DI SILVANO CAMPAGNOLO
Leggendo una interessante discussione inerente il principio di non aggressione, mi sono reso conto che per molte persone tale principio non esiste perché, a loro dire, gli individui sono naturalmente ed intrinsecamente aggressivi.
Questa opposizione al principio però è una delle fesserie più grosse che si possano dire, in quanto il principio di non aggressione, non è una qualità intrinseca di un individuo come potrebbero essere gli occhi azzurri ed i capelli biondi, ma semplicemente una regola. Una regola, serve a delimitare un determinato tipo di comportamenti all’interno di una società complessa. Qualsiasi regola è di per se un limite alla libertà, ed il principio di non aggressione, come tutte le regole, è esso stesso un limite alla libertà personale.
Secondo le persone protagoniste della discussione invece, come ho già detto, tale principio dovrebbe essere una qualità, e siccome la gente è “cattiva” allora tale principio non esiste.
E’ interessante notare come queste persone però, probabilmente rispettino il limite di velocità di 130 km orari in autostrada, quando sono a bordo dei loro bolidi da 250 km orari e avrebbero una voglia pazza di schiacciare sull’acceleratore, ma, quando si tratta di aggredire gli altri individui, spesso proprio “fisicamente”, non si sanno in nessun modo trattenere, perché “è il loro istinto”.
Non rispettare le regole di una civiltà è segno di inciviltà. L’inciviltà è la base filosofica su cui si basa proprio lo stato e la politica che lo governa, politica che trova la sua essenza di vita proprio nella continua creazione di un nemico da combattere a tutti i costi.
Non è sbagliato quello che ha scritto Rothbard, siete semplicemente ancora troppo incivili per capire quello che ha scritto Rothbard.
@Reorx: “Tanta gente” inizia a capire. E’ sempre troppo poca. Per provare ad acquisire maggiore consenso e diffusione del messaggio occorre il megafono. Non vedo capitali pronti per finanziarne l’acquisto. Chi il capitale ce l’ha preferisce indirizzarlo, come è stato scritto, verso lidi opposti. Come quelli del nazionalismo, dell’etnismo, dei dazi, del confessionalismo e del neoconservatorismo interventista. Non basta la ripresa delle discussioni tra noi. Il megafono potente ce l’hanno oltre Tevere. E’ vero che l’infallibilità è solo di ordine ideologico e sul resto abbiamo solo opinioni. Ma quelle opinioni influenzano il pubblico molto più delle nostre riprese discussioni.
L’animale agisce d’istinto. L’uomo può scegliere tra il bene e il male e ciò è contemporanemente (come sostiene Popper) un privilegio e una condanna. Un privilegio, perché è libero, una condanna perché alla scelta segue la responsabilità.
Il principio di non aggressione è per me l’uso ottimale che l’umanità possa fare nello scegliere il bene. Ma come difendersi dai violenti? Se pensiamo di poter costruire una società ideale e senza violenza, rischiamo di arrenderci e magari di giustificare la violenza. Accontentiamoci di volare più basso e forse otterremo dei risultati. Chiediamoci: l’oppressione dello Stato realizza il principio di non aggressione o non è essa stessa un’aggressione?
Noto, anche personalmente, una ripresa delle discussioni sui temi cari ai libertari come appunto, riduzione dello stato e principio di non aggressione, per citarne due.
Tanta gente inizia a realizzare come e cosa siano veramente le tasse, anche a causa del contemporaneo grande fallimento delle politiche stataliste e della difficoltà dei loro soloni di incolparne il liberismo su un piano logico.
Anche in europa le teorie e le idee socialiste sono in ritirata e forse i libertari potrebbero essere nelle condizioni di riproporre e rinnovare il proprio messaggio, provare ad acquisire un livello superiore di consenso e di diffusione del messaggio riguardante l’inadeguatezza e l’inaffidabilità dello stato pianificatore nella vita degli individui.
le idee socialiste potranno pure essere in ritirata, ma non di certo in favore di quelle libertarie. a emergere ora sono le concezioni stataliste basate sull’identità etnica e religiosa, vale a dire l’esatto opposto del libertarismo. si parla sempre più insistentemente di dazi e di limitazione del movimento delle persone e delle merci, e ancora qui siamo agli antipodi del pensiero libertario.
L’immigrazione terzomondialista (Piano Kalergi) – di ispirazione marxista – procede a pieno ritmo in tutti i paesi di origine europea.
https://www.youtube.com/watch?v=mb3rNkkCAJY
Non e’ la prima volta che succede, e’ la stessa identica progressione che dal socialismo del 1917 e’ sfociata nel fascismo del 1922, e nel nazismo del 1933.
