DI MAURO GARGAGLIONE
Per lo Stato e i suoi sostenitori la ricchezza prodotta dai suoi cittadini e diffusa presso di loro non è tale se rimane nella disponibilità di chi l’ha prodotta. Per dir meglio, non è considerata ricchezza ma furto ai danni della nazione, infatti viene ripetuto ossessivamente che chi cerca di non pagare le tasse o di pagarne meno che può, trattenendo quello che si è onestamente guadagnato, è un ladro che deruba tutti.
Le conseguenze di questa morale sono principalmente due e sono evidentissime. Spariscono progressivamente i produttori di ricchezza, imprese e lavoratori privati, mentre si incrementa la prosperità dei dipendenti pubblici e della classe politica che trae la sua linfa dai produttori netti di ricchezza, i privati in via di estinzione appunto.
Man mano che imprese e lavoratori privati si diradano, aumenta la pressione fiscale unitamente all’aggressione del risparmio, in modo da garantire il flusso di nutrienti alla gigantesca cimice chiamata Stato. In sostanza il Grande Parassita (GP) cerca di guadagnare tempo prosciugando i risparmi delle persone di una vita di lavoro.
Il processo si arresta quando non esiste più chi produce ricchezza e non esiste più risparmio privato. Per decenni il GP ha evitato una fiscalità “apparentemente” troppo aggressiva utilizzando il debito pubblico per alimentare la spesa creando nuovo denaro dal nulla e manovrando l’inflazione che è una violentissima imposizione fiscale ai danni dei lavoratori a reddito fisso, solo che dal cittadino comune, mantenuto nell’ignoranza economica, non è percepita in questo modo (chi non ricorda le associazioni dei consumatori sul libro paga del governo sbraitare contro l’avidità dei produttori che aumentano i listini dei prodotti innescando l’inflazione?). Il prezzo di questo processo statale di creazione dal nulla è stata la completa distruzione del valore del denaro.
Siccome la stampa di nuovo denaro non sembra più funzionare, visto che siamo sommersi da un gigantesco debito chiaramente irredimibile se non attraverso decenni di lavori forzati per restituirlo, la fase successiva è l’eliminazione completa persino del ricordo della moneta attraverso la guerra al contante. Le prossime generazioni dovranno lavorare in cambio di scritture contabili che il sistema provvederà a registrare sul conto corrente e tutto quello che guadagneremo e spenderemo dovrà transitare dai computer controllati dall’associazione criminale Stato/banche. Con buona pace di privacy e libertà individuale.
“Siccome la stampa di nuovo denaro non sembra più funzionare”
Non funziona in che cosa?
Nel promuovere nuovi acquisti di merci e servizi.
Perche’ non funziona?
Perche’ la gente non lo spende per acquistare tali merci e servizi.
Perche’ non spende per acquistare?
Non lo spende perche’ una gran parte dei beni offerti, sia dallo Stato che dal Mercato, non sono considerati tali. Non solo non sono considerati beni, ma ormai, piu’ spesso, sono considerati gravami pesanti da sostenere, quindi molto peggio che inutili.
Attualmente una enorme quantita’ della spesa di denaro, la maggior parte, e’ obbligata dallo Stato o perche’ eseguita direttamente da esso come spesa pubblica (ai cittadini poi arriva il conto da pagare sotto forma di debito+interessi), oppure, in altrettanto enorme misura, perche’ la legge dello Stato, attraverso imposizioni e regolamenti, costringe alla spesa il cittadino. Se dovessero venire meno queste due costrizioni, il PIL si ridurrebbe ad un decimo, e per questo motivo il sistema sta in piedi solo a costo di alzare continuamente la posta, e ogni forma di deregolamentazione e liberalizzazione ormai non produce piu’ alcun effetto di aumento del pil, come non lo produce piu’ la stampa di denaro.
Siamo in una gigantesca “bolla” generale globale, la “bolla del tutto”.
Lo dimostra il fatto che ormai chiunque proponga qualsiasi genere di spesa agli enti pubblici, o obbligo per i cittadini di effettuarla, anche la piu’ assurda e fantasiosa, viene accontentato, il fatto che la tassazione si sposti sempre i piu’ verso il risparmio e il patrimonio, e il fatto che lo Stato eroghi soldi, preferibilmente ai potenziali elettori, purche’ li spendano (vedi i bonus di 500 euro agli insegnanti).
