DI SILVANO CAMPAGNOLO
Negli anno 80, le auto di cilindrata oltre 2000cc benzina e 2500cc diesel, le moto sopra i 350cc e i vini spumanti DOC, erano considerati beni di lusso, e pagavano l’iva al 36%.
Praticamente in italia non esistevano tali auto e le case automobilistiche straniere erano costrette ad equipaggiare i loro modelli medi e medio alti con motori “piccoli” per poterli vendere anche in italia.
In quei tempi le 3 aliquote IVA erano: la minima al 2% la normale, nata nel 1973 al 12% fu portata al 14% nel 77, poi nell’82, ben nascosta dagli entusiasmi per la vittoria del mondiale di Spagna, fu portata al 18% (+4 punti in un colpo solo) e poi portata al 19% nell’88, al 20 nel 97, al 21 nel 2011, ed al 22 nel 2013 (rispetto all’origine +84%)
L’iva sui beni cosidetti di “lusso” era al 38%, (il doppio dell’aliquota standard, quindi 28% fino al 82 poi 36% e dall’88 38%) fino al 92, anno in cui con gli accordi CEE (mercato unico europeo, e non quella merdata di Unione Euorpea), fu sostanzialmente accorpata all’aliquota ordinaria.
Oggi l’aliquota minima è al 4%, (alcuni alimentari, alcuni lavori edili tipo prime case e i “giornali e carta stampata”, che in italia sono considerati “beni di prima necessità”, un po come la carda da culo insomma). quella “agevolata” è al 10% (altri alimentari, prestazioni sanitarie, altri lavori edili), quella normale è al 22%, che diventerà 24% l’anno prossimo e 25% tra due anni.
Tassare i beni di lusso significa limitare l’acquisto di tali beni e disincentivarne la produzione, ottenendo così il risultato di abbassare la presenza occupazionale aumentando conseguenzialmente la povertà. Senza tasse il numero dei poveri sarebbe bassissimo e con sette milioni di volontari solo in Italia (che sarebbero, tra l’altro, più ricchi in quanto non tassati) avremmo meno di dieci persone in serie difficoltà. Non esistono settori utili e settori inutili per decreto, sono le scelte del consumatore a stabilire cosa sia più o meno utile produrre. Stampare moneta per coprire il debito significa stampare nuove povertà perché quella moneta varrà sempre di meno. Quindi l’unica soluzione è l’abolizione delle imposte in qualsiasi forma, unitamente alla soppressione del monopolio di emissione monetaria. Ciò in quanto la frase che vuole buona solo la tassa morta è l’unica verità in campo fiscale, tutt’altro che una semplice battuta.
L’unica tassa buona è una tassa morta.
No vabbè, scherzi a parte, più ci si documenta e più si capisce ogni tipo di tassa ha i suoi limiti e difetti, ad esempio le tasse sui consumi come l’IVA sono regressive, le tasse sulle imprese si può dire che non facilitino la produzione e le tasse sul patrimonio sono tasse un po’ ingiuste dal punto di vista di chi si vede tassare due volte (una volta sul proprio reddito e dopo anni di mutuo per acquistare una casa, tasse pure su quella!). Allora a mio parere assume ancora maggior peso la questione pratica riguardo la semplicità del sistema di tassazione. Gira e gira, credo il sistema migliore alla fine sia una sola tassa sulla persona, che prenda in considerazione il totale dei redditi e che sia fortemente progressiva e calibrata in modo da mantenere il gettito che si desidera. As simple as that. Via qualsiasi altra tassa. Al limite alcune tasse potrebbero essere trasformate, pensandole non tanto come tasse, ma come sistemi di compensazione che siano espliciti, ad esempio: voglio combattere le disuguaglianza tra ricchi e poveri? Bene, invece di tassare i poveri cristi con l’IVA, si tassano solo i beni di lusso e con quei soldi si finanziano i consumi per le fasce più deboli. Voglio combattere la disuguaglianza tra i settori? (magari perché in alcuni settori estremamente utili si guadagna una miseria, mentre in altri che producono beni utili quanto un culo senza ano si guadagna tanto?) bene, tasso solo i settori più produttivi e con quei soldi sostengo la produzione nei settori dei beni e servizi essenziali e magari mandano avanti la baracca ma non vengono remunerati abbastanza da un sistema che ha tanti pregi ma anche qualche difetto.
Ora mi voglio sbilanciare: le tasse non sono necessarie per il funzionamento dello Stato, in quanto tutta la spesa si potrebbe fare monetizzando il debito (quello che i diversamente acculturati chiamano stampare moneta). Esse sono una necessità autoimposta per limitare le scelte di politica economica ed avere un meccanismo parzialmente automatico, ma il mostro che è stato creato con il sistema attuale non sono sicuro abbia tutti questi benefici.
E’ la solita solfa dello Stato Etico, che dall’alto della sua supposta lungimiranza si degna di stabilire quali beni siano di prima, di seconda o terza necessità. E che entra a piedi giunti nell’economia, falsando la libera concorrenza tra i produttori e finendo per impoverire produttori e non produttori; all’inizio arricchendo solo sé stesso, alla fine non riuscendo nemmeno in questo, avendo creato intorno a sé il deserto.
Tasse sui redditi e patrimoniali ti prosciugano.
Quello che rimane viene ulteriormente alleggerito dall’Iva.
E lo stato rimane sempre affamato.
E’ inutile lamenTARSI, le tasse sono sempre esistite sin dai tempi di Adamo ed IVA!
Ps. Si prova a sorridere per non piangere.
L’IVA all’epoca serviva a fare protezionismo: spingere la vendita dei prodotti di lusso all’estero per procurarsi “valuta pregiata”, inducendo gli italiani a comprare prodotti piu’ poveri e meno vendibili altrove.
L’aumento dell’iva porta a diminuzione dei consumi interni senza influenzare le esportazioni (dato che l’iva viene applicata solo sulle vendite all’interno della nazione), quindi serve a migliorare la bilancia commerciale.
Se non erro la nostra bilancia commerciale, dopo un periodo florido grazie alla “cura Monti” che ha ammazzato i consumi interni, sta ritornando in rosso, per cui l’aumento dell’iva sara’ probabile.
Certo un quarto del prezzo di acquisto di sola Iva e’ madornale, e sarebbe accettabile solo se l’Iva fosse l’unica imposta, cosa che purtroppo sappiamo essere ben lontana dalla realta’.
Anzi, per colmo della beffa, stamattina sentivo Fubini (vicedirettore del corriere della sera) sulla rassegna stampa di radio 3, dire che l’italia a differenza di TUTTI gli altri paesi occidentali non ricava niente dall’iva a causa dell’evasione. A me risulta che lo stato di Iva incassa gia’ adesso circa 100 miliardi che non mi sembrano bruscolini, boh.
Come se l’italia non restasse in piedi, riuscendo a contenere i costi e quindi non essere del tutto espulsa dal mercato internazionale, proprio grazie all’evasione di sopravvivenza. Soprattutto al sud, dove i prezzi per i cittadini poveri sono bassi e tali da renderne possibile la sopravvivenza solo grazie alla massiccia e generale evasione. Cosa che ai piani alti sanno benissimo, ma fanno finta di non sapere.