di MATTEO CORSINI
“Penso che non sarei un buon politico, preferisco che lo facciano altre persone più brave di me. Già con il mio mestiere di imprenditore faccio politica: creare 6250 posti di lavoro in 10 anni è stata politica”. Natale Farinetti, detto Oscar, imprenditore che nega di essere renziano pur non perdendo occasione per esprimere apprezzamento nei confronti dell’operato del già presidente del Consiglio, esclude un suo prossimo impegno in prima persona in politica sostenendo che preferisce che lo facciano persone più brave di lui.
Non mi interessa commentare le gesta imprenditoriali di Farinetti, né le sue opinioni in merito all’operato di Renzi, bensì l’affermazione “creare 6250 posti di lavoro in 10 anni è stata politica”. Se un imprenditore ha successo e la sua attività cresce nel tempo, richiedendo assunzioni di personale, si può affermare che si tratti di politica solo se il successo è più o meno direttamente riconducibile alle connessioni politiche, ossia se è frutto di corporativismo (che nel mondo anglosassone definirebbero “crony capitalism”) o peggio.
Se, viceversa, il successo è dovuto alla capacità dell’imprenditore di anticipare meglio dei concorrenti la domanda dei consumatori, allora i posti di lavoro creati in azienda non sono affatto politica. Credo sarebbe bene non confondere le due cose, perché sono diverse come il bianco e il nero.
Non è politica , ma impresa.
A meno di voler compiacere i politici che si riempiono la bocca con promesse farlocche in ordine alla creazione di posti di lavoro.
I posti di lavoro li creano gli imprenditori che fanno impresa e non politica.
I posti di lavoro non li crea la politica.
La politica potrebbe , indirettamente, favorire il raggiungimento del pieno impiego solo e soltanto se come programma avesse quello di ritirare e ridurre l’influenza pubblica e statale sugli affari privati.
Dei posti creati da Farinetti io sarei curioso di sapere quanti ne ha in italia e quanti all’estero.
Va beh dai… Io non sono certo il difensore di Farinetti, ma forse intendeva quella nozione di politica riferita all’agire dell’individuo in quante parte della polis. In quanto ogni individuo spontaneamente intesse relazioni, allora ogni suo comportamento è immediatamente politico. Si tratta evidentemente di una nozione alta di politica, non attinente allo scenario patetico che ci è di fronte ogni santo giorno.
Poi dicono che il comunismo non c’è più.
Infatti per i rossi di tutte le tonalità, tutto è politica come sosteneva Marx e ribadiva “Baffone”,che accusava di “formalismo” (e fucilava) gli artisti che producevano un’arte non impegnata.