DI CARLO ZUCCHI
Adam Smith, nella Teoria dei sentimenti morali, descrive la paura della morte come paura di rimanere sepolti vivi. Infatti, nel XVII e nel XVIII secolo, il risveglio delle persone nelle tombe era fatto un po’ troppo usuale, come testimonia anche Philippe Aries nel suo ampio volume sull’uomo e la morte dal Medioevo a oggi.
Quella di essere sepolti vivi in spazi ristrettissimi è una delle paure ancestrali dell’uomo (essere chiusi in una tomba è un incubo ancor peggiore della prigione).
Ecco, peggio ancora di essere imprigionati in una tomba senza via d’uscita, c’è l’essere imprigionati in un corpo di cui non puoi muovere nulla. Solo l’idea la trovo iper-soffocante. Chi non consente a persone in questo stato di cessare la propria esistenza divenuta autentica tortura, dovrebbe passare anche una sola settimana senza potersi muovere e parlare, anche se il sapere che dopo una settimana la cosa finisce lenirebbe non poco la sofferenza. Per un cattolico, la vita umana appartiene a Dio, è vero, ma non può pretendere che lo stato si intrometta tra una persona e il suo eventuale inferno nell’aldilà.
Lo Stato è chiamato a dirimere i conflitti che riguardano l’aldiqua (e già lo fa male). Certe condizioni di sofferenza sono a tal punto estreme da non potercisi nemmeno immedesimare. Se queste persone non ce la fanno più, le si lasci andare e, visto che secondo i cattolici la vita appartiene a Dio si lasci a Dio giudicare. Il cattolicesimo rimanda la redenzione del peccato all’aldilà, se lo ricordi la Chiesa ogni tanto.
Si ricordi di questo principio che la differenzia dai totalitarismi, che per redimere l’umanità su questa terra hanno sempre finito per esigere gerusalemmi celesti su montagne di cadaveri.
Ma perché dovremmo sforzarci di tirare Rothbard per la giacchetta, arruolandolo nella milizia degli atei, o degli agnostici, o dei cristiani o di chi più ne ha più ne metta?
Se una religione volessimo affibbiargli, sarebbe quella della tolleranza. E purtroppo tolleranti ed intolleranti si trovano sia tra gli atei, sia tra i fedeli di tutte le religioni.
Ad esempio, la questione dell’aborto viene da Rothbard affrontata come una questione di proprietà del corpo: ma egli si vede bene dal suggerire quale uso fare di questa libertà; si preoccupa solo che lo Stato non sopprima questa libertà, magari costringendo la donna all’aborto (vedi governo Cinese) o vietandolo, se così gli aggrada.
Non è questione se lo Stato debba o meno difendere chi presuma essere più debole: ma è solo di fare in modo che anche chi è più debole possa liberamente decidere, senza alcuno Stato alle calcagna
sarò lo Stato a decidere chi deve vivere e chi no.
@spago
ma non mi pare nemmeno il caso di chiamare la banda se decidi di andartene.
Di solito chi pensa ad una soluzione simile non ha grande desiderio di ttrcicchettracche, petardi e trombette. Né di ricchi premi e cotillons.
Scendiamo un po’ dal pero: quello che intendo dire è che Fabo è stato sfruttato da gente che vuole introdurre l’eutanasia.
Per ora di chi soffre, ma poi di chi non è più adatto.
Come per l’aborto, è semplicemente sancita dal codice la legge del più forte: m’intralci e io ti tolgo di mezzo.
Quello è il fine, non la libertà dell’uomo.
