Quando un sistema pubblico mette in condizione un cittadino di doversi raccomandare al suo dio (o al fato) di incappare in un insegnante per bene, un poliziotto per bene, un magistrato per bene, per avere un servizio o vedere riconosciuto un suo legittimo diritto, per il quale è “obbligato” a rivolgersi al funzionario di quel sistema, tale sistema è indifendibile a prescindere.
Non voglio mica sostenere che è impossibile trovare un poliziotto privato, un magistrato privato, un insegnante privato scadente, certo che no. Ma in una società privatistica basata sul libero mercato e sul diritto privato e contrattuale (quindi non certo senza legge e senza regole) si dà il caso che nessuno sia al di sopra della legge, e parlo non in termini di filosofia ma di pratica. Oggi una grandissima parte del corpo putrefatto di questa bestia che si chiama Stato è “di fatto” al di sopra delle legge.
Il che non impedisce a una brava persona di essere un buon magistrato, ma costringe un cittadino a “sperare” che lo sia. E questo è profondamente sbagliato, anzi, dal mio punto di vista è immorale. Perchè il diritto pubblico, spersonifica il funzionario e lo rende (a meno di non dimostrare il dolo conclamato) irresponsabile per i suoi errori e per i suoi comportamenti anti sociali (nel senso che danneggiano la società, che è cosa assai diversa dallo Stato).
Basta vedere le regole dell’articolo 18 applicabile in toto ai dipendenti pubblici e non più ai nuovi assunti nel privato. Quindi il diritto pubblico è la codificazione delle regole della dittatura classista e corporativa. E che sia assoluta o democratica poco cambia.
Egregio,
tutti i codici fioriti, con l’illuminismo e rivoluzione francese, sono degli abomini,
solo atti a santificare lo stato e conculcare, magari democraticamente, i sudditi.
La suprema schifezza di un codice amministrativo dove si sancisce che lo stato non pagherà mai ed il suddito, invece, prima.
Godiamoci il vomito dei vari codici di procedura, sempre per controllare gl’iloti.
Tacito: corruptissima republica, plurimae leges.
Cordialità.
Il termine “pubblico” deve suggerire diffidenza.