DI MAURO GARGAGLIONE
Gli Europei (intesi come somma di individui, non di Stati) non hanno modo di proteggersi dal nemico numero due se prima non sconfiggono il nemico numero uno, che è la politica e il sistema che la rende onnipotente.
Ammesso e non concesso che della politica non si possa fare a meno, è fondamentale che essa sia intesa e limitata come il ruolo di amministratore delegato è sottoposto alle decisioni del consiglio di amministrazione.
Tra il delegato e il delegante è sempre quest’ultimo che deve avere la supremazia.
Sfortunatamente viviamo in un’epoca in cui i deleganti sembra abbiano rinunciato al loro ruolo e si considerino al servizio dello Stato e della politica a cui chiedono di essere guidati e sorvegliati, come a un pastore coi suoi cani.
Non sono così ottimista come coloro che sostengono che viviamo in tempi fortunati.
Viviamo in tempi che stanno dilapidando a grandissima velocità il principale capitale accumulato in due millenni, l’idea che ogni singolo individuo vale più della somma di tutti gli altri, e che è proprio la consapevolezza che ciascuno ha di questo valore a rappresentare la garanzia di non essere stritolato dagli altri.
“Gli Europei (intesi come somma di individui, non di Stati)”
Questa dicotomia mi sembra forzata. A parte Umberto Broccoli non conosco nessuno che si presenti come europeo. Neanche come individuo decontestualizzato (“Sono un essere umano” – superfluo a dir poco).
Si è romani, tedeschi, cinesi, ebrei, bergamaschi, bretoni, ecc. L’identitarismo è una protezione contro l’egemonia, nazionale o globale che sia.