In Anti & Politica, Economia

impresaDI UMBERTO FABBIANI

Con l’avvento di Trump alla casa Bianca non si fa che parlare del commercio internazionale, delle misure protezionistiche dei dazi, delle tasse di confine ed amenità varie nella convinzione fallace ma ormai diffusa che il commercio e gli scambi tra soggetti che risiedono in territori diversi sia questione che riguarda gli stati. Questo è vero solo nella logica contorta e parassitaria delle strutture statali e di coloro che di queste vivono.

Per quanto riguarda le leggi dell’economia è una cosa senza senso. Scambi e commercio riguardano esclusivamente i singoli attori interessati e si inquadrano nella più ampia logica dei vantaggi derivanti dalla divisione del lavoro. Facciamo un esempio: L’impresa Tizio ha due linee di produzione, una per il prodotto A e una per il prodotto B.

Anche l’impresa Caio, che risiede in un altro territorio, ha due linee di prodotti la A e la B. Tizio ha una produttività relativa molto alta sulla linea A (supponiamo 1000 pezzi/giorno) e una produttività mediocre sulla linea B (diciamo 300 pezzi). Di converso l’impresa Caio ha sviluppato produttività nel senso inverso, 1000 sulla linea B e 300 sulla linea A.

L’output totale delle due imprese è di 2600 pezzi/giorno. In un libero regime di scambi conviene che le imprese si concentrino sulla linea in cui hanno la produttività maggiore attivando scambi reciproci per giovarsi di un migliore sfruttamento degli impianti per cui ora la ditta Tizio produrrà solo 2000 pezzi/giorno sulla linea A delegando la produzione alla ditta Caio che produrrà invece 2000 pezzi/giorno sulla linea di prodotto B. Come è facile constatare l’output complessivo è passato da 2600 pezzi/giorno a 4000 pezzi giorno.

Questo costituisce la maggior ricchezza del sistema, ovvero a parità di input (investimenti di risorse) abbiamo un output (ricchezza) molto superiore.

Chi governa fa fatica ad intravvedere questo vantaggio perchè lo stato traguarda la produzione solo come risorsa del suo prelievo parassitario, inoltre tendendo a comprare il consenso mettendo nella condizione di consumare soggetti che non producono vedono negli scambi tra soggetti che risiedono in aree geografiche differenti una minaccia alla loro insaziabile voracità fiscale o alla minor capacità di comprare consenso.

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Showing 4 comments
  • Fabio

    di produzione senz’altro no. Ma di ricchezza (o meglio, come appropriarsene) invece sì eccome:

    ANSA: Gambia, l’ex presidente è fuggito con la cassa dello Stato
    Africa.
    Yahya Jammeh, che dietro minaccia di intervento militare dell’Ecowas ha accettato l’esilio dopo aver rifiutato di lasciare il potere pur avendo perso le elezioni, si è portanto all’estero 11,4 milioni di dollari e un cargo, fornito dal Ciad, di automobili di lusso.
    E’ quanto hanno rivelato i collaboratori del neopresidente Barrow.
    ————————-
    naturalmente è tutto tracciato, senza neanche l’ombra di contanti!!
    La Casta non ne ha bisogno evidentemente.

  • Pedante

    Articolo ben intenzionato ma fatalmente semplicistico.

    “Il calcolo economico capitalistico – spiega Mises – [è] l’unico che ci rende possibile una produzione razionale, [perché] si basa sul calcolo monetario. Solo perché sul mercato esistono prezzi espressi in moneta per tutte le merci e tutti i servizi, le più diverse specie di beni e di prestazioni lavorative possono rientrare in un calcolo omogeneo.”

    L. von Mises, Liberalismo, Rubbettino, 1997, p.114. (http://tinyurl.com/zcw4ehm)

    Con la moneta fiat i prezzi – siano essi nazionali o internazionali – sono distorti e il calcolo economico ne soffre.

  • Albert Nextein

    Una sintesi ineccepibile.
    Per chi riesce a capirla.
    Purtroppo il 90% della gente non la capisce.
    Quella stessa percentuale che annuisce quando sente dire dai politici ladri : ” se tutti pagano le tasse , le tasse calano”.
    Complimenti a Fabbiani.

  • spago

    Assolutamente. Poi è totalmente assurda tutta l’idea di prendere una certa zona di territorio e mettersi a confrontarla con un’altra in termini di aggregati: e quanto produce, quanto importa, quanto esporta l’insieme degli abitanti del territorio X che si è deciso di considerare.. ma chissenefrega.

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