Fa parte dei diritti di ciascuno anche quello di fare battaglie culturali e sociali per proporre e diffondere le proprie convinzioni.. in parole povere non c’è nessun bisogno che una persona che vuole la libertà di morire, suicidandosi se ne è in grado o facendosi uccidere da qualcuno se non lo è, debba fare tutto di nascosto, e non possa dirlo ad alta voce. Ha invece tutto il diritto di farne una battaglia pubblica, di usare sè stesso, la propria vita e il proprio corpo per farla, e di farla insieme a chi condivide le sue idee. Ovviamente non è detto che la sua battaglia sia giusta, chi non la condivide può contrastarla, ma una delle cose più odiose che leggo in giro è “va fatto di nascosto, sottovoce, in cantina, senza dirlo”.. ma anche no!
buongiorno a tutti.
Il fatto che DJ Fabo si sia voluto suicidare non credo riguarderebbe nessuno di noi.
La vita era la sua, libero di ammazzarsi.
Anche la Chiesa talvolta ammette che Dio ci lascia liberi.
Il punto NON è il suicidio di DJ Fabo, il punto è l’estrema pubblicizzazione della cosa.
Ovvero, di gente che si suicida ce n’è ogni giorno.
In genere non si mette in piazza la volontà di accopparsi.
E invece qui s’è costruito il caso mediatico: questo si voleva.
Quello che vogliono far passare è l’eutanasia, ora, e la terminazione di chi non è più utile fra qualche tempo. Il resto sono chiacchiere.
Grazie per la segnalazione.
Leoluca
Io non so se sia vetriolo blog o con-fusionismo di mezze verità incoerenti.
Per quanto ne so, Rothbard aveva simpatia per i Cristiani-Cattolici e nella cultura e dottrina Cattolica esistono già sviluppati i concetti della scuola austriaca.
Per quanto mi riguarda, essere proprietario del proprio corpo implica il divieto morale di non essere proprietario di quello degli altri, soprattutto di quelli che si trovano in condizioni indifese e spaventate.
L’unica azione che io ho il dovere di intraprendere volontariamente e senza alcun interesse è quello di accostarmi amorevolmente alla sofferenza.
Rothbard subiva pressioni da parte di Rand perché lasciasse la sua moglie in quanto cattolica praticante. Preferì mantenere il suo matrimonio e mandò al quel paese Rand e il suo culto della personalità.
http://archive.lewrockwell.com/rothbard/rothbard23.html
E’ il solito vecchio problema del rispettabilissimo cristiano, contrario all’eutanasia, che comunque pretende che questa sia reato per cristiani e non cristiani; o del rispettabilissimo musulmano, contrario a cibarsi di carne di maiale, che pretende che siano bandite dalle mense scolastiche, magari insieme ai “fastidiosi” crocifissi.
Per quel che mi riguarda sono con Rothbard: pretendo di essere proprietario del mio corpo e per quanto riguarda i corpi altrui mi permetto solo di consigliare, non certo di legiferare!
A me piace leggere qualche volta la vita dei santi. Sto leggendo quella di Bernardetta. Sono un Credente, non un credulone. Vi riporto il testamento di questa candida Santa, ignorante ma libera. “Obbedire è amare! Soffrire in silenzio per Cristo è gioia! Amare sinceramente è donare tutto, anche il dolore!”
Egli ha detto : “la verità vi fa liberi….”, aggiungendo “Io sono la Via, la Verità e la Vita…. Chi crede in Me non morirà ”
Vero quanto sostiene la scuola austriaca, ma essa non contraddice il Cattolicesimo e neanche è la Verità in pienezza. La Libertà è adesione volontaria al Bene, altrimenti diventa ribellione al limite (fare quello che si vuole)
Da ultimo voglio segnalare sull’argomento Fabo gli ottimi articoli comparsi oggi nel sito www .lanuovabq.it.
Un mondo di bene a tutti. Leoluca
Le religioni monoteiste santificano la sofferenza nell’aldiqua , promettendo tutto il meglio possibile nell’aldilà.
Speculano sulla dabbenaggine e creduloneria popolare da sempre.
Non vanno ascoltati.
La libertà è un bene assoluto.
La fede religiosa può essere , al massimo, una terapia psicologica che ha il rischio di produrre malati psichiatrici.
Stai parlando del comunismo?