DI LUCA MARIA BLASI
Ogni tanto qualche amico lib-qualcosa se ne esce con proposte di imposizione patrimoniale, “per ragioni di equità”.
Sono doppiamente contrario, per motivi sia etici che economici.
1. Motivi etici.
Chi è lo Stato redistributore? Un’amministrazione autonoma dalle persone che lo compongono solo per finzione giuridica.
In realtà, il governo è espressione di una maggioranza politica che impone la propria visione ad una minoranza.
Ora, la logica antistatalista vuole che questa imposizione, male pur necessario, sia il meno possibile invasiva. E che riguardi, come in un condominio, la semplice gestione delle cose comuni.
Sarebbe ad esempio ben strano se un amministratore condominiale vegano decidesse di mettere cartelli ovunque nelle proprietà comuni, ammonendo tutti sulla “tossicità della carne”, in ossequio alle sue convinzioni. Non rientrerebbe evidentemente nel suo mandato.
Idem dicasi per i temi etici, compresa la cosiddetta equità, per il governo nazionale.
L’etica appartiene alle persone fisiche, non a quelle giuridiche.
È l’etica dell’individuo che plasma lo Stato, non viceversa. Ed esiste l’universo misconosciuto e assai efficace del volontariato e della beneficenza privati.
2. Motivi economici
Il patrimonio è frutto del cumulo di redditi già tassati nel tempo.
È spesso illiquido, e tassarlo significherebbe mettere in difficoltà chi lo detiene, che dovrebbe addirittura svenderlo o venderne una parte per trovare i fondi per pagare le imposte.
Il patrimonio è inoltre una riserva delle famiglie che funge da ammortizzatore sociale.
È infine il valore che direttamente o indirettamente si trasforma nel motore degli investimenti, e toccarlo significherebbe comprometterli.
Mi fermo qui per non appesantire il discorso, che sarebbe ancora lungo, ma credo di aver reso l’idea.
Aggiungerei che molta gente crede che la patrimoniale sia l’imposta sulle rendite, mentre non e’ cosi’, la rendita c’e’ solo se il patrimonio da’ un reddito, per cui un patrimonio che non da’ reddito non da’ per definizione nessuna rendita, per cui tassarlo in quanto tale, in quanto patrimonio, e’ equivalente ad un esproprio, non a una tassazione.
Infatti se non erro in fase di costituente le tasse patrimoniali vennero bandite se non in casi particolari (vedi imposta di successione, che aveva pero’ lo scopo non di fare cassa, bensi’ di impedire il sorgere di dinastie del denaro, e avrebbe dovuto quindi avere funzione “antitrust”), tant’e’ che, non so se qualcuno di voi lo ricorda o lo sa, i beni immobili sono comunque tassati sul modulo delle tasse per la loro “rendita catastale”. Siccome i principi costituzionali vietano le patrimoniali, ecco che si sono inventati la “rendita catastale”, cioe’ una rendita immaginaria che non c’e’ ma su cui lo Stato, che potrebbe tassare le rendite ma non i patrimoni, infierisce.
Ma ormai queste sottigliezze non importano piu’ a nessuno da decenni, tanto meno ai ministri dell’economia e ai presidenti del consiglio a caccia disperata di gettito in tutti i modi leciti ed illeciti. Gli basta che funzioni, e se funziona, cioe’ se aumenta il gettito e permette di dare una altro calcio al barattolo, nessuno gli contestera’ nulla su quelli che sarebbero stati i principi fondamentali del nostro vivere civile, pur con tutti i loro difetti.
Il male viene da lontano…
Guardate che il motivo per cui la tassazione spinge sempre di piu’ sul patrimonio, e’ che tutto il resto e’ gia’ tassato oltre il tassabile e aumentare le aliquote, se ne sono accorti perfino loro, fa calare il gettito quando non uccide del tutto le imprese.
Per mantenere il livello di spesa del nostro Stato, che non puo’ piu’ derubare indirettamente i cittadini, senza che se ne accorgano, attraverso l’inflazione, e’ ormai necessario intaccare il patrimonio. Quale? Quello dei cittadini ovviamente, e quello non occultabile o traferibile.
Tassare i consumi e’ improponibile in un momento in cui c’e’ enorme sovraofferta di beni e la macchina produttiva s’ingorga, tant’e’ che le ultime pensate del nostro governo consistono nel dare soldi ai suoi elettori (vedi i 500 euro annuali ai professori di scuola e ai diciottenni) purche’ li spendano, non devono risparmiarli! Gli vengono accreditati nel conto bancario, e rimpinguati il successivo anno solo per la parte effettivamente spesa. E’ vietato risparmiarli, o meglio se li risparmiano antisocialmente, vengono puniti non dandogliene piu’.
Non c’e’ male per il paese col debito pubblico maggiore del mondo, no? Lo Stato, da grande esperto, sta cercando di insegnare ai suoi cittadini come si fa, che si adeguino anche loro all’economia mondiale fondata sul debito di tutti contro tutti. E la forma contemporanea del “bellum omnium contra omnes”.
La tassazione sul patrimonio e’ l’ultima spiaggia, e dovrebbe servire quindi a diminuire, o perlomeno non aumentare, la tassazione sui consumi e la produzione, nel tentativo, inutile e disperato, di mantenere in moto la macchina dei consumi (per la gran parte inutili) che in realta’ ormai anch’essa marcia senza controllo e tutto divora.
La priorita’ adesso e’ salvare l’apparato produttivo e di consumo, da stimolare ad ogni costo. Finora ha speso a debito lo Stato contro la volonta’ dei suoi cittadini paganti, ora che non puo’ piu’ farlo per i “vincoli esterni” obbliga per legge i cittadini a farlo direttamente anche indebitandosi, attraverso millemila regolamenti di adeguamento e leggine (vedi terremoto), come fanno i virtuosissimi olandesi che hanno il debito privato all’esorbitante valore del 250 per cento del pil. Se lo fanno loro, va bene.
