n’è davvero per tutti i gusti!
http://www.radiorevolution.it/2017/04/zona-franca-vola-in-brasile-un-imperdibile-viaggio-tra-carnevale-samba-calcio-e-bossa-nova/
Mi associo all’appello di Myself sul Forum. Anche perché chi si accosta per la prima volta al sito potrebbe capire male ed allontanarsene. Oppure a credere a qualche favola. Come quella reiterata de IL GIORNO che sarebbe stato “sempre” socialista. Fu fondato da Cino Del Duca che di socialista non aveva nulla. Suo socio era Enrico Mattei, democristiano integralista come tutti i dossettiani. Il primo direttore era Gaetano Baldacci che non risulta socialista da alcuna parte. Ci scrivevano l’individualista di stampo proustiano Giacomo Debenedetti, il filoamericano critico (ma comunque anticomunista) Goffredo Parise, il conservatore dichiarato Alberto Arbasino. Solo più tardi ci sarà un direttore di idee socialiste, Italo Pietra, quando Cino Del Duca lascerà il suo impegno editoriale. Con il passaggio al gruppo Riffeser, Pietra va a dirigere Il Messaggero e al suo posto andrà Gaetano Afeltra. Il bello è che chi ignora questi passaggi fondamentali si mette in cattedra invitando gli altri a studiare la storia. Quando invece dovrebbe mettersi al banco e cominciare a studiare l’alfabeto. Non parliamo, poi, di quelli che imperversano sul tema trito e ritrito dell’evasore fiscale che toglierebbe ai poveri. Non si accorge, poverino, che va contro coloro che a Palermo e dintorni rifiutano di pagare una forzata “protezione”. Ovviamente crede che lo stato siamo noi (a proposito: ma prima di Calamandrei non l’aveva detto De Gaulle?) e si illude che lo stato si identifichi con la società, quando invece ne è la più evidente negazione. Evidente tranne agli occhi del cieco volontario. Ogni tanto questi soggetti (o quest’unico soggetto, non saprei) confessano (confessa?) di essere dei volontari provocatori che maleducatamente invadono i siti a loro non congeniali. E che agiscono così da anni e con nomi diversi. Aggiungono che dobbiamo rassegnarci perché tanto non ci si può fare nulla. Ma è veramente così? Tecnicamente parlando non c’è rimedio?
MALEDETTI EVASORI, I LADRONI SIETE VOI !
Chi si difende dal fisco è un benemerito della libertà, anche se non se ne rende conto del tutto.
Chi appoggia la testa sul ceppo e si fa derubare dallo stato è un nemico della libertà e del buonsenso comune.
Maddechè, sprechi tempo col pidiota che c’è in me?
♫♪♫ Non state a perder tempo, non dovete fare presto
che coglione sono nato e per sempre io ci resto.♫♪♫
Lobophone: imbecille is now!
coglione tu sono nato e pure presto denunciato
E’ assolutamente inutile discutere con dei troll socialisti. Oltre ad essere dei rompicoglioni sono an he devastati dal loro ” Dio stato”.
http://www.barnaut.org/2017/04/problemi-di-memoria-condivisi/
Il nuovo Principe (leggi : lo Stato) siamo tutti noi con la nostra unica morale, con la libertà di fare e di pensare.
ECCO MACHIAVELLI SECONDO CRAXI ‘IL PRINCIPE E’ UN LIBRO – PROFEZIA’
ROMA Il Principe ha assicurato a Machiavelli un posto d’ onore nel processo di formazione della scienza politica, ma il suo volumetto non è un trattato scientifico, un’ analisi critica, una proposta. E’ del realismo più crudo, ma è anche un sogno e un’ invenzione, un’ istigazione, un appello, una profezia. Chi parla così del celebre saggio cinquecentesco questa volta non è un illustre accademico ma il segretario socialista Bettino Craxi, autore della prefazione alla ristampa del Principe che i lettori di Epoca troveranno allegata al numero del 19 settembre. A dieci anni dal commento dell’ opera di Proudhon, che venne pubblicato sull’ Espresso nell’ estate del ‘ 78, il leader socialista affronta una rilettura del messaggio politico di Niccolò Machiavelli, alla luce delle polemiche che agitano l’ attuale situazione politica. La premessa al Principe contiene infatti qualche allusione, nemmeno troppo velata, alla crisi strutturale e ideologica che alcuni partiti politici italiani stanno attraversando in questo periodo: Machiavelli scrive ad esempio Craxi visse uno dei periodi più turbolenti della nostra storia. Machiavelli avvertiva l’ urto dei tempi nuovi. Capiva che le cose non potevano più andare come erano andate fino ad allora; e capiva soprattutto che bisognava cambiare gli uomini, creare una nuova coscienza, far emergere una nuova volontà, capace di integrare le esigenze di uno stato diverso da quello in cui aveva profuso pressoché inutilmente le sue energie e la sua intelligenza. Il Principe però non è, secondo Craxi, la cronaca di una sconfitta intellettuale; sono state, invece, alcune interpretazioni successive ad avere stravolto il senso del pensiero di Machiavelli. Ad esempio quella di Antonio Gramsci, che il segretario socialista attacca duramente: Più che nel Machiavelli, che è un suscitatore di coscienze, con Gramsci siamo in pieno machiavellismo, sul piano di quel fine che giustifica i mezzi, in nome del quale la storia degli uomini gronda di tanto sangue. Qual è l’ errore, dunque? Questo errore risponde Craxi oggi lo possiamo leggere benissimo; è la teoria della doppia morale, una per il Principe e l’ altra per i sudditi; una per lo Stato e un’ altra per i cittadini; una per il partito e l’ altra per il popolo. La stessa logica, l’ idea che si possa fare a meno della morale comune, che ha alimentato gli anni di piombo, il terrorismo. E conclude: Il nuovo Principe, il principe definitivo siamo tutti noi con la nostra unica morale, con la libertà di fare e di pensare.http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/09/10/ecco-machiavelli-secondo-craxi-il-principe.html
Lo stato sono loro.
Un gruppo di persone, sempre maggiore, senza morale o scrupolo, che ritiene di insegnare e costringere la gente comune, quella che lavora e mangia 2-3 volte al giorno, a vivere in base alle loro imposizioni.
Si tratta di malati di mente, delinquenti di ogni genere sotto mentite spoglie di gente affidabile e per bene, che infestano le nostre esistenze e ci tolgono ogni libertà che li possa minacciare nel loro agire.
Sono quelli che pensano : “meglio comandare che fottere”.
Sono quelli che mangiano le nostre proprietà, i nostri risparmi, il nostro lavoro, il nostro tempo.
Io non sono lo stato.
Lo stato non mi rappresenta in alcun modo, ed io non me ne sento rappresentato.
Lo stato è una pura e semplice organizzazione criminale di stampo politico-mafioso.
Sono quelli che pensano : Chiagne e Fotti!!
No.
Chiagne e fotti lo dicono i sudditi piegati ed opportunisti.
http://spessore.rocks/domani-21-marzo-primavera-chiagne-e-fotti/
Mi scuso per la domanda OFF-TOPIC:
Il sito del Movimento Libertario non potrebbe avere un forum?
Questo potrebbe rendere le discussioni più costruttive e a lungo termine, oltre a evitare tutto lo spam che c’è ultimamente.
comunque è meglio correggere “rammendiamolo” in “rammentiamolo” altrimenti viene da ridere
Ma si, mettiamoci una toppa sopra per rammendare (o rammerdare? boh…) l’articolo.