Farebbero ridere per la loro inutile goffagine, se non rendessero la nostra vita un inferno.
“Siccome la stampa di nuovo denaro non sembra più funzionare, visto che siamo sommersi da un gigantesco debito chiaramente irredimibile se non attraverso decenni di lavori forzati per restituirlo, la fase successiva è l’eliminazione completa persino del ricordo della moneta attraverso la guerra al contante”
Il contante non è moneta migliore di quanto sia una scrittura contabile, sono entrambi finzioni producibili ad libitum a costo zero.
Non confondiamo il problema della tracciabilità, quindi della possibilità di spiare i cittadini, con quello di un sistema monetario intrinsecamente criminale, che resterebbe anche in uno stato meno assetato di sangue o meno tecnologico.
In realtà il disastro in cui ci troviamo è quasi solo conseguenza di questo sistema monetario.
Disastro prevedibile e inevitabile, come lo ha giustamente definito Francesco Carbone.
“Le prossime generazioni dovranno lavorare in cambio di scritture contabili che il sistema provvederà a registrare sul conto corrente e tutto quello che guadagneremo e spenderemo dovrà transitare dai computer controllati dall’associazione criminale Stato/banche”
Il cambiamento e’ gia’ in atto e in fase avanzata nei paesi piu’ tecnologici (negli Usa gia’ da anni se non hai la carta di credito puoi fare solo l’eremita e sei considerato un paria).
Il cambiamento e’ causato, e inerente, al progresso tecnologico dell’informatica, le “associazioni criminali” citate sopra non c’entrano nulla, semmai arrivano, come al solito, ultime.
Il futuro prossimo, che e’ gia’ presente, ci riserva il tracciamento totale, come sottoprodotto della potenza della tecnologia informatica.
Non ci vuole un grande acume a dedurlo, lo dice il nome stesso della tecnologia in oggetto.
L’unica strategia di difesa possibile dotrebbe consistere nel proibire agli Stati di informatizzare nulla, e di limitare per legge il loro raggio di azione a cio’ che puo’ essere fatto senza informatica, tralasciando il resto, ma la vedo dura, coram populo si invoca il contrario. La maggior parte della gente, anzi direi tutti tranne singolari eccezioni, vuole ovviamente uno Stato piu’ efficiente e piu’ forte.
E comunque la questione del contante e’ tutto sommato marginale, il problema e’ che per legge tutte le transazioni economiche devono essere contabilizzate e controllate (per essere sottoposte a tasse o, simmetricamente, ricevere incentivi): una volta accettato questo il resto che ne consegue, col “progresso” della tecnologia, e’ automatico, e opporsi equivale appunto solo a mettersi dalla parte dell’illegalita’, cioe’ del “male”, del caos, dell’incontrollato.
L’aumento del controllo (informatica-cibernetica) e’ un processo che si autosostiene, e che e’ ormai profondamente ascritto nella concezione del mondo e nella metafisica di tutti gli uomini che attualmente vivono nelle societa’ indistriali moderne. Lo e’ anche nella testa di quei liberali/libertari che credono che il progresso tecnologico e la meccanizzazione di ogni metafora possa liberare l’uomo: ogni evidenza mostra ormai il contrario.
In effetti il sistema perverso (ma a suo modo funzionale) del centro-sinistra dopo gli anni 60 funzionava grazie alla stampa a gogò di lirette e contentini x la ggente volti ad ottenerne il “consenso” tra cui:
– scala mobile per stipendiati;
– assunti (ditte 15+) ad vitam garantiti dall’art.18;
– svalutazioni competitive e facile evasione per imprenditori;
– “indennità di invalidità” per nullafacenti-parassiti dal 42° parallelo in giù;
– statali pensionati a 35 anni con 14anni-6mesi-1giorno di contributi;
– pensione “sociale” inps x 65enni spiantati (spesso fingentisi tali);
– bot-cct-btp con alti rendimenti per risparmiatori.
Insomma unicuique suum e l’italian way of life sembrava perpetua, poi poco a poco il collasso inevitabile di uno schema ponzi mascherato.
Game over.