DI ELISABETTA SCARPELLI
Nei regimi totalitari, di qualsiasi tipo -nazi fascisti o comunisti- il termine eversione sta a significare qualsiasi tentativo, anche di pensiero, che si opponga al regime e ne auspichi l’abbattimento. In passato abbiamo assistito, ed assistiamo anche oggi, a processi sommari, che siano del popolo o dei colonnelli o di chissà chi altri, poco importa, in cui, coloro che hanno provato a ribellarsi al regime, sono stati accusati di eversione e puniti con reclusione, confinamento, esilio e finanche con la condanna a morte.
Ora, questi “eversivi” che hanno sfidato i regimi totalitari erano e sono considerati dai popoli “democratici”, degli eroi, dei paladini della libertà. Giustissimo. Lo sono, eroi della lìbertà che, per la Libertà si sono esposti in prima persona fino a pagare con la vita, in certi casi.
E veniamo a noi.
L’Italia non è una tirannia, non è un regime totalitario, l’Italia è una democrazia, un paese libero che ha una Costituzione che ne garantisce la democraticità e la libertà.
SBAGLIATO.
L’Italia è una democrazia che spaccia un’idea ILLUSORIA di Libertà, dove la parola INDIPENDENZA può essere solo pronunciata, ma non messa in atto, perchè in quel caso, diventi un eversivo.
Ieri a Brescia è stata processata la Libertà e la determinazione di un popolo all’INDIPENDENZA.
Capite l’inganno? La democrazia si differenzia dal regime totalitario, perchè essa ti permette di esprimere il concetto di libertà ed indipendenza SOLO A PAROLE. Parole che non devono essere trasformate in azioni, perchè in tal caso sei un eversivo e come tale dovrai essere punito secondo le leggi democratiche. La più democratica di tutte? Ma, la Costituzione, ovviamente! La Costituzione più bella del mondo (per i socialisti, statalisti e parassiti), che di fatto IMPEDISCE A QUALSIASI POPOLO di esprimersi sul suo sacrosanto diritto all’autodeterminazione e all’indipendeza.
Io non sono veneta e mi si dirà, che ti frega dei veneti? Nulla, ma mi frega della Libertà e credo che ogni popolo, veneto e non, abbia il DIRITTO DI SCEGLIERE cosa essere, come essere e come vivere.
Se i Veneti vogliono costituire uno stato Veneto o una comunità libertaria, devono essere messi in condizione di poterlo fare. Quello che mi preme è che i loro abitanti siano sempre liberi di scegliere, di dissentire e di circolare. Loro, come chiunque altro. Ma non possono, perchè OGGI IN ITALIA, la Costituzione sancisce che l’Italia è una ed indivisibile e non sono ammessi referendum popolari per l’indipendenza.
Ecco perchè sto dalla parte dei veneti, pur riconoscendo che ambiscano più ad uno stato indipendente del Veneto che non ad una comunità libertaria. Ma questo devono deciderlo loro ed essere liberi di poterlo fare. E poi confiderei nell’effetto domino che sicuramente avverrebbe. E sarebbe l’inizio della fine degli Stati e forse, chissà… della realizzazione del sogno libertario.
NON SUCCEDE, MA SE SUCCEDE…
Essere indipendentisti non vuol dire scegliere di quale Stato essere servi, se per stato intendiamo una comunità DALLA QUALE NON SI PUO’ USCIRE. Questo è uno dei motivi dell’avversione libertaria allo Stato.
La comunità ideale non esiste, ma è fondamentale che ciascun individuo sia libero di entrare ed uscire da qualsiasi comunità. Che, in parole povere, abbia effettivamente sottoscritto il “contratto sociale”.
A questo punto la Chiesa cattolica, alla quale nessuno è obbligato né ad aderire né a rimanere, ci fa un figurone|
Infatti la costituzione italiota è solo una pomposità similsovietica
orrendamente centralista e antilibertaria e falsamente garantista;
quando sento parlare di “diritto” alla salute o “diritto” al lavoro mi viene l’orchite per quello che al più può essere solo una “legittima aspettativa” come direbbe Dahrendorf.
La “Carta di Chivasso” invece sarebbe stato un ottimo documento da tenere presente per stilare la magna carta italica, ma naturalmente fu messo da parte.
Da annoverare poi il modo a dir poco singolare di come il Veneto sia stato volturato in favore italiota, (dall’Austria girato ai francesi e da loro a noi). Un popolo in maggioranza analfabeta e il solito plebiscito farsa già sperimentato in meridione (voto palese con urna del SI e urna del NO separate) hanno fatto il resto.
L’ottima Scarpelli ha ragione da vendere.
Tanto per dirne una, ricordo ancora quando uno Stato solitamente imbelle e buonista con ogni risma di delinquenti, si scagliò contro i “Serenissimi” usando il “pugno di ferro”.
Comunque mettiamoci l’anima in pace; il piano di invasione in atto serve, tra le molte altre cose, anche a scongiurare future improbabili velleità secessioniste.
Non conosco nessun popolo che si sia lasciato eliminare senza una lotta. Non darei per scontata la vittoria dei promotori del Piano.
Più che un “piano”, un organetto.
La seppur tragica nobiltà di un piano per un nuovo ordine mondiale la posso riconoscere a Hitler o a Napoleone, non certo agli odierni cialtroni senzapalle campioni solo dell’idiozia buonista e della pc politeness.
Spero tu abbia ragione.
L’auspicio di cui sopra si riferisce ovviamente all’intervento di Pedante.
Mentre a Evaristo dico solo che condividendo le sue definizioni, non intendevo certo attribuire alla parola “piano” alcun significato nobile.
Per dirne una, anche un borseggiatore in una metropolitana può avere un “piano”.
Interessante questo articolo sull’africanizzazione della Francia. Visto che dati demografici ufficiali non esistono, si è ricorsi ai dati epidemiologici ottenuti dal controllo di routine per l’anemia falciforme (la drépanocytose) per avere un’idea approssimativa del numero dei neonati con almeno un genitore non europeo.
http://www.les4verites.com/societe/lafricanisation-de-la-france
A leggere i commenti all’articolo è difficile credere che non esista un Piano Kalergi sponsorizzato dallo Stato e in gran parte già realizzato.
Ai veneti rimane l’arma finale.
La radicale protesta fiscale.
Poi vedi se succede.
Succede.