Comunque e’ di stamattina la notizia definitiva che verra’ tassato il possesso di contante non legittimo (spiegatemi voi cosa vuol dire), non secondo l’esorbitante forfait del 35 per cento come inizialmente proposto, bensi’ secondo la normale, esorbitante, progressione fiscale.
Presumo che verrano messe fuori corso le banconote attuali, e chi andra’ in banca a chiedere il cambio con quelle nuove, se non fornira’ adeguate prove di averci gia’ pagato le tasse (cosa oggettivamente impossibile, le banconote sono tutte uguali), sara’ denunciato e gli saranno decurtate.
Robe da disperati, da “ultima spiaggia”, la fine si avvicina.
Grazie, Spago. E’ solo una parodia ma purtroppo il “cicalone” non va alla mensa della Caritas ma a quella di Obama; che è un altro inutile cucù mediatico. Per la Casa Bianca otto anni persi.
La verità è che anche a prescindere da ogni altra considerazione è impossibile soprattutto in Italia avere tasse e spese statali temporanee, legate a scopi chiari e verificabili, e confermate o abolite sulla base di questa verifica. Il fisco italiano si può aprezzare solo guardandolo da fuori, con tutti i beni in salvo, come romanzo kafkiano e straodinaria opera d’arte dell’assurdo. Sotto ogni altro aspetto, l’unica reazione umana a contatto col fisco è la voglia di prendere il fucile…
bellissima la poesia di Alessandro Colla
L’inverno è già arrivato,
la “trippa” non c’è più.
“Cicala” solo Renzi
al canto del cucù.
La patrimoniale è la tassa sulle formiche laboriose e parsimoniose.
Per questo è pieno di cicale.
Ma prima o poi l’inverno arriva.
Accettabile solamente in situazioni di dissesto finanziario del Paese.Diversamente rappresenterebbe un disincentivo della produzioni di beni e un invito all’esportazione di capitali.
Ritengo possibile applicarla solo in momenti di gravi difficoltà economiche che potrebbero pregiudicare il dissento finanziario di uno Stato.In altre situazioni rappresenterebbe solamente un dincentivo della produzione dei beni e una fuga di capitali in altri paesi.
La tassazione del patrimonio è la quintessenza del furto e della vessazione fiscale.
Einaudi credo sistenesse meglio la patrimoniale che una tassa perché la prima è una tantum e la seconda per sempre.. ma in Italia fatta la patrimoniale una volta ce la ritroveremmo tutti gli anni se non più volte all’anno..
Ne sappiamo qualcosa con la prima IMU di Amato-Ciampi, i “salvatori dell’italia”, che si chiamava “imposta straordinaria sugli immobili”, ISI. Non solo e’ diventata ordinaria, ma e’ stata pure ulteriormente aumentata, e poi usata come strumento per far cassa in modo indiscriminato dai comuni, co-responsabile della cementificazione del paese, dato che chiunque sia del settore sa che i comuni hanno reso edificabili porzioni sempre maggiori del loro territorio proprio per incrementare il gettito Ici-imu di cui avevano e hanno smisurato bisogno.
Molta gente non sa e non lo crede neanche quando glielo dici, perche’ in effetti e’ incredibile, che nel momento in cui un terreno e’ definito edificabile dall’autorita’, il proprietario deve cominciare da subito a pagarci la patrimoniale l’Imu-Ici a seconda dei metri cubi edificabili. Molta gente e’ stata rovinata per questo.
http://www.ilgazzettino.it/nordest/treviso/giardino_diventa_edificabile_pensione_in_tasse-1997327.html
Peccato che si sia fermato invece, il discorso non è affatto pesante.
La patrimoniale è il male assoluto e pure Einaudi ha compiuto peccato mortale imho prendendola in considerazione, sebbene fosse considerata in un ottica di riforma di tutti i tributi che ora non ricordo più bene (andrò a rivangare).
Credo che – se stato e tassazione devono proprio esserci – si potrebbe almeno cercare di non rompere i coglioni più del necessario.
Le categorie di imposte sono tre: reddito, sostanza, consumo.
Tassare il reddito è frutto della pochezza dei primi fiscalisti che – partendo dal principio che i soldi vanno presi dove ci sono – hanno avuto la bella pensata di tassare il reddito. Poi sono arrivati altri fiscalisti più mentecatti che hanno calato l’asso di bastoni inventando la progressività dell’imposta. Ma reddito significa produzione, che significa benessere comune, quindi dovrebbe essere normale incentivare una tale fase economica e non castigarla.
Tassare la sostanza (capitale, plusvalore, successioni) è anch’esso iniquo, ma sta diventando la nuova frontiera da conquistare per gli stati avanzati che cavalcano l’onda di malcontento e le invidie sociali causate dell’elevata pressione fiscale sul reddito.
L’unica imposta degna di questo nome è quella sul consumo,
Ha il vantaggio di essere abbastanza indolore e non è affatto iniqua come sostengono i supportes della fiscalità diretta. perchè agisce sull’onere creato dal consumatore sulla società in cui vive, sebbene il consumo sia una necessità economica in cui ognuno di noi deve passare.
Anzi in un ottica di globalismo imperante, dove ormai si fanno accordi su tutto e con tutti, potrebbe tranquillamente sostituire la fiscalità diretta.
Concordo in pieno!
La base della tassazione dovrebbe essere il consumo e non il reddito.
E l’imposta sui consumi, per dare un ‘contentino’ politico all redistribuzione di sinistra, può essere anche resa progressiva. Abbastanza facilmente.