@Raffaele
con la frase Poi sta a te decidere che fare proponi come soluzione al reato di furto l’applicazione della giustizia privata?
https://www.youtube.com/watch?v=bySGZSr9iD0
Il problema di “ragion pratica” della nostra societa’ attuale, al di la’ delle disquisizioni libertarie e delle contro-deduzioni autoritarie, sta nel fatto che ci si inoltra sempre di piu’ in un pan-normativismo giuridico positivista, senza capire che il caposaldo filosofico della nostra civilta’ (o ex-civilta’) sta nel concetto, opposto, che:
DOVE NON C’E’ LIBERTA’ NON PUO’ ESSERCI AZIONE ETICA, l’azione morale e’ tale solo quando libera (“il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”).
Il cittadino e’ tale solo quando e’ lasciato piu’ libero possibile di decidere l’azione “giusta” secondo il suo libero convincimento, e la norma e la punizione devono essere l’eccezione per i comportamenti francamente eccessivi che danneggino ragguardevolmente il prossimo.
L’opposto, cioe’ il continuare a infarcire di regole e inasprire sanzioni per ogni minimo comportamento pensabile e possibile, nel tentativo di prevenire il minimo supposto male, ha avuto l’effetto di provocare il rigetto verso qualsiasi regola, e soprattutto ridurre la morale alla sua negazione, cioe’ all’esteriore rispetto di qualche norma per la sola paura della sanzione. E’ roba da bestie, e c’e’ da vergognarsi solo a doverlo rimarcare.
Disconoscere questa base inoltrandosi in esempi estremi e assurdi (che spesso i libertari fomentano, per la stessa simmetrica ignoranza, d’altra parte) tipo “ma allora non dovremmo punire nemmeno l’omicidio preterintenzionale”, pensando che lo stesso tipo di regolamentazione, quella che vieta l’omicidio, debba essere estesa a tutto (pan-normativismo giuridico positivista, ripeto), e’ una visione da sgherri, e dannosissima dal punto di vista del buon andamento di una societa’ armoniosa in cui il cittadino sia maturo e responsabile e condivida, appunto, un’etica personale che vada oltre l’animalesco “non devo fare questo altrimenti mi becco un colpo si taser o, molto peggio, mi arriva equitalia che mi torturera’ fino alla morte” – versione contemporanea della scossa nella gabbia di Pavlov.
Se non siamo d’accordo nemmeno su queste banali scemenze che dovrebbero essere alla base della nostra civilta’, ma che vada a remengo tutto, e’ stupido anche solo perdere mezzo minuto in queste discussioni completamente inutili.
noi seguiamo regole ogni giorno, come nota l’autore, anche quando avremmo voglia di non farlo. Questa esperienza ci dice che le regole sono possibili. E se le regole sono possibili allora ha senso discutere di quali regole adottare. Nella natura umana c’è la violenza, ma nessuna persona sana di mente si sogna di sostenere che per questo motivo non ha senso vietare il furto, l’omicidio e lo stupro! Il principio di non aggressione in buona sostanza è una teoria legale.. a cui si arriva per varie strade, seguendo argomenti etici o utilitaristici per esempio o anche per motivi religiosi..
Giorgio, infatti il Principio di non aggressione è un principio etico e una regila morale che chi chiarisce chi sono i delinquenti e i criminali. Se qualcuno ti rubba il pane ha violato il Principio di non aggressione, quindi è un delinquente. Poi sta a te decidere che fare.
se il principio di non aggressione è una regole, chi norma questa regola? e in base a quale autorità punisce i suoi trasgressori? al di là delle valutazioni di ordine etologico (in natura l’aggressione è prassi quotidiana), dove c’è povertà c’è aggressione, per il semplice motivo che l’aggressione potrebbe garantirmi la possibilità di accedere a una ricchezza, quale essa sia, in grado di sostenere me e la mia famiglia. la cosiddetta nobiltà di spada è una nobiltà conquistata con l’aggressione. molte famiglie regnanti fondano il loro potere su una o molteplici aggressioni. molti capitani di ventura del capitalismo contemporaneo fondano la loro ricchezza sulla depredazione di bene altrui. l’aggressione è ovunque, ed è ovvio che ci sarà sempre quando esiste un soggetto debole e uno forte.
I più “colti” di loro (o meglio, quello che credono di essere colti e si autodefiniscono tali) hanno in mente solo l’homo homini lupus Hobbesiano e non l’aristotelico animale sociale. Sostengono l’esistenza della presunta cattiveria altrui per nascondere, attraverso il solito moralistico perbenismo ipocrirta, la loro propensione a desiderare la roba d’altri. Roba intesa più in senso biblico che nel senso verghiano dei personaggi de I Malavoglia.